“Per avviare a soluzione l’antica e mai risolta questione delle liste di attesa l’ANISAP Basilicata ha presentato da tempo proposte concrete e di facile attuazione, in gran parte “a costo zero”, innanzitutto per garantire l’effettiva integrazione-sussidiarietà tra pubblico e privato, in una parola, attraverso la regolamentazione di quelli che definiamo “pacchetti prestazioni complesse” che di fatto sono lo strumento più efficace per superare le liste di attesa”. A sottolinearlo è una nota di ANISAP Basilicata che aggiunge: “è trascorso un anno (luglio 2013) da quando il TAR di Basilicata ha dato torto all’Asm ed ha riconosciuto e dichiarato la compatibilità tra il sistema compensativo dei risparmi di settore e la normativa regionale in tema di blocco dei tetti. Si tratta dei casi di centri, ambulatori, strutture della provincia di Matera che pur avendo avuto assegnato un budget non sono stati in grado di coprirlo perché gli utenti hanno preferito rivolgersi ad altri che quindi, a loro volta, hanno superato il proprio budget e, di fatto, hanno “regalato” al Servizio Sanitario Regionale sino ad alcune decine di migliaia di euro a struttura di prestazioni realmente erogate e non pagate. La vicenda è emblematica di come le ragioni del comparto, oltre che sempre rispettose del diritto, sono motivate dalla ragionevolezza, dalla concretezza, dalla serietà di chi quotidianamente mette la propria professionalità e le proprie capacità a disposizione del cittadino in un settore vitale quale quello della tutela della salute. Le due sentenze TAR , infatti, hanno segnato un punto di svolta e dei riferimenti fondamentali nella complicata materia del convenzionamento delle strutture private accreditate, fissando dei principi di portata generale a garanzia di una maggiore certezza del diritto e a tutela della trasparenza dell’azione amministrativa.
Purtroppo nonostante la nostra tesi ha avuto riconoscimento dalla magistratura amministrativa – continua la nota – prima le due Aziende Sanitarie e poi la Giunta Regionale hanno voluto riproporre l’illegittima penalizzazione delle strutture sanitarie private accreditate con il risultato di determinare una situazione insostenibile per le stesse e al tempo stesso di aggravare i tempi di attesa, già particolarmente lunghi, specie per l’utenza che ha bisogno di prestazioni non certo di routine. I disservizi per l’utenza rilanciano la necessità di una riflessione approfondita sull’opportunità di aprire agli enti privati accreditati il sistema delle prestazioni ambulatoriali complesse nella consapevolezza che le strutture hanno risorse strutturali, professionali e tecnologiche a disposizione della sanità lucana. Queste questioni, affrontate con l’intento costruttivo, sono in diretta connessione con l’utilizzo del CUP (Centro Unificato di Prenotazione) unificato, ancora “precluso” alle strutture sanitarie private accreditate. Per noi garantire agli utenti l’accesso alle prestazioni richieste nel minor tempo possibile come contribuire al superamento della migrazione sanitaria che è in larga parte legata all’impossibilità da parte dell’utente di usufruire di prestazioni in tempi brevi non è un’impresa impossibile”.
Ago 06