La decisione di avviare, da parte del Dipartimento Salute, un lavoro propedeutico per la revisione dell’attuale sistema di determinazione del fabbisogno delle prestazioni e dei tetti di spesa delle strutture sanitarie private accreditate rappresenta un primo ed importante step per interrompere il torpore fin qui registrato che rischia di produrre una catastrofe per strutture e pazienti. E’ il commento di Sanità Futura in una nota a firma del presidente Michele Cataldi. Siamo di fronte a primi impegni che fanno seguito all’audizione tenuta in Quarta Commissione del Consiglio Regionale che – ricorda Sanità Futura – si concluse con la disponibilità del Presidente Luigi Bradascio di promuovere un approfondimento presso il Dipartimento Salute. Diamo atto al presidente Bradascio dell’assolvimento di quell’impegno che siamo certi – è scritto ancora nella nota – lo vedrà continuare il lavoro, insieme ai componenti della stessa Commissione appartenenti a tutti i gruppi politici, perché si consenta con il nuovo anno, iniziando da subito, di definire una nuova mappa dei fabbisogni che ottemperi le esigenze di salute che provengono dal territorio e di rideterminare per le strutture sanitarie accreditate i relativi tetti di spesa.
Nel frattempo però, l’ammalato è in emergenza di vita (per usare una metafora medica), è in emorragia, e se non si interviene all’istante la terapia che si è pensata per il 2015 non avrà più senso, perché l’ammalato muore oggi. E’ del resto il sindacato, nello specifico la Uil-lavoratori sanità, a sottolineare che “la tenuta dei livelli occupazionali nella sanità privata accreditata della Basilicata è allo stremo” dando maggiore rilevanza alla nostra analisi oltre che a rinnovare l’invito, da noi più volte espresso, di un “tavolo regionale” dedicato alla sanità privata accreditata. Quindi, anche il voler verificare, a consuntivo, le attività dell’anno 2014 con la possibilità di utilizzare parte degli eventuali risparmi di settore da ridistribuire nel sistema, sarà drammaticamente inutile. La questione è abbastanza semplice: per salvarci dal collasso immediato è necessario un “ravvedimento operoso” da parte delle istituzioni regionali e delle AASSLL. Infatti, i fondi per le prestazioni erogate e non pagate (risparmi di settore, cioè generati dalle stesse strutture) già c’erano, non riguardano il futuro, solo che sono stati letteralmente scippati in modo unilaterale dalla Regione e su iniziativa delle AASSLL che dovevano ripianare i propri bilanci in disavanzo evidentemente causati da sprechi e sperperi non più accettabili data la situazione.
La Regione, infatti, sembra aver dimenticato che il nostro settore è l’unico, in questo sistema sanitario malato di ipocrisia, a cui è imposto l’invalicabilità dei tetti di spesa. Della serie che, se i pazienti hanno bisogno di prestazioni, e le strutture le erogano, queste non vengono pagate se si eccede sul tetto di spesa complessivo. E però, se una struttura eroga meno prestazioni rispetto a quelle preventivamente programmate (risparmi di settore) ed un’altra ne eroga di più, queste devono essere giustamente pagate perché non causano aumento della spesa totale.
Ma la Regione ha fatto di peggio in questi anni. Non solo ha dimenticato il valore delle strutture accreditate per l’abbattimento delle liste di attesa ed il saldo di emigrazione sanitaria, non ha nemmeno onorato e né pagato quello che era stato sottoscritto con propri atti, anzi, ha anche sottratto al settore i risparmi da questo generati per farne altro. Ed oggi questo settore è allo stremo, è in emorragia conclamata.
Sanità Futura annuncia perciò per questa settimana un’assemblea di categoria che approfondirà le questioni e determinerà immediate azioni, anche drastiche, da compiere per il rilancio della strategia dell’associazione (racchiusa nello slogan “microriforme per macrorisultati”) per affrontare i problemi più evidenti (Liste di attesa; Saldo di mobilità passiva; Bassa efficienza del sistema). In questo momento una micro riforma può essere data anche da una micro delibera di giunta, che avrebbe un evidente macro risultato: “il ravvedimento operoso” che significherebbe, come si chiede ad ogni cittadino, accorgersi di un proprio errore e provvedere al suo rimedio, recuperando così un vulnus alla credibilità ed alla rispettabilità delle istituzioni.
Michele Cataldi, Sanità Futura