Gli “attacchi” all’ARA sono ingiustificati?
“…. CONSTATA la mancanza di filiere produttive organizzate e strutturate per la carne podalica, per quella del suino nero lucano e dell’agnello delle Dolomiti Lucane, e ritenuto opportuno migliorarne la produzione, al fine di ottenere una materia prima ineccepibile dal punto di vista organolettico e sanitario e tale da poter essere commercializzata in un prodotto certificata …. Delibera …”.
Queste le parole testuali della Deliberazione di Giunta Regionale n. 874/ 2014 con la quale vengono stanziati 50.000,00 euro per le “Azioni a sostegno della sicurezza alimentare, tracciabilità e qualità delle produzioni di origine animale”.
Per Palmiro Ferramosca, Presidente dell’ARA, Associazione Regionale Allevatori, beneficiaria del contributo, le constatazioni, che vengono riportate in un atto della Giunta Regionale e sulla base delle quali vengono investite risorse pubbliche, sono “frasi di prassi usate dagli estensori dei deliberati”.
Nella nota, diffusa a mezzo stampa, il Presidente dell’ARA sostiene che i contenuti delle delibere di Giunta non sono altro che un copia e incolla e si limita ad elencare una long list, ormai nota a tutti, di alcune produzioni tipiche lucane, dimenticando lo stato di abbandono in cui versano gli operatori del settore che lo stesso Ferramosca dovrebbe rappresentare.
La Carne podolica, marchio di pregio della nostra Regione, sta subendo una vera e propria aggressione di mercato da altre produzioni italiane più affermate e più valorizzate, il valore aggiunto tanto sbandierato dal Presidente dell’ARA è pressoché inesistente.
Stesso discorso vale per l’Agnello delle Dolomiti lucane e per il suino nero, produzioni con ampie potenzialità, che, come dice lo stesso Ferramosca, sono di interesse per la conservazione della biodiversità, ma che sono ancora all’anno zero per la costruzione di una filiera produttiva.
Ma il Presidente dell’ARA forse è più impegnato ad interloquire con gli ambienti della politica lucana che ad occuparsi del settore zootecnico della Basilicata.
In conclusione, Ferramosca ci dice che € 50.000,00 di denaro pubblico sono stati concessi all’ARA per prassi e non per esigenze concrete, poiché, come egli stesso afferma, si tratta di un settore maturo, capace oramai di autoalimentarsi grazie alle economie che produce e non bisognoso di contributi pubblici.
Ci sentiamo, quindi, in obbligo di affermare che, in periodo di spending review, non è il caso sperperare soldi per mera prassi ma è meglio destinarli ad attività veramente bisognose di incentivi pubblici.
Inoltre, chiediamo formalmente al Presidente della Regione se quanto viene riportato nelle deliberazioni della Giunta rappresenta solo “frasi di prassi usate dagli estensori dei deliberati” come sostiene il Presidente Ferramosca. In questo caso sarebbe opportuno revocare la deliberazione in questione e fare più attenzione per il futuro a non commettere errori del genere. Si tratta sempre di soldi pubblici e bisogna averne rispetto.
Altrimenti invitiamo Pittella a smentire il Presidente dell’ARA.
Consigliamo, poi, al buon Ferramosca di fare attenzione a sottoscrivere frettolosamente comunicati ed a farsi un giro per le aziende lucane per rendersi conto dell’esistenza o meno delle filiere di commercializzazione.
In tutti i casi, rimaniamo fermi sulle nostre posizioni: finanziare attività e o enti che da anni si rivelano inutili non ha altro nome che sperpero di denaro pubblico.
Potenza, 10 settembre 2014
Gianni Rosa, Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale