Celebrato in mattinata il 71° anniversario del 21 settembre 1943, la giornata che segnò l’insurrezione di Matera contro l’opppressione nazifascista e che ha già permesso alla città di Matera di conquistare la medaglia d’argento al valore militare.
Dopo la deposizione di corone di alloro al cippo di via Lucana, alla lapide di via Cappelluti presso la camera di Commercio e in via Lucana sul palazzo che ha ospitato la sede della Società Elettrica il corteo istituzionale ha raggiunto la chiesa di San Francesco d’Assisti per assistere alla Santa Messa celebrata da Monsignor Salvatore Ligorio.
Al termine della funzione religiosa in piazza San Francesco si sono radunate le Autorità e le Associazioni Combattentistiche e d’Arma per formare il corteo che ha raggiunto intorno a mezzogiorno piazza Vittorio Veneto. Nel tradizionale protocollo gli onori al rappresentante del Governo Sua Eccellenza Luigi Pizzi, la deposizione di corone di alloro al Monumento ai Caduti e gli interventi di Angelo Tataranno Presidente della sezione materana dell’ANPI (associazione nazionale partigiani d’Italia), del Presidente della Provincia di Matera Franco Stella, del Presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza, del sindaco di Matera Salvatore Adduce e del Vice Ministro dell’Interno Filippo Bubbico.
In occasione del 21 settembre sarebbe opportuno depositare corone di alloro e fiori anche in altri due siti della città di Matera che ricordano episodi legati alla insurrezione della città di Matera in occasione della seconda guerra mondiale. In particolare sarebbe opportuno ricordare Antonio Lamacchia, un pastore materano che ha perso la vita in occasione della giornata che segnò la rivolta dei materani contro l’oppressione nazifascista. In proposito nel Parco della Murgia Materana è stata realizzata dall’artista materano Franco Di Pede un’opera d’arte che si chiama “L’incannatoio”, lo strumento utilizzato dalle donne dell’epoca per filare. Un’altra opera realizzata da Franco Di Pede è quella presente all’esterno del cimitero di contrada Pantano, nei pressi del sagrario. In questo caso l’artista ha voluto ricordare i caduti di tutte le guerre con un libro in tufo e ferro.
La fotogallery dedicata alle due opere di Franco Di Pede realizzate per il 21 settembre 1943
Per celebrare nel migliore dei modi questa ricorrenza particolarmente sentita dal popolo materano il fumettista Pino Oliva ha realizzato una nuova pubblicazione che sarà presentata ufficialmente alla città il prossimo 10 ottobre a Palazzo Lanfranchi, anche se l’opera sarà ufficialmente distribuita in tutte le librerie dalla fine del mese di settembre. Il lavoro si chiama semplicemente “Matera 21 settembre 1943. Dalle ricerche storiche di Francesco Ambrico”, L’autore spiega le origini di questo capolavoro in cui la storia materana incontra l’arte del fumetto magistralmente espressa da un grande artista della città dei Sassi.
“Il libro nasce dopo quasi tre anni di lavoro in collaborazione con francesco ambrico che studia questo drammatico episodio da circa 20 anni. Ci siamo avvalsi di centinaia di documenti molti anche inediti per ricostruire finalmente e in maniera veritiera e senza alcuna retorica l ‘accaduto.
Il libro è dedicato ai caduti di entrambe la fazioni affinché nessuno dimentichi le atrocità della guerra”.
Michele Capolupo
Nella foto in basso la copertina del libro a fumetti di Pino Oliva dedicato al 21 settembre 1943
Riportiamo di seguito l’intervento inviato alla nostra redazione dall’ex presidente della Provincia di Matera Franco Lisanti, orfano di guerra.
Le ricorrenze, come il 4 Novembre, il 25 Aprile, il Giorno della Memoria, sono appuntamenti che ci allontanano un momento dagli affanni quotidiani di qualsiasi genere e, oltre a farci inchinare il capo alla memoria dei Caduti per la Libertà, ci inducono a chiederci quale significato abbiano per noi queste date.
E’ difficile in queste circostanze non farsi contagiare dalla retorica e da un rituale che si ripete ogni anno, espletato il quale, abbiamo la convinzione di aver fatto il nostro dovere.
Ciò su cui non ci interroghiamo è se nei giorni successivi riscontriamo che qualcosa è cambiato nei nostri comportamenti.
Se, cioè, la testimonianza dei martiri ci abbia contagiato al punto che anche noi, a nostra volta, sul loro esempio, siamo disposti a sacrificarci per difendere i valori della Libertà e della Democrazia.
