L’integrazione definitiva tra cultura e turismo è sicuramente l’aspetto di maggiore rilievo della riorganizzazione del Ministero dei Beni e delle attività culturali deciso ieri dal Governo che non mancherà di produrre benefici diretti ed indiretti anche per la fruizione dei beni culturali lucani dando maggiori prospettive alla “stagione d’oro” che vive il turismo culturale della nostra regione come evidenzia l’Apt. E’ il commento di Piero Scutari, presidente del Centro Studi Turistici Thalia aggiungendo che il provvedimento punta a rendere l’amministrazione dei beni culturali più snella, efficiente e economica attraverso l’ammodernamento della struttura centrale e la semplificazione di quella periferica. Resta l’amaro in bocca – continua – per non avere nessun sito lucano tra i 20 musei e siti archeologici di interesse nazionale dotati di piena autonomia gestionale e finanziaria. E’ anche questo un segno dello scarso peso istituzionale per non parlare di quello dirigenziale degli uffici periferici del Mibac. Ma siamo fiduciosi della svolta manageriale che si vorrebbe introdurre nella gestione dei beni culturali e di cui c’è grande bisogno in Basilicata. La “querelle” alimentata la settimana scorsa nei nostri confronti dal Soprintendente per i Beni Archeologici della Basilicata Antonio De Siena ne è la testimonianza più eloquente. Le nostre “osservazioni” sui problemi esistenti nel Parco Archeologico di Venosa non erano affatto banali, nè superficiali, superficiale è invece – aggiunge Scutari – la leggerezza con il quale il sovrintendente, risponde a delle valutazioni che hanno solo lo scopo di stimolare una maggiore qualità nel gestire e rendere fruibili le risorse archeologiche della Basilicata e di Venosa. Se stimolare alla qualità, per chi dovrebbe governare il prodotto archeologico di Venosa, significa superficialità allora la strada del turismo archeologico è tutta in salita. Migliorare, facilitare la fruibilità dei bene, fare le cose sempre meglio, è un processo continuo, chiunque solleciti qualità dovrebbe essere sempre il benvenuto. Noi ci occupiamo di turismo e di turismo culturale da oltre trent’anni: i componenti del Centro Thalia promuovevano la Basilicata, dai primi anni 80, quando non esisteva nessuno che faceva incoming. Conosciamo il territorio, conosciamo le esigenze dei turisti, sappiamo che l’ospitalità parte prima di tutto dal buon senso, l’ospitalità è fatta da cose semplici ovvie. Superficialità è che queste cose semplici ed ovvie spesso non ci sono e noi non ci vergogniamo ad evidenziarle, perché non bisogna mai vergognarsi di migliorare. Certo capiamo che ci sono funzionari-dirigenti della sovrintendenza da decenni passano il tempo, in uffici dove quasi nulla accade, e che questo può essere molto frustrante, ciò non toglie, che se i servizi elementari di accoglienza e di fruibilità dei beni culturali ed archeologici non sono adeguati, i cittadini e le organizzazioni turistiche, hanno il diritto di alzare la voce, perché gli uffici e le persone incaricate sono pagate con i soldi della comunità. Anche per questo diamo credito alla scelta del Ministro Franceschini che ha deciso il taglio delle figure dirigenziali (37 dirigenti in meno) e di fare ricorso a direttori altamente specializzati e selezionati con procedure pubbliche. Franceschini si è rivolto esplicitamente ai privati perché partecipino attivamente alla valorizzazione del patrimonio culturale anche godendo di benefici fiscali, ma finora non sembra che i suoi appelli abbiano avuto un grande seguito specie al Sud. Per una valorizzazione e gestione più efficiente del patrimonio culturale, la riforma – conclude il presidente del C.S. Thalia – non dovrebbe però limitarsi a una riorganizzazione del dicastero, ma dovrebbe essere più collegata al rilancio del turismo, tanto più che questo importante settore gli stranieri hanno speso in Italia lo scorso anno circa 70 miliardi di euro. Inoltre è indispensabile un maggiore coordinamento, ma innanzitutto un chiarimento dei rapporti fra potere centrale e quello degli enti locali. Una scelta strategica di fondo dovrebbe poi riguardare il coinvolgimento di quel mondo della cultura e di quella classe dirigente di successo, che finora si è tenuta ai margini delle attività pubbliche.
Ago 30
ho letto il commento fatto da De Siena a Thalia, un tormentone riportato da Basilicatanet. Mo mi debobno fare incazzare e produco le carte.