Vittorio Prinzi, già consigliere provinciale, denuncia in una nota che all’ospedale di Villa d’Agri è in attività una sola pediatra. Di seguito la nota integrale.
All’Ospedale di Villa d’Agri è in attività una sola pediatra che, ovviamente, non riesce a far fronte alla continue richieste delle famiglie del comprensorio. E’ il segnale di progressivo smantellamento dei servizi ospedalieri che fa seguito alla chiusura del Punto Nascita. Ma contestualmente è l’ulteriore segnale di grave disattenzione, innanzitutto istituzionale, perché anche sulla situazione del reparto di pediatria, nota da tempo, non si registrano iniziative e tanto meno prese di posizione “formali” di sindaci e rappresentanti politici della Val d’Agri. Continuo ad insistere nella sollecitazione al Presidente Pittella e all’Assessore Franconi perchè il programma di visite negli ospedali della regione comprenda, quanto prima, anche quello di Villa d’Agri per consentire alla Giunta Regionale di toccare con mano problematiche ed esigenze di tutela della salute delle popolazioni valligiane, oltre che favorire il confronto con gli operatori dello stesso ospedale.
Non si tratta di garantire “comunque” la nascita in condizioni di sicurezza minimizzando i rischi per la mamma e il bambino pure in assenza di un punto nascita sotto casa, come vorrebbe farci credere la Giunta Regionale. Né qualcuno ha mai messo in dubbio l’efficacia dei “protocolli” Regione-Aziende Sanitarie-ospedali. I problemi sono altri – e non certo quelli del pernottamento e del pasto per i familiari delle partorienti che saranno offerti gratuitamente dall ‘A.O. San Carlo e dalla Consulta del Volontariato (è comunque un gesto “nobile” e per questo da riconoscere) – con il rafforzamento della mia preoccupazione: l’abolizione dell’attività di parto nell’Ospedale di Villa d’Agri non ha suscitato nessun clamore e alcuna reazione da parte dei Sindaci e della politica in Val d’Agri; è vero che si è trattato di una morte annunciata e che già due anni fa si riuscì ad ottenere solo una deroga da parte del Ministero della Sanità, richiesta dalla Regione, ma avrebbe potuto essere questo il momento di una presa di coscienza di tutti i rappresentanti delle istituzioni locali sia rispetto al futuro dell’Ospedale, al potenziamento di altri reparti o alla istituzione di nuovi servizi per il territorio, sia rispetto al problema demografico e quindi al tema più generale dello sviluppo, perché anche su questo abbiamo a che fare con i numeri. E dopo la chiusura del Punto nascite presso l’Ospedale di Villa d’Agri dove numerosi servizi e prestazioni ospedalieri continuano ad essere appesi ad un filo, tocca adesso alla chiusura degli Uffici dell’Agenzia delle Entrate. Una scelta sempre in nome della strategia “spending rewiev” che si rivela ancora più penalizzante per le aree e i ceti sociali più deboli del Paese e tanto più incomprensibile ed inspiegabile alla luce della volontà manifestata dal Comune di Montemurro di sostenere le spese di funzionamento del locale Ufficio. Villa d’Agri nel corso degli anni ha già perso troppi uffici pubblici con conseguenze negative dirette sui cittadini costretti a raggiungere Potenza per sbrigare le solite pratiche burocratiche. Solo una mobilitazione popolare può invertire questa tendenza di spoliazione di centri e strutture nel comprensorio del petrolio che continua a rinnovare la contraddizione di terra di ricchezza petrolifera e di povertà di servizi. La società civile, la politica e le istituzioni locali della Val d’Agri devono sostenere con convinzione e impegno l’iniziativa della Camera del Lavoro-Cgil della valle per contrastare i continui e ripetuti tentativi di ridimensionamento dei servizi pubblici per il comprensorio.
Ago 30