Pietro Tarasco, cinquantenne materano, incisore e pittore, artista elegante e carico di forte umanità, ha dato alle stampe “Percorso D’arte”, un lungo itinerario di vita interiore tra gioie e amarezze, tra arte e natura, tra poesia e immagini, ricche di inchiostri, matite e colori ormai indelebili. Con quella che una volta era definita la mano del diavolo, quella mancina. Edito da Campanotto, per la Collana Le Carte nascoste, nel volume Pietro Tarasco ripercorre le tappe salienti della sua carriera artistica.” La prefazione è del prof. Giovanni Caserta. Il volume è ricco di disegni in bianco e nero che esprimono l’intensità interiore di un artista. Il volume si sviluppa partendo dalle fondamenta del passato materano che si manifesta attraverso le espressioni semplici presenti nei volti della gente, nella voce dei genitori, nella gestualità del vivere quotidiano. La condizione di mancino non lo isola. Anzi sa adeguarsi sin da bambino a quello che erano le imposizioni ad usare la mano destra. Interessante la descrizione che Marasco fa sul mancinismo:“Prima pensavo che tutti i mancini fossero uguali, che tutti assumessero gli stessi comportamenti. Alcuni si definivano tali perché calciavano la palla con il piede sinistro, pur mangiando e scrivendo regolarmente con la mano destra. O al contrario usavano la mano sinistra per scrivere, ma non per mangiare. E infine ci sono quelli che scrivono con la mano sinistra ma non sanno scrivere da destra verso sinistra. Mancini “puri” e “veri”, invece sono quelli che utilizzano tutto il lato sinistro del proprio corpo. Ho così arricchito le mie nozioni sull’essere mancino, con tutti gli aspetti negativi e positivi. Molti dei miei lavori artistici , in passato, sono stati creati con le due mani, a “specchio”. Ma mi resi conto che quel modo di fare non mi consentiva di ammirare il mondo nella sua pienezza. Ripresi ad usare la sola mano sinistra, la mia vera mano, “quella del mio cuore”, che da sola poi mi ha guidato per lunghi anni nel segnare, in modo più o meno profondo, tutti i miei sogni. Il mio lavoro artistico si è sviluppato e modificato lentamente (…). Ho dedicato un pensiero anche al mancino Leonardo da Vinci: “ Dico ai pittori che mai nessuno deve imitare lo stile di un altro, in quanto sarà considerato nipote e non figliolo della natura, perché essendo le cose naturali in abbondanza, piuttosto si deve ricorrere ad essa che ai maestri che da quella hanno imparato”.
Il prof. Caserta: “ Pietro Tarasco è nato mancino totale. L’errore nei suoi confronti, come anche nei confronti degli altri come lui , è stato quello di considerare siffatta caratteristica naturale come una deviazione della natura, se non segno dell’intervento di qualche forza malefica(…)”. “Tarasco ripercorre tutte le tappe della sua vicenda tra travagli, sofferenze e superamenti e adesso è considerato uno dei grafici più raffinati del nostro Paese. Lo confermano i numerosi attestati ottenuti a livello locale, nazionale ed europeo”. Tarasco ha pubblicato numerose cartelle su testi di scrittori e poeti italiani del Novecento (Tozzi Pavese, Caproni, Luzi, Lolini, Trinci). Ha illustrato anche testi letterari di Sinisgalli, Nigro, Luigi Guerricchio, Luc Van den Briele, Mario Luzi, Richard Turkiewicz.