“Oggi la Basilicata viene apprezzata in tutto il mondo: a Palazzo Chigi è sbarcata la Nuova Jeep Renegade del gruppo Fiat Chrysler Automobiles (Fca). l presidente di Fiat, John Elkann e l’ad del gruppo, Sergio Marchionne, hanno presentato al premier Matteo Renzi la Renegade, il primo modello nella storia del marchio Jeep costruito in Sata di Melfi là dove è diventata la prima vettura del gruppo nata dalla collaborazione tra progettisti italiani e americani”.
Lo dicono i segretari dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi, Donato Russo e Giuseppe Giordano per i quali, “l’auto sarà commercializzata in Italia a partire dalla fine di settembre. E’ la prima volta che in Italia si costruisce una Jeep. Tutti gli operai della fabbrica automobilistica lucana, sono carichi di entusiasmo poiché sanno di realizzare dei nuovi modelli che d’apprezzamento e bellezza parlano da sole essendo loro dei gioiellini. La qualità della vettura – proseguono i sindacalisti – si vede. I lavoratori sono pronti, entusiasti e colpiranno il mondo sicuri di dovercela fare. Il rilancio di queste nuove vetture darà una grossa linfa, una nuova vita e un nuovo entusiasmo a tutti i lavoratori dello stabilimento. Parliamo – dichiarano Tancredi, Giordano e Russo – di circa 10 mila lavoratori tra lo stabilimento e i principali fornitori che ruotano a queste vetture. L’impegno sociale che sentiamo è qualcosa di importante e di forte. La nuova Jeep Renegade, che amplia la gamma Jeep a livello globale e porta ufficialmente il brand sinonimo di ‘off road’ nel crescente segmento dei Suv, sarà venduta in più di 100 Paesi nel mondo, inclusi gli Stati Uniti. In Italia la gamma Renegade, dotata di efficienti motorizzazioni turbodiesel e benzina e disponibile nelle configurazioni a trazione anteriore e integrale, sarà commercializzata a partire dalla fine di settembre per poi debuttare nei principali mercati europei. Da metà luglio sono state avviate le attività di prelancio negli showroom italiani di Jeep. Lo stabilimento Sata di Melfi, dove viene prodotta la Jeep Renegade, ha 5.941 dipendenti e una capacità di 1.940 vetture al giorno. Sono circa sei milioni – concludono i sindacalisti Ugl – le vetture prodotte dal 1993, anno di inizio attività della fabbrica”.
“La stretta di mano del Premier Renzi all’operaia della Fiat di Melfi che insieme ai dirigenti del gruppo Fiat Chrysler Automobiles (Fca) ha presentato la Nuova Jeep Renegade prodotta a Melfi ci inorgoglisce due volte: è la testimonianza della grande professionalità acquisita dai lavoratori dello stabilimento lucano; è un’ulteriore prova che le donne al pari dei colleghi hanno un ruolo fondamentale nell’industria metalmeccanica per troppo tempo a loro preclusa. Le parole dell’operaia sono particolarmente significative: “Hanno puntato su di noi e siamo carichi di entusiasmo, ce la faremo” ”. E’ il commento della segretaria regionale di Italia dei Valori Maria Luisa Cantisani per la quale “comunque lo scatto di legittimo orgoglio non spazza via le nubi che sovrastano la fabbrica di Melfi. Il caso FIAT – aggiunge – è l’emblema di una politica industriale in Italia oramai da reinventare. Siamo passati dalla grande industria e dal boom economico ad intere aree un tempo simbolo della produzione migliore dove ora troviamo soltanto desolazione. Da anni diminuiscono i posti di lavoro nel manifatturiero, da anni l’industria non crea posti di lavoro, da anni sceglie di delocalizzare ad un costo del lavoro più basso lasciando a casa migliaia di lavoratori e spianando la strada ad una concorrenza sleale dove a farne le spese è la nostraeconomia. Si tratta a questo punto di capire come favorire la nascita e lo sviluppo di nuove imprese. perché secondo noi le imprese sono il vero antidoto alla crisi. Non basta però puntare sulle start up innovative se poi in Italia continuano a non esserci le condizioni favorevoli perché le imprese possano svilupparsi e generare occupazione. Per offrire un futuro alle giovani generazioni occorre sicuramente facilitare la creazione d’impresa ma è anche indispensabile dare segnali concreti alle imprese già esistenti e assicurare la continuità e la solidità del nostro tessuto produttivo”. “Una perdita del 25% della produzione industriale e della competitività sono le preoccupanti conseguenze di un settore industriale in grave crisimentre sta crescendo una guerra tra poveri che si gioca sull’abbassamento dei salari e dello stato sociale.” – continua Cantisani. Stiamo perdendo tutti i settori di base, tra cui la siderurgia, in proposito della quale non possiamo che esprimere preoccupazione per le sorti dell’impianto siderurgico di Potenza, pur ribadendo la necessità di garantire tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Le speranze sono rivolte alla visita a Melfi che il Premier Renzi ha annunciato perché diventi l’occasione per rasserenare gli operai della Fiat e ancor più quelli dell’indotto”.