“Fondi strutturali, Fas e Royalties del petrolio. Sono queste le voci dalle quali la Regione Basilicata attingerà le risorse per dare risposte agli alluvionati. La Regione si assume la sua parte di responsabilità, ma è necessario che anche il Governo nazionale intervenga. Per questo rinnovo l’invito a tutti i parlamentari lucani ad attivarsi”. E’ quanto ha dichiarato oggi a Bernalda il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, intervenendo ai lavori del Forum delle comunità dei fiumi e degli alluvionati. “In autunno – ha detto ancora Pittella – convocheremo una conferenza regionale nella quale affronteremo i temi della salute dei fiumi e della prevenzione delle alluvioni. Sarà sicuramente questa l’occasione per discutere, nel dettaglio, di tutte le questioni legate alla regolamentazione degli alvei fluviali e alla prevenzione delle esondazioni dei terreni circostanti. Dovremo recuperare intelligenze e proposte – ha aggiunto Pittella – per affinare le conoscenze e i modelli concertativi su questo tipo di emergenze. Strumenti come i contratti ‘di foce’ e ‘di gestione degli alvei fluviali’ ci consentiranno di operare in sinergia, attraverso strumenti di governo partecipato delle aree a rischio idrogeologico e di rispondere alle varie esigenze manifestate da tutti gli attori interessati. Questo ulteriore lavoro meticoloso – ha concluso Pittella- ci metterà nelle condizioni di dare, entro fine anno, risposte ai numerosi cittadini coinvolti.
Presidente della Regione Basilicata risponde al Comitato TerreJoniche assumendo impegni
su ognuno dei 4 punti della Piattaforma presentata e impegnando la sua struttura ad attuarli.
Si conclude positivamente la fase della mobilitazione avviata a maggio: ora si apre il tempo di attuare gli impegni.
In una sala Consigliare del Comune di Bernalda affollata e con il pubblico che seguiva anche dall’esterno, è andato in scena l’incontro del Comitato TerreJoniche e il Presidente della Regio ne Basilicata Marcello Pittella. Gianni Fabbris, nella sua introduzione dopo il saluto del Sindaco di Bernalda Domenico Tataranno, lo aveva spiegato: “Questo non è un dibattito, né tantomeno una passerella di politici: è l’incontro fra il Comitato TerreJoniche che ha presentato ormai da mesi una piattaforma (l’unica in campo sui problemi delle alluvioni) alla Regione Basilicata e che, dopo averla discussa e confrontata con il livelli tecnici e dirigenziali della struttura regionale, ora chiede al Presidente Pittella le risposte. Questa è una comunità che ha bisogno di risposte ad una crisi che è economica, sociale, ambientale e di democrazia; rispondere ai problemi aperti dalle alluvioni è un obbligo per la politica come lo è rispondere all’eplodere delle crisi economiche nel territorio metapontino”
Prima che Fabbris illustrasse schematicamente le 4 proposte, c’è stato il tempo per Leonardo Conte, fino a ieri in sciopero della fame per difendere la sua azienda, di intervenire per ringraziare pubblicamente il Presidente Pittella per la sua presa di posizione a favore di una compromesso con chi ha comprato all’asta la sua terra e del Sindaco di Tursi, Giuseppe Labriola, che ha riportato la posizione emersa dall’incontro di sabato scorso con i Sindaci sempre sulla piattaforma presentata dal Comitato TerreJoniche, il Presidente Pittella è intervenuto nel merito delle questioni poste.
Si alla convocazione della Conferenza Regionale entro l’autunno sullo stato di salute dei fiumi per arrivare a definire un Contratto delle Foci come strumento partecipato di riordino e governo delle aree fluviali; si alla costituzione presso la Presidenza della Cabina di Regia sui problemi aperti dalle alluvioni; si alla costituzione di un fondo regionale per la messa in sicurezza ma a condizione di reperire le risorse necessarie (cosa possibile se lo Stato rispetta gli impegni con la Regione soprattutto in materia di royalties).
La risposta più attesa dalle tante persone alluvionate, però, è arrivata sul punto degli indennizzi. Il Comitato aveva proposto una formula semplice e chiara: fatto pari a cento i danni subiti dai privati (famiglie e attività economiche) si garantiscano indennizzi sulla base del criterio per cui un terzo è a carico di chi ha subito i danni, un terzo a carico della Regione ed un terzo a carico dello Stato.
Su questo il Presidente Pittella ha assunto l’impegno di recuperare le somme per coprire la parte della Regione Basilicata ma ha sottolineato la necessità di premere nei confronti del Governo e dello Stato perchè faccia la sua parte. Sostanziale identità di visione con la posizione espressa da Fabbris che ha ricordato la battaglia fatta dal Comitato terreJoniche, dalla Stessa Regione e da molte parti politiche e istituzionali contro il colpo di mano della LegaNord che impose nel 2011 al Governo Berlusconi la “Tassa sulle disgrazie” scaricando sulle Regioni la responsabilità di fare fronte alle alluvioni.
Marcello PIttella ha anche annunciato la realizzazione di un nuovo fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura nell’area dell’alluvione come quello già chiesto e ottenuto dal Comitato TerreJoniche per il 2011. Anche questo fondo è stato oggetto di confronto fra il Comitato terreJoniche e la Regione Basilicata e metterà a disposizione ulteriori 500.000 euro gestiti dalla Fondazione Antiusura Monsignor Cavalla per le famiglie dell’area colpita dalle alluvioni nel metapontino.
