Il 12 ottobre prossimo tutti i consiglieri comunali e i sindaci del Materano si recheranno alle urne per eleggere il nuovo presidente e i consiglieri della Provincia. Sono le cosiddette elezioni di secondo livello, non aperte alla cittadinanza, ma solo ai rappresentanti politici dei Comuni.
La giunta provinciale ha approvato il manuale operativo per le elezioni che prontamente è stato inviato a tutti i comuni della provincia, convocati il prossimo 28 agosto alle ore 16.30 presso la Sala consiliare della Provincia, al fine di organizzare un utile confronto su possibili dubbi interpretativi.
La riforma Delrio entra dunque nel vivo. Le tappe per andare al voto sono le seguenti.
Entro il 2 settembre sarà costituito presso l’Ente l’ufficio elettorale provinciale composto dal segretario generale che lo dirige, da 5 componenti effettivi e da 5 supplenti scelti tra il personale dipendente della Provincia.
Tra l’8 e il 10 settembre 2014 i segretari comunali invieranno all’ufficio elettorale provinciale l’elenco con le generalità complete di ciascun sindaco e consigliere comunale aventi diritto al voto.
Le candidature dovranno essere presentate all’ufficio elettorale provinciale dalle ore 8.00 del 21° giorno alle ore 12:00 del 20° giorno antecedente la votazione e quindi dalle ore 8.00 del 21 settembre alle ore 12:00 del 22 settembre.
L’ufficio elettorale, effettuate le prescritte verifiche, pubblicherà l’elenco delle candidature entro l’8° giorno antecedente la votazione e quindi entro il 4 ottobre.
Le liste dei candidati alla carica di consigliere dovranno essere composte da minimo 5 e da massimo 10 candidati e dovranno essere sottoscritte da almeno il 5% degli aventi diritto al voto.
Le candidature alla carica di presidente dovranno essere sottoscritte, invece, da almeno il 15% degli aventi diritto al voto.
Sono eleggibili alla carica di consigliere provinciale i sindaci e i consiglieri comunali in carica e, limitatamente alle prime elezioni, anche l’attuale presidente e i consiglieri provinciali uscenti (che però non votano).
Alla carica di presidente sono eleggibili i sindaci il cui mandato scada non prima di 18 mesi dallo svolgimento delle elezioni.
Il Consiglio provinciale di Matera sarà composto da 10 consiglieri e resterà in carica 2 anni mentre il presidente durerà in carica 4 anni.
La proclamazione dei risultati delle elezioni avverrà a cura dell’Ufficio elettorale provinciale il giorno stesso delle operazioni di scrutinio o, al massimo, il giorno successivo.
In particolare, per ciò che concerne il presidente, l’ufficio elettorale procederà per ogni candidato alla carica di presidente nel seguente modo:
– accertamento per ogni candidato del numero dei voti allo stesso attribuiti dagli elettori di ciascuna fascia demografica;
– moltiplicazione per ogni fascia del numero dei voti attribuiti ad ogni candidato per il relativo indice di ponderazione del voto e somma dei voti ponderati così ottenuti in tutte le fasce, accertando perciò la cifra complessiva dei voti ponderati di ciascun candidato;
– formazione della relativa graduatoria;
– proclamazione dell’ elezione alla carica di presidente della provincia del candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti ponderati.
In caso di parità di voti, verrà proclamato eletto il candidato più giovane di età.
Analogamente il responsabile dell’ufficio elettorale procederà alla proclamazione dell’elezione dei consiglieri provinciali, provvedendo ai seguenti adempimenti preliminari:
– accertamento, per ogni lista e per ogni candidato, del numero dei voti attribuiti dagli elettori di ciascuna fascia demografica;
– moltiplicazione per ogni fascia del numero dei voti attribuiti ad ogni lista e ad ogni candidato per il relativo indice di ponderazione del voto e somma tra di loro, sempre per ogni lista e per ogni candidato, dei voti ponderati così ottenuti in tutte le fasce, accertando perciò la cifra elettorale ponderata di ogni fascia e la cifra individuale ponderata di ciascun candidato;
– formazione per ogni lista della relativa graduatoria dei candidati, secondo l’ordine decrescente delle rispettive cifre individuali ponderate;
– assegnazione a ciascuna lista del numero dei consiglieri spettanti in applicazione del metodo d’Hondt.
L’Ufficio elettorale procederà quindi alla proclamazione dell’elezione alla carica di consigliere provinciale dei candidati di ciascuna lista seguendo l’ordine della graduatoria delle cifre individuali ponderate.
