Giuseppe Potenza, segretario regionale DC-Libertas, commenta l’intervista “a tutto campo” del giornalista Telese al Presidente Pittella a Maratea. Di seguito la nota integrale.
Nell’intervista “a tutto campo” del giornalista Telese al Presidente Pittella a Maratea leggo due messaggi più importanti. Sul fronte esterno: nessuno sconto al Premier Renziano sui grami temi della Basilicata (petrolio-royalties innanzitutto). Sul fronte interno (Pd e centrosinistra): non è più tempo di congiure e bastoni tra le ruote. Per entrambi troverà il sostegno convinto dei cattolici impegnati in politica che credono nel valore primario della vita e quindi nel futuro della Basilicata che non può morire in autunno. Saremo tra i primi a smascherare nuovi e vecchi congiurati e ad indicare la bussola della strada smarrita della “rivoluzione democratica” chiamando a raccolta cattolici, progressisti, riformatori, mettendo insieme le due culture che registrano i maggiori consensi popolari, quella cattolica e quella della sinistra riformista, senza dover passare per forza attraverso il Pd, partito egemone che è tutto e l’opposto di tutto. E’ il modo migliore per ricordare Alcide De Gasperi e con lui Aldo Moro che ha segnato la fase storica della contaminazione tra cattolici e sinistra. Per noi l’indignazione e la protesta contro gli abusi e la corruzione dilaganti ad opera di tanti esponenti della politica, quello che i Vescovi lucani chiamano “profondo disagio morale” vanno trasformati in proposta di cittadinanza attiva a cui dar seguito attraverso un nuovo patto di corresponsabilità tra politica e cittadini, attraverso un dialogo coraggioso tra le varie sensibilità politiche, in particolare su alcune questioni non rinviabili che minano la crescita e lo sviluppo del nostro territorio.
È un clima generale di smarrimento. La sfiducia è anche il prezzo amaro pagato da chi ha creduto nelle promesse dell’economia virtuale della finanza, fatta passare per economia reale. La sfiducia è quella che si esprime nella disaffezione dall’impegno politico di base, come dalla militanza vissuta con passione per cause di giustizia, di pace e di promozione umana. Senza fiducia, però, non si va da nessuna parte. Per ultimo accenno alla “tristezza individualista” che caratterizza l’attuale momento storico, una tristezza che si può vincere con la politica strumento di servizio. Il grande rischio del mondo attuale è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Per non lasciarsi rubare la speranza è necessario però riscoprire le ragioni della solidarietà: dalla crisi non si uscirà se non insieme e con l’impegno di tutti verso gli ultimi.
Ago 23