Il Presidente Pittella, accompagnato dal Portavoce, i responsabili della Protezione Civile e il Direttore Generale dell’Assessorato all’Agricoltura, ha impegnato la sua struttura a dare corso a quanto annunciato ed a muovere, conseguemente, nel più breve tempo possibili i passi necessari.
Gianni Fabbris, al termine dell’incontro, ha preso atto delle risposte a nome del Comitato ed ha annunciato la conclusione della fase della mobilitazione straordinaria aperta a maggio scorso con l’obiettivo di ottenere impegni sulla piattaforma. “Ora è il tempo di attuare quanto annunciato e il Comitato terreJoniche, che rimane uno spazio di partecipazione organizzato promosso e gestito dai cittadini colpiti dalle alluvioni e da quanti hanno a cuore la difesa del territorio, nel mentre continua la sua vertenza, si predispone a fare la propria parte non solo per verificare la realizzazione in tempi congrui delle iniziative ma anche e soprattutto per contribuire dal basso a riempire di contenuti il percorso”.
Il Comitato TerreJoniche convoca il proprio coordinamento per lunedi prossimo per approvare ed assumere i documenti finali del Forum MAIPIU’ e per produrre un documento su come svilupperà ulteriormente la propria iniziativa in un territorio che lo vede sempre di più riferimento per tante persone e per la comunità organizzata.
ALLUVIONE METAPONTINO: CIA, DA PITTELLA GRAVE STRAPPO ISTITUZIONALE NELLA CONCERTAZIONE SOCIALE
“Ci auguriamo che il Presidente Pittella ci convochi insieme a tutte le altre organizzazioni professionali agricole, a differenza di altre, da sempre istituzionalmente presenti al Tavolo Verde, prima della conferenza annunciata in autunno, per illustrarci e quindi condividere le iniziative oggi presentate “in anteprima” al cosiddetto Forum delle comunità dei fiumi e degli alluvionati”. E’ quanto sostiene il presidente regionale della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori Antonio Nisi aggiungendo che “quello compiuto oggi dal Governatore è un grave strappo istituzionale nella concertazione sociale perché non si può scegliere una parte del mondo agricolo, che tra l’altro già rivendica con interviste televisive la primogenitura, per assumere impegni che abbiamo sollecitato come Cia da anni per superare i problemi storici e purtroppo ricorrenti delle alluvioni nel Metapontino. La nostra confederazione – continua Nisi – ha da sempre seguito un percorso istituzionale. Vorrei ricordare che al tavolo di Scanzano Jonico convocato dal presidente dell’Area Programma Metapontino-Collina Materana Vincenzo Francomano nel dicembre 2013 per definire gli interventi per la tutela del territorio a seguito degli eventi alluvionali la Cia Basilicata ha ribadito le proposte per un programma integrato di interventi per la difesa idraulica ed idrogeologica del territorio a partire dall’area ionico-metapontina. In quella sede abbiamo proposto, d’intesa con i sindaci, l’attivazione dei contratti di fiume e di foce, ribadendo la disponibilità degli agricoltori a diventare manutentori del territorio “a costo zero” (con compensazioni su tributi consortili, spese previdenziali ed aziendali). I contratti di fiume, sperimentati positivamente in alcune regioni italiane, tra le quali l’Umbria, la Lombardia, il Veneto, la Toscana – sottolinea Nisi – si configurano come strumenti di programmazione negoziata interrelati a processi di pianificazione strategica per la riqualificazione dei bacini fluviali. L’aggettivo “strategico” sta ad indicare un percorso di co-pianificazione in cui la metodologia e il percorso stesso sono condivisi in itinere con tutti gli attori che sono l’Autorità di bacino, i Consorzi di bonifica, l’Eipli, i Dipartimenti della Regione, le Province, i Comuni. La caratteristica innovativa di tali processi è la scelta di andare nella direzione della sussidiarietà orizzontale: la differenziazione dei sistemi territoriali richiede un sistema di governance flessibile, in grado di comporre a livello locale i conflitti e gli interessi mediante processi negoziali aderenti alle vocazioni territoriali e capaci di fare sistema facendo dialogare i diversi strumenti di programmazione degli interventi socio-economici con quelli della pianificazione territoriale.
Ribadiamo a Pittella che la riforma della governance in agricoltura è ancora a metà strada. Ci sono per la Cia lucana questioni urgenti da affrontare, specie mettendo ordine tra programmi di forestazione e delle “Vie Blu”, quali: sistemazioni idrauliche, regimazione di fossi e corsi d’acqua minori; rifacimento e ammodernamento delle reti di bonifica; realizzazione, adeguamento e rifacimento briglie ed altre opere di bonifica; realizzazione nuovi impianti idrovori; consolidamenti arginali, stabilizzazioni degli alvei e delle sponde. Bisogna percorrere la via della pulizia e dello scavo dei grandi e piccoli canali, sui quali non si fa più manutenzione da 30-50 anni. Riguardo al settore agricolo, nello specifico, serve procedere alla rapida attuazione dei progetti, delle iniziative già mappate e individuate di cui all’accordo di programma Stato-Regioni relativa alla valutazione e alla gestione del rischio alluvioni di cui alla direttiva Ce 60/2007 recepita in Italia con il D.lvo 49/2010; gestione unificata del piano di manutenzione e preservazione del territorio raccordando le varie competenze in essere con il pieno e organico coinvolgimento delle aziende agricole e predisponendo i contratti di manutenzione e fornitura di servizi agro meccanici in ambiti definiti e mappati. Serve, dunque, una rinnovata attenzione, partendo – conclude Nisi – con il piede giusto”.