Dopo il tentativo di smembramento e accorpamento della Soprintendenza
per i Beni Ambientali e Paesaggistici e quella Archeologica della
Basilicata nelle Regioni Puglia e Campania, arriva una nuova clava,
questa volta direttamente dal premier Matteo Renzi che vuole
sopprimere il Corpo Forestale dello Stato (CFS). Istituito nel 1822,
quasi due secoli fa, il Corpo Forestale dello Stato è a tutti gli
effetti il corpo di polizia preposto alla tutela naturale e
paesaggistica, alla prevenzione e repressione di reati ambientali e
agroalimentari, nella difesa del nostro patrimonio boschivo dagli
incendi. La Ola (Organizzazione lucana ambientalista) ricorda al
premier Renzi che il CFS è organo di polizia preposto alla
sorveglianza dei Parchi, delle Aree Naturali Protette, delle 130
Riserve Naturali, svolge inoltre attività di ricerca, di conservazione
e di educazione ambientale in collaborazione di numerose associazioni
ambientaliste.
Aspetto, questo, che negli anni ha elevato il grado di coscienza e
conoscenza della biodiversità presente nel territorio nazionale: una
sensibilità che, nonostante la devastazione di interi territori da
parte dei signori del petrolio e della monnezza, è cresciuta in
maniera esponenziale. Secondo il premier Renzi, invece, il CFS
dovrebbe essere cancellato e accorpato alla Polizia di Stato oltre che
essere “assimilato” nelle forze di Polizia Locale.
Non vorremmo però che, alla soppressione del Corpo Forestale dello
Stato possa seguire l’istituzione, per Decreto Legge, del “Corpo
Petrolifero dello Stato” considerato il grosso favore che si sta
facendo alle compagnie petrolifere ed alle società energetiche in
Basilicata ed ai faccendieri nella “Terra dei Fuochi” eliminando così
i controlli preventivi in un momento in cui gravi sono le ferite
inferte al territorio regionale ed alle comunità (Fenice, centro olio
di Viggiano, Ferriera di Potenza, Valli dell’Agri e del Sauro,
discariche, cementifici,inquinamento dei fiumi etc). Se tale idea
passasse, non ce ne voglia il premier, si darebbe mano libera a
costoro nella “terra dei poveri cristi” sempre più inquinati.
Non vorremmo, inoltre, che dopo l’eventuale soppressione del CFS possa
toccare ai parchi nazionali nella fattispecie alla legge quadro sulle
aree protette n.394/1991. Le funzioni assegnate al CFS, nonostante
diverse criticità, sono prioritarie e insostituibili.
La nostra Organizzazione sente il dovere morale di respingere ogni
tentativo di smembramento del Corpo e invita quanti impegnati, per
spirito volontario(comitati, movimenti, associazioni e cittadini),
nella difesa dell’ambiente e la salute, ad opporsi a questo ennesimo
disegno che offende la Storia consegnando l’Italia e la Basilicata in
mano agli speculatori ed agli inquinatori.