“L’ortofrutta lucana che rappresenta il volano dell’economia agricola regionale, sia per le produzioni, sia per i legami che il comparto è riuscito a sviluppare con il settore manifatturiero e quello commerciale, incidendo positivamente, tra l’altro, anche sul mercato del lavoro per numero di addetti coinvolti, sta vivendo la fase più difficile per le continue crisi di mercato, le continue avversità meteo e per gli effetti derivanti dall’embargo russo”. Lo sostiene il presidente regionale lucano della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, Antonio Nisi, riferendo che la direzione nazionale della Confederazione, alla quale ha preso parte, si è occupata della questione rivendicando un nuovo intervento, tempestivo, equo e risolutivo, da parte di Bruxelles e del governo italiano, per scongiurare il collasso delle aziende agricole in difficoltà.
Considerato che l’embargo russo sta generando una grave perdita economica e di accesso al mercato di centinaia di milioni di euro per le produzioni ortofrutticole, lattiero-casearie e zootecniche, abbiamo chiesto – riferisce Nisi – al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, anche nella sua qualità di presidente di turno dei ministri agricoli Ue, di “intervenire con la Commissione europea per stanziare risorse aggiuntive” per far fronte all’emergenza, tanto più che “il blocco delle importazioni dalla Russia non si configura come una crisi di mercato o un surplus produttivo, ma è la conseguenza di scelte di politica estera” che non possono essere affrontate soltanto con gli strumenti messi a disposizione dalla Pac. Le risorse ulteriori dovranno servire “sia a compensare le perdite e i danni subiti dal settore agroalimentare, sia per avviare una straordinaria attività di promozione sui nuovi mercati delle nostre produzioni”. Il dirigente della Cia ha quindi espresso l’auspicio che un opportuno intervento diplomatico ponga, al più presto, fine all’embargo, chiedendo al ministro Martina di “predisporre un’adeguata iniziativa di ristoro nei confronti di tutte le aziende impegnate finanziariamente con le banche e con il fisco, con l’obiettivo di favorire una moratoria sui mutui e la sospensione del pagamento dei contributi dei dipendenti e dei lavoratori autonomi agricoli”.
L’attuale periodo di crisi – aggiunge – non ha risparmiato il comparto regionale, che è stato interessato da un brusco arretramento del numero di aziende – precisamente il 60% in dieci anni – attestandosi a circa 11.000 unità nel 2010 (dati ISTAT). La consistenza economica del comparto rimane, tuttavia, rilevante, a maggior ragione se la si rapporta all’esiguità delle superfici investite: nel 2010 a fronte di una produzione pari a circa 5.900.000 quintali il valore si è stabilizzato intorno ai 280.000.000 €, in aumento del 3,5% rispetto al 2009; l’incidenza della PLV dell’ortofrutta sul totale del comparto agricolo regionale è pari al 38% circa (INEA 2011), valore invariato rispetto al 2009, ma nettamente superiore alla media nazionale (25%) e in costante crescita.
Set 25