Rossana Florio, vice segretaria regionale Centro Democratico, in una nota torna ad occuparsi del mondo della scuola e chiede di mettere fine a “campagna” insegnanti lucani e meridionali che “rubano” la cattedra a quelli del Nord.
In alcune regioni del Nord è già scattata la “campagna” contro gli insegnanti precari della Basilicata e delle altre regioni del Sud che “rubano” il posto ai trevigiani, ai torinesi, ai genovesi. Tra i precari che nel tempo hanno accumulato centinaia di punti e che, nonostante non avessero ottenuto l’immissione in ruolo nella loro provincia, erano riusciti lo stesso nello scorso anno scolastico a lavorare con le supplenze, ma adesso rischiano di non ottenere nessun incarico nelle loro province di residenza, a causa del rientro dei giovani docenti, ci sono alcune migliaia di lucani. Il fenomeno migratorio riguarda per la maggior parte i precari che hanno superato i 40 anni di età, e che fino a ora hanno lavorato qua e là, senza un posto fisso, senza diritto a scatti di anzianità e senza ferie pagate. Essi hanno lasciato le loro famiglie e hanno abbandonato il Meridione. Si parla di scelta di vita, ma è una necessità che soprattutto per le donne rappresenta un sacrificio dei propri sogni, rinunciando a mettere su famiglia. Vien da chiedersi se la Lega non tornerà a proporre, come fece qualche anno fa, una legge apposita per bloccare questo esodo e “mettere al riparo” i docenti del nord dalla concorrenza dei colleghi meridionali introducendo una riserva. Siamo pertanto di fronte alla riedizione della “guerra tra poveri” alimentata, questa volta, dal provvedimento di reclutamento docenti deciso dal Ministero dell’Istruzione che autorizza l’attivazione di 2.055 nuovi posti da insegnante rispetto a quelli prefissati. Tuttavia, l’incremento dei docenti, dovuto alle iscrizioni degli alunni presentante con ritardo e ai casi di classi particolari segnalati nelle passate settimane dai presidi, penalizza ancora una volta le regioni del Sud e in particolare Puglia, Abruzzo e Basilicata. E’ dunque un circolo vizioso che va spezzato quanto prima, innanzitutto mettendo fine a campagne contro i docenti del Sud che trovano spazio su quotidiani veneti. E’ il caso di ricordare che negli anni passati la Regione Basilicata ha impiegato risorse proprie (comunitarie) per garantire a migliaia di docenti precari di non restare a casa o di essere costretti ad emigrare al nord attivando corsi ed attività scolastici di contrasto al fenomeno della dispersione scolastica e in corsi di recupero.