Libertà e Democrazia che, come ho ricordato in altra circostanza commemorativa, non sono doni acquisiti, ma conquiste sofferte da preservare e da rinnovare, giorno dopo giorno, anche nei lunghi anni della pace; ma soprattutto, quando questa è in pericolo, come nei nostri giorni con tanti focolai di guerra sparsi nel mondo dove vengono violentati i più elementari diritti umani.
In definitiva, questa ricorrenza del 21 Settembre non deve essere solo una parentesi commemorativa, ma una tappa significativa nel nostro cammino di uomini liberi tesi ad interpretare nel quotidiano i valori che questa data della storia ci indica.
E’ indispensabile un sussulto della coscienza e della moralità che sono la vera anima della libertà e della democrazia.
Solo così questi valori ritornano ad essere una realtà genuina, vero cuore della società ed espressione della dignità umana.
Il martirio dei nostri eroi, perché non sia inutile, deve significare per noi speranza. Chi spera cambia la storia, non la subisce; costruisce il futuro, non lo attende con pigrizia. Soprattutto per i giovani la speranza è la nostalgia del futuro che irrompe sotto il segno della libertà.
Il drammaturgo tedesco George Buchner nel suo libro “Morte di Danton”, pubblicato nel 1835 scriveva “la Statua della Libertà non è ancora fusa, il forno è sempre rovente, e tutti possiamo scottarci ancora le dita”.
Franco Lisanti, orfano di guerra
21 settembre 1943, discorso del presidente della Provincia di Matera Franco Stella
21 Settembre 1943 – 21 Settembre 2014
Signor Prefetto, Monsignore Salvatore Ligorio, Autorità tutte, Associazioni Combattentistiche e d’Arma, gentili signore e signori, carissimi giovani
oggi ricorre il 71° anniversario della liberazione dal nazismo. Una data che scuote le coscienze di un popolo che assiste, impotente, al dilagare di fenomeni oppressivi nel mondo. Quando si dice che l’uomo dalla storia non impara nulla, un po’ per negligenza e un po’ per pigrizia, lo si assolve rispetto alla responsabilità che noi tutti abbiamo di lavorare per la pace. E non è solo una questione di spirito cristiano, è anche un dovere etico e civile. In una società che dovrebbe conoscere il prezzo della libertà e usarla per favorire quella altrui, ritengo sia a dir poco riprovevole trincerarsi dietro posizioni deresponsabilizzanti. Abbiamo una storia nazionale esempio di altruismo come poche, non serve cercare coraggio ne abbiamo pieni i libri e la memoria. Occorre fare tesoro dei nostri esempi e rintracciare nelle nostre vite semi di quella speranza. Sono tanti i testimoni di quella battaglia chiamata democrazia e credo ancora che ricordare non sia retorica, ma prospettiva e capacità di costruire solide fondamenta per il presente e il futuro. Perché bisogna prepararsi al meglio quando si deve affrontare il peggio e il nostro comune amico Mingo che festeggia i suoi “primi” 90 anni lo sa bene. Non volle sentire ragioni, la sua scelta fu irreversibile come irreversibile è spesso il corso della storia. Quando a essere in pericolo erano i diritti e la dignità degli esseri umani una sola risposta fu possibile: ribellarsi. Domenico Giannace “usò” la sua vita per guadagnarsi il diritto a esserci.
Non si risparmiò fatica sin dalla giovanissima età e gli impegni istituzionali lo coinvolsero per sentito dovere di servizio. Spirito bianco che ci ricorda che tutto è possibile, basta volerlo.
E oggi, cari amici, se non abbiamo bisogno di energia e di coraggio, di passione e verità per cambiare il presente e ridisegnare una geografia senza violenza, spazio di solidarietà e possibilità, di cosa abbiamo bisogno?
Franco Stella, Presidente Provincia di Matera
21 settembre 1943, Lacorazza: alimentare la memoria per il futuro
Il presidente del Consiglio regionale alla manifestazione per il settantunesimo anniversario dell’eccidio di Matera: “Dignità della persona, rispetto, convivenza civile sono i valori che siamo chiamati a difendere diventando testimoni della memoria”
“La memoria alimenta la cultura, irrobustisce un senso di marcia di una comunità verso il futuro; essere capitale, guida e riferimento significa che i valori che costituiscono una identità, uno scrigno da preservare possano essere conosciuti e contaminare tutti coloro che ne entreranno in contatto. Per il 2019, e per sempre”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Piero Lacorazza, nel corso della manifestazione per il settantunesimo anniversario dell’eccidio del 21 settembre 1943.
“La celebrazione del 21 settembre si intreccia quest’anno con una serie di anniversari importanti, che impongono a noi tutti, alle istituzioni in primo luogo, ma credo anche al mondo politico, alle associazioni, a tutti i cittadini, una riflessione più generale sui temi della pace, della sicurezza e della cooperazione fra i popoli”, ha detto il presidente ricordando che fra pochi mesi ricorre il centesimo anniversario della prima guerra mondiale e, il 27 gennaio 2015, il settantesimo anniversario dell’entrata dell’esercito russo nei campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau.
“La dignità della persona, il rispetto, la convivenza civile sono i valori che noi tutti siamo chiamati a difendere e a coltivare diventando testimoni della memoria: per questo – ha aggiunto Lacorazza – abbiamo deciso di sostenere e promuovere i viaggi educativi degli studenti lucani nei luoghi dove avvennero le deportazioni. Allo stesso tempo abbiamo il dovere di alimentare la memoria e di promuovere fra i giovani la conoscenza dei fatti storici che segnarono in quel periodo la Basilicata, a partire da ciò che accadde a Matera il 21 settembre 1943 e qualche giorno dopo a Rionero in Vulture. Un mondo migliore si costruisce anche così, con la consapevolezza del percorso arduo e difficile che le generazioni precedenti hanno fatto per costruire la nostra democrazia”.
Di seguito il testo del saluto del presidente Lacorazza
21 settembre 1943, saluto del presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza
Signor Sindaco, Signor Prefetto, Presidente della Provincia, colleghi consiglieri, parlamentari, autorità civili, militari e religiose, ANPI, Associazioni Combattentistiche e d’Arma, cittadine e cittadini di Matera,
la celebrazione del 21 settembre si intreccia quest’anno con una serie di anniversari importanti, che impongono a noi tutti, alle istituzioni in primo luogo, ma credo anche al mondo politico, alle associazioni, a tutti i cittadini, una riflessione più generale sui temi della pace, della sicurezza e della cooperazione fra i popoli.
Sono questi i valori fondanti della nostra democrazia, e mentre viviamo un momento di forte incertezza per le vicende ed i conflitti che stanno interessando diverse aree del mondo, dal Medio Oriente all’Est europeo, vicende che hanno significato e significano purtroppo la perdita di molte vite e tragedie umanitarie come quelle di Siria e Palestina, tornano alla mente, appunto, le grandi tragedie del ‘900, che abbiamo il dovere di ricordare perché non si ripetano.
L’imminente anniversario dei cento anni della prima guerra mondiale (e non dimentichiamo che siamo in piazza Vittorio Veneto), e i settant’anni dall’entrata dell’esercito russo nei campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau, che ricorrono il 27 gennaio del 2015, ci riportano al dovere della memoria.
Un dovere che in questa Città avete imparato ad onorare da molto tempo, suscitando e facendo crescere intorno alle vicende del 21 settembre (oggi ricorre il settantunesimo anniversario dell’eccidio nazista dove morirono 24 persone) anche la ricerca storica che deve continuare e progredire ulteriormente. Ci sono e ci saranno diverse opinioni e interpretazioni, la cosa importante è che si confrontino senza pregiudizi. Così nasce e si rafforza l’identità della nostra comunità.
Sapere chi furono i protagonisti di quelle vicende, come pure sapere chi furono i protagonisti della grande guerra del ’15-’18 che partirono da Matera e dalla Basilicata, e come vengono tramandate le loro storie, a volte custodite esclusivamente nei ricordi familiari, e che invece meritano di essere raccontate, è un compito importante che dobbiamo riscoprire e onorare fino in fondo.
Per questo, come Consiglio regionale, abbiamo pensato quest’anno di organizzare, nell’ambito di un Progetto di cittadinanza attiva rivolto alle scuole lucane, un percorso formativo ed un concorso sulla memoria delle grandi tragedie che hanno segnato il ‘900, per promuovere fra i giovani lo studio delle vicende storiche del passato, per rendere omaggio a chi ha sofferto, per non dimenticare. Solo così sarà possibile, anche nei momenti difficili, affermare quei valori di rispetto della dignità delle persone e della convivenza di culture diverse che sono indispensabili oggi.
I vincitori di questo concorso avranno la possibilità di visitare i campi di concentramento di Birkenau e Auschwitz, un’esperienza che, da Presidente della Provincia, io stesso ho voluto fare nel 2011, 2012 e 2013 insieme agli studenti e che è stata una delle esperienze formative e umane più importanti della mia vita. Conoscere i luoghi della deportazione e dello sterminio del popolo ebraico e ascoltare le testimonianze di chi ha vissuto quella terribile esperienza significa acquisire la doverosa consapevolezza storica dell’Olocausto.
La dignità della persona, il rispetto, la convivenza civile sono i valori che noi tutti siamo chiamati a difendere e a coltivare diventando testimoni della memoria: per questo abbiamo deciso di sostenere e promuovere i viaggi educativi degli studenti lucani nei luoghi dove avvennero le deportazioni.
Allo stesso tempo abbiamo il dovere di alimentare la memoria e di promuovere fra i giovani la conoscenza dei fatti storici che segnarono in quel periodo la Basilicata, a partire da ciò che accadde a Matera il 21 settembre 1943 e qualche giorno dopo a Rionero in Vulture.
Un mondo migliore si costruisce anche così, con la consapevolezza del percorso arduo e difficile che le generazioni precedenti hanno fatto per costruire la nostra democrazia.
La memoria alimenta la cultura, irrobustisce un senso di marcia di una comunità verso il futuro; essere capitale, guida e riferimento significa che i valori che costituiscono una identità, uno scrigno da preservare possano essere conosciuti e contaminare tutti coloro che ne entreranno in contatto. Per il 2019, e per sempre.
Piero Lacorazza, presidente consiglio regionale
21 settembre 1943, discorso del sindaco di Matera Salvatore Adduce
Nel 71° anniversario dell’eccidio nazista del 21 settembre 1943 siamo ancora una volta qui per ricordare, per non dimenticare.
Coltivare il ricordo, alimentare la memoria non ha nulla a che fare con il rancore. Perché l’esercizio della memoria per noi deve costituire un costante monito a prevenire le cause che portano all’orrore della violenza, della barbarie, della guerra.
E proprio quest’anno nel centenario della prima guerra mondiale, anche il 71° del 21 settembre deve costituire per ciascuno di noi un momento di riflessione profonda.
Innanzitutto sul significato di quella giornata o di quelle giornate di oltre settant’anni fa.
Non è fuori luogo continuare ad interrogarsi su cosa realmente accadde a Matera il 21 settembre 1943.
E’ una domanda a cui sono chiamati a rispondere soprattutto gli storici ai quali chiediamo di non smettere di indagare, di ricercare.
E ciò per l’onore che dobbiamo alle vittime di quell’eccidio ma anche per il dovere che abbiamo nei confronti della nostra città.
Dei morti del 21 settembre si è parlato spesso come di eroi di una inconsapevole resistenza che in quegli anni avrebbe divampato in tutta Italia e in buona parte d’Europa contro il fascismo e il nazismo.
Matera in quegli anni isolata dal resto d’Italia, impoverita dalla condizione miserabile in cui il fascismo l’aveva ridotta ebbe un sussulto! E reagì di fronte ai soprusi.
Prima città meridionale che si sollevò contro gli occupanti nazisti pagando un tributo di sangue senza alcuna colpa.
Troppo poco conosciuto e valutato infatti fu quel 21 settembre 1943 materano.
Troppe rimozioni ci furono.
Ecco perché abbiamo salutato molto positivamente il contributo offerto all’indagine storica su questo avvenimento da Vittorio Sebastiani. Si tratta del testo Matera. Atrocities are murders, l’importante traduzione integrale del rapporto del capitano inglese William James Hutchins. Gli inglesi, senza scrupoli e faziosità, oggettivamente hanno indagato su quegli avvenimenti e la loro sentenza è stata: ASSASSINII.
Sebastiani si è affidato a ulteriori documenti che confermano la tesi secondo cui il 21 settembre 1943 non è stato un episodio frutto di una concatenazione di circostanze del tutto casuale. Tutt’altro! Ci fu nella nostra città una strage. Ci fu un eccidio che è giusto considerare in tutta la sua portata.
Abbiamo provveduto a trasmettere copie dei documenti originali da cui Sebastiani ha tratto il suo ultimo scritto al Ministero dell’Interno perché la nostra insistente richiesta di riconsiderare il caso Matera sia seriamente valutata.
Questo lo dobbiamo ai martiri del 21 settembre 1943 perché essi sono morti per noi.
Lo dobbiamo all’intera città che merita l’onore di una maggiore riconoscenza da parte dell’intero Paese. Evviva Matera
Sindaco di Matera Salvatore Adduce
La fotogallery dedicata alle celebrazioni del 21 settembre con la cerimonia svolta in mattinata e le opere di Franco Di Pede realizzate per ricordare la giornata che ha segnato l’insurrezione del popolo materano contro il regime nazi-fascista. (foto www.SassiLive.it)