“Con la prematura scomparsa di Giuseppe Politi, presidente nazionale della Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) Matera perde un grande amico e un convinto sostenitore della candidatura della nostra città a capitale europea della cultura per il 2019”. Lo afferma il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, nel ricordare il rappresentante dell’importante associazione di categoria.
“Politi – aggiunge Adduce – amava profondamente la nostra città e fu proprio lui insieme a Donato Distefano, allora presidente della Cia Basilicata e ora sindaco di Brienza, a voler organizzare, a Matera, dal 9 al 12 settembre 2010, la quinta edizione della festa nazionale dell’Agricoltura. Quattro giorni tra sapori, artigianato, percorsi didattici, mostre, incontri culturali per discutere di agricoltura. Fu proprio in quei giorni che con Politi ho vissuto momenti molto esaltanti e profondi ragionando insieme sulle nuove prospettive del settore primario e sui livelli di responsabilità delle diverse istituzioni. Nell’ambito della Festa nazionale dell’agricoltura nacque un documento finalizzato ad assegnare una nuova responsabilità agli enti locali: La Carta di Matera. Una intesa sottoscritta successivamente dall’Anci e da centinaia di sindaci in tutta Italia. Fu proprio Polito, in virtù proprio del suo affetto nei confronti della nostra città, a invitarmi il 9 settembre del 2011 alla firma della carta di Matera con il sindaco di Torino, Piero Fassino”.
Nato a San Pietro in Lama nel 1950, Politi è stato presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori dal 2004 al febbraio del 2014. Il suo è stato un impegno costante e incisivo teso a tutelare i redditi degli agricoltori, a valorizzare il ruolo dell’impresa agricola nel contesto economico e produttivo, ma anche per far crescere il settore e con esso l’intero sistema agroalimentare.
Il sindaco esprime commozione e vicinanza alla moglie Vittoria, ai figli Enrica e Luca, alla Cia nazionale e regionale.
NISI (CIA): IL LEGAME DI POLITI CON LA BASILICATA E’ IMPRESSO NELLA “CARTA DI MATERA”
Antonio Nisi, presidente regionale Cia Basilicata
Il legame di Giuseppe Politi (il precedente presidente nazionale della Cia scomparso), con il mondo agricolo lucano è impresso e resterà nella storia del movimento degli imprenditori della terra, i moderni “zappaterra” degli anni cinquanta-sessanta, nella “Carta di Matera” di cui è stato il promotore, insieme al gruppo dirigente della Cia di Basilicata, a conclusione della V Festa dell’Agricoltura che la Cia ha tenuto a Matera nel 2010. Ha fatto bene il sindaco di Matera Salvatore Adduce a ricordarlo: il “Manifesto di Matera”, sottoscritto da Governatori, Presidenti di Provincia, alcune decine di migliaia di sindaci, è una sorta di “mosaico” di proposte e strategie che si scompone in tante “tessere”, tra le quali il ricambio generazionale delle aziende agricole (specie al Sud), il sistema alimentare con il rafforzamento di qualità e controlli, la “candidatura” degli agricoltori a diventare produttori di energia da fonti rinnovabili, il modello di sviluppo delle aree rurali per una nuova politica di coesione, competitività e sviluppo, il rafforzamento dell’imprenditoria femminile, il ruolo dei pensionati-agricoltori per la difesa dello stato sociale e adeguati servizi nelle aree rurali, la nuova Pac. Aver fatto diventare, sia pure per quattro giorni Matera e con essa tutta la Basilicata “capitale dell’agricoltura italiana”, con il sostegno che Politi ha dato al nostro lavoro, non può che inorgoglirci ed inorgoglire tutti gli associati della Cia lucana, perché siamo riusciti a mettere al centro dell’attenzione politica e dell’opinione pubblica i saperi, i sapori, i frutti, le tradizioni, le innovazioni e l’arte agroalimentare del ‘made in Italy’ che vogliamo continuare a difendere, tutelare e rafforzare. La nuova politica agraria nazionale parte dunque dal territorio, e quindi con il supporto degli enti locali.
“Con la Carta di Matera – sono parole di Politi pronunciate nella Città dei Sassi in occasione della nostra Festa – si inaugura un nuovo corso delle relazioni tra agricoltori e Comuni italiani. L’agricoltura può ancora dare un contributo importante alla crescita e allo sviluppo del Paese, anche dal punto di vista dell’occupazione. Le potenzialità ci sono tutte, ma per farlo è necessario, oggi più che mai, lavorare insieme agli enti locali, stabilendo rapporti e stipulando accordi, concordando indirizzi e programmi di attività e attuando politiche sul territorio a favore di tutta la collettività. Soprattutto perché il settore primario attraversa oggi una crisi non semplice: costi e oneri burocratici in crescita, redditi in caduta verticale, scarsa mobilità fondiaria, debolezza di servizi qualificati di formazione o consulenza e scompensi notevoli nella filiera agroalimentare. Il tutto mentre l’Unione europea pone nuove sfide che non possono non essere raccolte: la riforma della Pac i cambiamenti climatici, le energie rinnovabili, le risorse idriche e la salvaguardia della biodiversità. Cambiamenti e traguardi che possono essere più facilmente raggiunti lavorando a partire dal livello comunale”.
E’ questa l’eredità politica di Politi che ci impegniamo a proseguire insieme al processo di autoriforma della Cia che ha rappresentato un traguardo indispensabile fin
dal suo insediamento alla presidenza confederale nel luglio del 2004 e che anche in Basilicata, come in tutte le altre regioni, ha coinciso con l’elezione di agricoltori alla Presidenza regionale e nei gruppi dirigenti.