“Dal calo del Pil lucano nel secondo trimestre, secondo i dati Unioncamere, non si salva alcun settore produttivo; solo l’agricoltura continua a crescere con un aumento del 3,1 per cento del valore aggiunto (3,5 per cento in provincia di Potenza e 2,7 per cento in quella di Matera. E’ una nuova conferma della vitalità e della tempra dei nostri imprenditori agricoli che, pur in presenza di numerosi ostacoli economici, dal ‘credit crunch’ alla burocrazia elefantiaca, all’andamento climatico sfavorevole, alle ripetute crisi di mercato, continuano a tirare avanti assicurando produttività e lavoro in controtendenza rispetto all’andamento generale”. Ad affermarlo è Antonio Nisi, presidente regionale della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata che aggiunge: “anche il calo di solo 1 punto percentuale dell’occupazione agricola è da considerare positivo nell’ambito dell’emergenza lavoro più generale. Non sottovalutiamo però che al 30 giugno scorso sono state cancellate dagli albi delle Camere di Commercio di Potenza e di Matera 512 aziende e che nell’export l’agroalimentare ha mostrato qualche cedimento (-6,7%), riflettendo soprattutto le minori vendite dei prodotti agricoli non lavorati
(-9,2%), mentre i prodotti dell’industria di trasformazione hanno contenuto le perdite al 3,3%. Purtroppo la situazione di stagnazione del Paese, con i consumi fermi e la deflazione a tavola, oltre al maltempo e al crollo dei prezzi praticati sui campi, hanno bloccato la risalita. Infatti, qualche segno positivo non basta a risolvere tutti i problemi del comparto: la situazione delle aziende resta difficile -continua il presidente della Cia – anche per colpa della persistente stagnazione dei consumi domestici, prima di tutto quelli alimentari. La spesa per il cibo ha perso il 2,3 per cento nei primi mesi del 2014 ed è crollata del 12 per cento rispetto ai livelli pre-crisi e oggi un italiano su due continua a comprare solo l’essenziale. Per questo motivo chiediamo al governo da un lato di accelerare sulle misure a sostegno dei redditi delle famiglie, non fermandosi al bonus Irpef di 80 euro -sottolinea Nisi – e, dall’altro lato, di investire sul serio sull’agricoltura, che rappresenta un volano importante per la ripresa del Paese, soprattutto a meno di un anno da ‘Expo 2015’, che racconterà l’Italia attraverso il cibo, nelle sue varie accezioni (sicurezza alimentare, qualità e tradizione agricola, innovazione e biodiversità), diventando un fattore ulteriore di accelerazione economica per l’Italia e le sue imprese. Anche al Governatore Pittella – conclude – chiediamo di non limitare l’attenzione al mondo agricolo con la destinazione di un terzo delle royalties petrolifere sbloccate ad Alsia ed Arbea”.
Set 16