Basilicata petroliferaLa nuova geografia della Basilicata è quella che potete vedere a sinistra con i permessi, le concessioni e le istanze di permesso idrocarburi che insistono sull’intero territorio regionale ed in mare. Alla mappa regionale tracciata da federalismo solidale, con il voto di ieri del senato sul nuovo art. 30 del ddl che modifica il Titolo V della Costituzione, si sostituisce quella tracciata dalle compagnie petrolifere. Una geografia che stravolge i connotati fisici e politici della regione. Ma come hanno votato, se presenti in aula, i 7 senatori lucani ? Ai lucani interessa conoscere l’espressione di voto dei senatori Giovanni Barozzino (SEL), Filippo Bubbico, Emma Fattorini, Salvatore Margiotta (PD), Vito Petrocelli (M5S), Guido Viceconte (NCD), Salvatore Tito Di Maggio (PI). Essi devono dichiarare il loro voto espresso ieri. Un voto che ha condannato la Basilicata al ruolo di “regione speciale” in materia di “petrolio e energia”.
Su queste materie lo Stato potrà esercitare una «clausola di supremazia» verso le Regioni a tutela dell’unità della Repubblica e dell’interesse nazionale. Questa espressione contenuta nel nuovo art.30 del DDL va ben oltre la definizione e rappresenta una condanna per i lucani.
Le compagnie petrolifere, ovviamente, ringraziano il governo ed il senato che ieri ha approvato la revisione del Titolo V con 176 voti favorevoli, 33 contrari e 18 astenuti. In sintesi scompare la legislazione concorrente tra Stato e Regioni mentre sono ampliate le competenze esclusivamente statali. Le compagnie minerarie faranno le loro considerazioni nelle prossime ore, unendosi al coro unanime di Renzi, Guidi, Federpetroli, UPI (Unione Petrolifera Italiana) e Assopetroli, mentre il governatore Pittella, che ha incontrato le scorse settimane il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, tenterà di spiegare argomenti che pesano come un macigno sul futuro non solo istituzionale della regione.
La «clausola di supremazia» può essere esercitata «su proposta del Governo». In sostanza il Governo può apportare con la decretazione d’urgenza modifiche in materia di autorizzazioni ambientali, decidendo di legiferare in esclusiva sulle attività petrolifere di preminente “interesse strategico nazionale”.
Una decisione che apre le porte alle compagnie minerarie sull’intero territorio regionale. Una specie di “soviet supremo”, in barba al federalismo propagandato in passato ma finito in soffitta. La “clausola di supremazia” approvata ieri, fà tabula rasa dell’intero Consiglio e giunta regionale, relega gli enti locali al ruolo di soggetto passivo nei confronti del loro territorio e azzera la sovranità popolare ed i diritti dei cittadini di decidere.
Tra le nuove competenze statali compaiono anche il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, le norme generali sul procedimento amministrativo e sulla disciplina giuridica del lavoro alle dipendenze delle P.a., la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionali dell’energia, le infrastrutture strategiche e le grandi reti di trasporto e di navigazione d’interesse nazionale. E ancora, vengono riservate allo Stato «disposizioni generali e comuni» per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, ma anche sul scuola, attività culturali, governo del territorio”.
«Spetta invece alle Regioni – dispone inoltre il nuovo art. 117 della Costituzione – la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia o funzione non espressamente riservata alla legislazione esclusiva dello Stato, con particolare riferimento alla di pianificazione del territorio regionale e mobilità al suo interno, di dotazione infrastrutturale, di programmazione e organizzazione in ambito regionale dei servizi sanitari e sociali, di promozione dello sviluppo economico locale». E ancora, «in materia di servizi scolastici» e di disciplina, «per quanto di interesse regionale, delle attività culturali» e valorizzazione ambientale alias promozione di sagre paesane, valorizzazioni enogastronomiche e marketing dei petrolieri. Ovvero “materie non espressamente riservate alla competenza esclusiva dello Stato”.
PETROLIO: PRINZI, RISOLUZIONE COMMISSIONE CAMERA SI TRADUCA IN IMPEGNO GOVERNO RENZI
La risoluzione approvata dalla Commissione Ambiente della Camera sulle trivellazioni di idrocarburi può diventare un ulteriore strumento di tutela delle comunità locali, come quelle della Val d’Agri e del Sauro, che convivono con le attività petrolifere a condizione che si traduca in impegno diretto del Governo Renzi che, invece, continua ad insistere sulla necessità, “ad ogni costo”, di intensificare l’estrazione e la ricerca.
I punti salienti della risoluzione, da quanto si è saputo, prevedono “la sospensione delle attività nelle zone di elevato rischio sismico, vulcanico, tettonico così come indicato da indagini scientifiche preventive di supporto effettuate dagli enti di ricerca; affiancare alle procedure di valutazione di impatto ambientale una accurata analisi dei costi e benefici in relazione alle future eventuali attività esplorative e di coltivazione da autorizzare in zone di pregio turistico ed economico, con particolare riguardo agli eventuali impatti negativi che tali attività possono avere sull’economia dei territori coinvolti nei diversi settori produttivi”.
Oltre a ciò, si prevede di “adottare le necessarie iniziative volte a una revisione del sistema delle autorizzazioni per le trivellazioni prevedendo il coinvolgimento del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare anche redigendo apposite griglie di valutazione in grado di recepire in modo oggettivo specifici punti di criticità quali ad esempio la presenza di falde acquifere o elevati rischi sismici e rilevanti fragilità geologiche dei territori interessati dalle ipotesi di ricerca, esplorazione e coltivazione di idrocarburi, supportate dal contributo delle analisi di ISPRA, INGV e CNR, così come il coinvolgimento degli enti locali e una maggiore trasparenza e pubblicizzazione dei risultati”.
Ci sono comunque aspetti che vanno ulteriormente specificati. La risoluzione indica infatti di “incrementare per le nuove concessioni di coltivazione le aliquote delle royalties fino al 50 per cento rispetto a quelle attualmente vigenti in funzione della produttività degli impianti di produzione di idrocarburi liquidi e gassosi estratti in mare o in terraferma, destinando una quota maggiore ai territori interessati dalle attività estrattive a titolo di compensazione per gli interventi da realizzare”. Infine, “prevedere in maniera chiara ed univoca che il parere degli enti locali sulle installazioni da assoggettare a VIA sia acquisito e vagliato nell’ambito dello stesso procedimento di VIA al fine di assicurare la previsione e la conseguente valutazione del parere degli enti locali in relazione alle istanze di rilascio di titoli minerari”.
Siamo alla conferma dell’esigenza più volte ribadita di tenere alta l’attenzione politica, istituzionale e della società civile.