Il giornalista materano Nino Grilli ha inviato alla nostra redazione una nota dal titolo “In-certezza del diritto”. La riportiamo di seguito.
Possiamo dirci certi che i diritti dei cittadini in questa nostra epoca siano ben difesi? Sul principio della certezza del diritto ci sarebbe da obiettare e non poco. La sua stessa definizione comporta una serie di interpretazioni piuttosto ambigue e certamente non esaustive. Se poi ci caliamo nella realtà degli avvenimenti ci rendiamo conto di quanto possa essere ancor più ambigua e persino desolante. Il più delle volte a beneficiare di scomposti effetti è quasi sempre chi meno si attiene ai principi di onestà intellettuale. A patire è, invece, spesso chi persino cerca di far rispettare criteri afferenti la legalità o quanto meno si impegna a ricercare magagne evidenti da parte di personaggi cosiddetti intoccabili. Può parlarsi di certezza del diritto quando si consente al comandante Schettino di pontificare all’interno di un aula universitaria e di interrompere l’attività operativa del comandante Defalco che nella tragica serata del naufragio seppe dimostrare senso di responsabilità e dovere? La questione appare sconcertante nella sua cruda realtà! Può consentirsi di sentenziare condanne all’ex-magistrato de Magistris e all’ispettore di polizia Genchi “colpevoli” di aver fatto il loro dovere? Motivazione senz’altro risibile quella della tutela di utenze, peraltro nemmeno riconducibili all’atto delle indagini, a parlamentari. Intoccabili quest’ultimi, ma certamente non immuni da riconosciute pecche nella loro attività politica. E’ più importante e necessario portare alla luce le pecche o tutelare oltre modo le pecche dei parlamentari? Dove risiede in tutto ciò la certezza del diritto? E, ancora, è possibile sottoporre a giudizio chi nel fare informazione, nel rispetto della libertà d’informazione e producendo documentate prove, ha raccontato fatti e misfatti di una realtà quotidiana che non è certo immune da ineluttabili pecche commesse da personaggi, falsamente importanti, sicuramente dannosi, ma protetti da un alone di millantata capacità e resi intoccabili da una immaginaria certezza del diritto? Può considerarsi certezza del diritto, se non nel significato di indegna persecuzione, il voler cercare, con assoluta pervicacia e magari anche ricorrendo a false se non addirittura inesistenti interpretazioni, come emettere sentenze con il solo vergognoso scopo di poter meglio tutelare i cosiddetti intoccabili, al di là della loro stessa onestà intellettuale e comportamentale? Tempi cupi per chi ancora crede nella certezza del diritto. Il “sistema” attuale è riuscito a stritolarla nella sua arrogante morsa. A stringere i morsetti c’è l’incomprensibile timore di far rispettare criteri di legalità e l’insano principio di beneficiare chi dell’illegalità ne ha fatto oramai uno strumento di inusitata minaccia. E’, insomma, il trionfo dell’incertezza del diritto!
Set 26