In Basilicata sono in calo i casi di epatite virale, grazie soprattutto a una migliore profilassi, ai maggiori controlli sulle trasfusioni e alle nuove cure: l’ incidenza di nuovi casi di epatiti da virus è infatti passata dal 10 per cento al 6 per cento. Non per questo si può abbassare la guardia, perchè le malattie epatiche virali restano comunque una delle principali cause di mortalità: ne sono affetti 2.500 abitanti (mille sono colpiti da epatite B, 1.500 da epatite C) e ogni anno si registrano 150 nuovi casi di cirrosi, dei quali molti sviluppano poi un tumore al fegato. E’ quanto evidenzia una nota dell’ANISAP Basilicata in occasione oggi della Giornata Mondiale dell’Epatite, una delle poche giornate globali, relative ad una malattia specifica, ufficialmente riconosciute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La manifestazione è promossa dalla World Epatitis Alliance, organismo internazionale comprendente diverse Organizzazioni per combattere la malattia. Quest’anno lo slogan è “Pensaci ancora”, per sensibilizzare l’opinione pubblica ed altre parti interessate a soffermarsi sul problema dell’epatite virale. Infatti, bisogna affrontare sfide significative per abbassare il tasso di mortalità: il numero di decessi dovuti ad epatite virale è aumentato del 50% dal 1990 al 2010, riferisce la World Epatitis Alliance.
La mortalità per cirrosi nella nostra regione è di 25 persone ogni 100.000 abitanti. Elevata anche la mortalità per epatocarcinoma, cresciuta del 130 per cento rispetto al passato; il tumore al fegato è per giunta sempre più frequente, con un’ incidenza che è raddoppiata negli ultimi 20 anni, passando da 10 a 20 casi ogni 100.000 abitanti e collocando questo tumore al terzo posto per frequenza, dopo il cancro al colon-retto e quello al polmone.
L’epatite virale è un’infiammazione del fegato causata da un virus, che può presentarsi in cinque forme differenti, A, B, C, D oppure E. Tutti questi virus possono causare infezione a breve termine o acuta. Inoltre, l’epatite B, C e D possono anche causare infezioni a lungo termine, cioè l’epatite cronica, che può portare a complicanze potenzialmente letali come la cirrosi (cicatrizzazione del fegato), l’insufficienza epatica e cancro al fegato.
L’obiettivo della Giornata Mondiale dell’Epatite è quello di focalizzare l’attenzione sulla necessità di un’azione immediata: ” Dobbiamo unirci tutti per affrontare il problema – governi, donatori, e cosa molto importante, la società civile. E’ sotto gli occhi di tutti quanto le sinergie siano state importanti per raggiungere i successi ottenuti con l’HIV/AIDS. Vogliamo vedere lo stesso tipo di azione contro l’epatite virale”.
L’ incidenza della steatosi epatica non alcolica in Basilicata, invece, è balzata in breve tempo dal 2 per cento al 14 per cento e anche l’ alterazione delle transaminasi epatiche è tutt’ altro che infrequente: un abitante della nostra regione su cinque ha un innalzamento occasionale degli enzimi epatici, che rientra se si adotta uno stile di vita sano, e nel 70-90 % dei casi è dovuto proprio al fegato grasso.
E non basta: il 3-5 per cento dei lucani di età compresa fra i 18 e i 65 anni ha le transaminasi stabilmente elevate, in assenza di infezioni virali o abuso di alcol. Gli esami risultano sballati soprattutto in chi è obeso o in sovrappeso, a conferma della stretta correlazione fra danni epatici, cattive abitudini alimentari e sedentarietà.