Riportiamo di seguito la dichiarazione congiunta di Carmine Vaccaro (UIL) e Marco Lomio (UILM).
Al di là del “siparietto” o come si preferisce “botta e risposta” tra il Premier Renzi e Marchionne durante la conferenza stampa a Detroit, nel quartier generale di Fiat Chrysler Automobiles, c’è un dato che inorgoglisce le tute blu di Melfi: lo stabilimento lucano acquista un palcoscenico mondiale e, con la produzione dei nuovi modelli, si conferma all’attenzione dei mercati internazionali. Dunque ancora un duro colpo per i troppi “gufi” che continuano ad accerchiare la Sata pensando di riesumare un arcaico modello di sindacato operaista e al tempo stesso la conferma che abbiamo visto giusto nel progetto, concretizzato con l’accordo Fiat-Chrysler, di far diventare la fabbrica lucana l’avamposto italiano della sfida della globalizzazione del mercato dell’auto. Inoltre l’iniziativa avviata oggi a Potenza con la presentazione in piazza della Jeep Renegade rappresenta un ulteriore segnale di apertura al territorio per far conoscere le nostre eccellenze.
Quanto alla battuta sul numero di lavoratori a Melfi “sufficiente” a fare quello che Fiat-Crysler ha programmato, la Uil e la Uilm non rinunciano certo alle azioni da rimettere in campo per accelerare il progetto del Centro Tecnologico e di Ricerca e nell’indotto per costituire una Consulta per l’Automotive di San Nicola di Melfi da affiancare a quella nazionale già insediata al Ministero per lo Sviluppo Economico con Fiat, Anfia – associazione a cui fa capo la filiera dell’auto – e Ancma, sigla dei produttori delle due ruote. La Consulta è uno strumento di rilievo da una parte per affrontare questioni tecnico-operative e dall’altra per prepararsi ad affrontare la competizione estera e mondiale che, non va sottovalutato, registra un veicolo su due nel mondo oggi assemblato in Asia con la Cina diventata stabilmente il più grande mercato mondiale di auto. E’ questo lo scenario che i produttori italiani di componentistica non possono perdere di vista. Su questo anche l’istituzione regionale e la politica regionale, specie dopo la “sferzata” di Renzi sul futuro dell’industria automobilistica italiana non possono continuare a disinteressarsi.