Altragricoltura informa con rammarico in una nota che è stata recapitata la risposta al tentativo di mediazione e di trasparenza. Di seguito la nota integrale.
la Procura della Repubblica inquisisce Gianni Fabbris per la sua attività in difesa dell’azienda Conte e propone per lui gli arresti domiciliari. La questura ha notificato un provvedimento restrittivo con l’obbligo per Gianni Fabbris di non uscire da Policoro ed esegue due perquisizioni alla ricerca di documenti sulla vicenda Conte.
Gravissimo il tentativo di limitare l’esercizio della mediazione sindacale: prepariamo la risposta.
Questa mattina si è tenuta la conferenza stampa a Matera presso la sala parrocchiale della Chiesa di Sant’Agnese di rione Agna in cui sono intervenuti Angelo Festa (presidente della Fondazione Famiglia e Sussidiarietà), Don Basilio Gavazzeni (presidente della Fondazione Antiusura Monsignor Cavalla), Antonio Melidoro (Avvocato del Soccorso Contadino), Leonardo Conte (allevatore esecutato la cui azienda è stata comprata all’asta dal vicino di podere) e Gianni Fabbris, coordinatore nazionale di Altragricoltura e portavoce del Comitato per la Difesa delle TerreJoniche. La conferenza aveva fra i suoi obiettivi quelli di riproporre il terreno del confronto e della mediazione oltre che della trasparenza sulla vicenda dell’azienda di Leonardo Conte ed Angela Ergastolo e quello di dare conto del fatto che il tribunale di Matera, in risposta ad una istanza dell’Avv. Melidoro tesa a far prendere atto di problemi nell’esecuzione della procedura (come il Comitato per la Difesa di Angela e Leonardo sta lamentando da tempo), ha disposto la comparizione delle parti per il giorno 4 settembre per poterli valutare e discutere.
Un atto che il Comitato ha dichiarato in conferenza stampa importante perchè riconosce il diritto (che fin’ora il Comitato e le parti interessate non erano riuscite a far valere nella sede delle esecuzioni come era stato più volte chiesto) e per cui Fabbris aveva invitato alla cautela nella gestione della procedura ed alla opportunità di sospendere in attesa dell’udienza del 4 settembre. Ancora una volta un appello alla ragionevolezza, dunque, che si aggiunge alle tante prese di posizione in questa direzione da parte di molti cittadini e di autorevoli rappresentanti istituzionali.
Al termine della conferenza stampa, Gianni Fabbris è stato invitato in Questura a Matera dove gli è stato notificato un provvedimento in relazione alla sua attività sindacale per difendere l’azienda Conte da cui si evince la richiesta da parte del Pubblico Ministero di arresti domiciliari e l’emissione di un provvedimento restrittivo con l’obbligo di dimora per Fabbris che non può uscire dal Comune di Policoro e che (soprattutto) non può recarsi nell’azienda Conte (che è in agro di Tursi); il provvedimento è giustificato, fra l’altro, con la prossima scadenza del 25 Agosto in cui l’Ufficiale Giudiziario dovrebbe eseguire nuovamente il tentativo di accesso (anche se un giudice ha fissato la comparizione delle parti sulla opposizione depositata dall’Avvocato Melidoro per il 4 settembre).
Fabbris e Conte sono stati accompagnati nelle proprie abitazioni dalla forze di polizia che hanno eseguito una perquisizione alla ricerca di documenti sensibili sul Caso Conte a casa di Fabbris che si è conclusa formalmente con esito negativo mentre alle ore 15 è ancora in corso quella a casa di Conte.
Chiarissimo il tenore della risposta ai tentativi di compromesso ed all’esercizio della mediazione sindacale messa in campo in questi mesi dal Movimento guidato da Gianni Fabbris ed alle altre realtà associative che lo stanno supportando: è chiaro il tentativo di limitare l’efficacia e gli spazi per l’esercizio della funzione sindacale che in questi anni Altragricoltura si è sforzata di interpretare con l’unico obiettivo difendere interessi generali e collettivi.
Questa sera è convocato a Policoro il Direttivo di Altragricoltura e il Coordimento TerreJoniche e domani sera alle ore 19 presso la Sala Parrocchiale della Chiesa Madre di Policoro è convocata un’assemblea per organizzare la risposta. La risposta non potrà che essere di continuare a lavorare per tenere aperti gli spazi di difesa dei diritti delle comunità.