Un insediamento ricco di storia e che può diventare sito di grande interesse ar-cheologico, perché abitato da popolazioni enotrie e antecedente alla colonizzazione achea di Metaponto ed a quella ionica di Siris. La Collina di Incoronata di Pisticci è stata crocevia di un vasto processo di simbiosi sociale e culturale tra gli autoctoni e i nuovi coloni greci. Dinu A-damesteanu sostenne per primo l’ipotesi di una convivenza pacifica fra la seconda metà dell’VIII sec. e la prima metà del VII sec. a.C. Nuclei greci si sarebbero inseriti fra gli indigeni con lo scopo di avviare proficue attività commerciali e gli indigeni “residenti” su Incoronata vi sarebbero rimasti, armonizzandosi e integrandosi con l’elemento ellenico. Quello che Ettore Lepore definisce fenomeno di completa assimilazione, per cui gli indigeni producono ceramica “alla greca” accanto a maestranze straniere ospiti nello stesso ambito indigeno. Di contro a queste letture interpretative Piero Orlandini sostiene che Incoronata sia stata abbandonata dagli indigeni, a causa di un esodo volontario o uno spostamento traumatico. Undici campagne di scavo curate dall´equipe dell´Universitá di Rennes II-Laboratorio Lahm, diretta dal prof. Mario Denti, consentono già oggi di dare un volto ed una storia all´Incoronata, definendone gli aspetti storici, economici e socio-culturali. I risultati dell´ultima campagna sono stati illustrati nel corso di un incontro che si è svolto presso il Centro Tilt di Marconia, promosso dalla amministrazione comunale di Pisticci, con i saluti della responsabile Servizi Culturali Adele Esposito e la relazione introduttiva dell`archeologa Barbara Taddei. Partendo dalla descrizione di un fram-mento di “deinos” di importazione, appartenente all’alta aristocrazia, e che non si trova altrove, per attestare la dimensione di Incoronata, il prof. Mario Denti ha tracciato le linee essenziali della nascita e sviluppo del sito precoloniale, con la sua fitta rete di vie, empori commerciali e abitazioni, definendo i rapporti e gli interscambi tra Incoronata Indigena e quella cosiddetta Greca. Sia nell’uno che nell’altro sito, tutti i reperti, sempre ben conservati nel corso dei secoli, consentono una indagine più accurata, compresi i ciotoli di fiume che delimitavano le strade. Tracce consistenti di un edificio, di sei metri e mezzo per quattro e mezzo, possono dare una rilevanza storica ancora più rilevante, dal momento che simili costruzioni non sono presenti al-trove. Nel caso di Incoronata, potrebbe dunque essere identificata e ricostruita la reggia, riser-vata al capo guerriero, al re o a persona influente. Resti di mura, elementi monumentali, grandi edifici e luoghi di culto stanno per essere riportati alla luce, quali elementi di una grande co-munità e della sua civiltà. E, come ha precisato Demnt- concorrere ad un ripensamento della nostra identità. Ulteriori scavi potranno essere proiettati proprio in questa direzione socio- cul-turale e definire la vera vocazione della collina. La scoperta più importante è proprio quella della sfera sacrale, che costituiva l’ostacolo maggiore per intendere l’Incoronata “greca” come emporio. L’individuazione di un contesto sacrale, della necropoli e dei quartieri artigianali per-tinenti all’abitato, nonché del bacino di utenza dell’emporio stesso, è particolarmente significa-tiva perché un santuario aveva per quelle popolazioni un duplice significato, in quanto consen-tiva il normale espletamento del culto, ma nel contempo garantiva anche la protezione divina sui nuovi territori.
Set 25