A parità di cifra individuale ponderata, verrà proclamato eletto il candidato appartenente al sesso meno rappresentato tra gli eletti della lista e, in caso di ulteriore parità, il candidato più giovane di età.
«Le Province ci sono ancora e continuano a rappresentare le istanze del territorio al quale devono rispondere, per il momento, su materie importanti – evidenzia il presidente in carica Franco Stella – e anche se tra mille difficoltà, amplificate dai cospicui tagli del governo centrale, stiamo continuando a lavorare per provare a tutelare i cittadini. Questa fase particolarmente delicata ci vedrà impegnati in una operazione di coordinamento rispetto alla quale sarà importante la collaborazione dei sindaci dei Comuni dell’intera provincia che abbiamo convocato proprio per definire un percorso elettorale il più chiaro e trasparente possibile.”
DC-LIBERTAS: RIFORMA PROVINCE, SI AFFRONTA SOLO IN TERMINI FORMALI
Per avviare la nuova fase istituzionale e politica delle Province di Potenza e di Matera affrontare la scadenza del 12 ottobre prossimo solo in termini formali e burocratici in attuazione della cosiddetta riforma senza una strategia precisa che riguarda compiti, funzioni e risorse delle autonomie locali che da noi riguardano Comuni ed Aree Programma non produrrà alcun beneficio alle nostre comunità, anzi rischia di produrre solo disservizi nei delicati settori della viabilità, traporti, Centri per l’Impiego, edilizia scolastica. E’ il pensiero del segretario regionale DC-Libertas Giuseppe Potenza per il quale due elementi dovrebbero alimentare il dibattito nelle prossime settimane: i nuovi Consigli provinciali saranno nelle mani degli amministratori-elettori delle città e dei Comuni maggiori; l’unico taglio vero è quello che riguarda la democrazia e la partecipazione dei territori. Infatti leggendo tutto di un fiato la disciplina per il rinnovo degli organi provinciali del 12 ottobre e le riforme costituzionali targate Renzi sopravviene una inquietante sensazione. Vi sono innanzitutto crepe che evidenziano una inedita rottura addirittura dell’uguaglianza elettorale dei cittadini nelle Istituzioni, con la retrocessione degli abitanti delle aree rurali a tutto vantaggio di quelle urbane. Inoltre – aggiunge il segretario DC-Libertas – da noi è tutto rinviato per il riordino delle Aree Programma e la costituzione dei consorzi o unioni dei Comuni più piccoli. Personalmente ho qualche dubbio che la novità possa produrre maggiore coesione tra i territori, potendosi prevedere al riguardo prese di posizione ispirate a sospetto e accuse di prevaricazione rispetto a una situazione di parità rappresentativa, quantomeno dal punto di vista nominale. A ben guardare, l’unico risparmio conseguito finora è stato quello ottenuto dalle indennità dei presidenti e degli assessori e dai gettoni di presenza dei consiglieri. Parliamo di 78 milioni di euro. Spiccioli rispetto al miliardo sbandierato ai quattro venti del governo e a un debito pubblico di oltre duemila miliardi di euro. Tutte le Province italiane hanno speso l’anno scorso in servizi ai cittadini complessivamente 10 miliardi di euro (l’1,27% della spesa pubblica italiana), contro i 67 dei Comuni e i 164 delle Regioni.
La legge Delrio prevede in via transitoria – in attesa della riforma costituzionale – che l’abolizione delle elezioni e la scomparsa del personale politico retribuito azzerato (giunte sostituite da un’assemblea di sindaci e consigli formati con elezioni di secondo livello), ma le competenze restano inalterate e i decreti attuativi non sono stati ancora emanati. Tutte le funzioni ad esse attribuite dalla Carta – edilizia scolastica, strade, welfare, centri per l’impiego oltre ad altre funzioni delegate dalle Regioni – restano inalterate in capo alle gestioni commissariali guidate da prefetti, i quali però devono garantire gli stessi servizi senza risorse economiche. Dal governo Monti in poi, gli esecutivi hanno tagliato i trasferimenti alle Province, nonostante queste continuino ad erogare servizi, a dover pagare gli stipendi di centinaia di migliaia di dipendenti in tutta Italia. A nostro parere dunque le elezioni provinciali, per quanto di secondo livello e indirette, devono rappresentare momento importante di confronto e di dibattito per i consiglieri comunali e anche per i cittadini, consapevoli protagonisti di un’area vasta finalmente normata.