A mettere i bastoni tra le ruote delle imprese artigiane che faticano a rimanere a galla è il mercato del falso: negli ultimi 5 anni in Basilicata il 18,7% delle ditte artigiane ha dovuto “alzare bandiera bianca” nella guerra internazionale della contraffazione, vale a dire ha chiuso. Lo evidenzia un Rapporto di Confartigianato.
La multinazionale del ‘falso’ fattura 200 miliardi l’anno in tutto il mondo, ma la cifra è destinata a crescere del 74,5% in dieci anni, in linea con la dinamica del commercio internazionale. La contraffazione è un ‘affare’ di dimensioni globali che in Italia ‘vale’ 6.924 milioni, pari allo 0,45% del Pil. Il nostro Paese è il primo in Europa per quantità di merce sequestrata: tra il 2008 e il 2013 si sono registrati 99.748 sequestri per 334,5 milioni di pezzi contraffatti del valore complessivo di 3.789 milioni.
Secondo il rapporto di Confartigianato, infatti, i settori più esposti alla contraffazione sono quelli del tessile, abbigliamento, calzature, occhialeria, cosmetici, giocattoli che rappresentano l’89,2% dei valore delle merci sequestrate tra il 2008 e il 2013.
E proprio in questi settori di punta del made in Italy – in cui operano 64.322 imprese artigiane con 194.555 addetti – negli ultimi 5 anni le imprese artigiane sono state decimate, con una perdita di 7.052 aziende, pari ad un calo del 9,9%. Soltanto nell’ultimo anno le imprese artigiane di questi settori ‘invasi’ dai falsi sono diminuite del 2,1%.
La rilevazione di Confartigianato mostra che la Cina guida la classifica dei Paesi di provenienza di merce contraffatta con una quota del 66,1% dei prodotti sequestrati dalle autorità italiane. La contraffazione presenta alcuni casi di specializzazione settoriale: ad esempio per profumi e cosmetici la principale fonte di provenienza è la Turchia (51,2%), per i prodotti alimentari l’Egitto (34,3%).
Per quanto riguarda la tipologia delle merci, il valore più alto di sequestri effettuati in Italia tra il 2008 e il 2013 riguarda gli accessori di abbigliamento (34,6%). Seguono i capi d’abbigliamento (14,1%), apparecchiature elettriche (9,9%), calzature (7,9%), occhiali (7,4%), profumi e cosmetici (6,6%), giocattoli e giochi (4,5%), orologi e gioielli (4,1%), cd, dvd, cassette (1,2%), apparecchiature informatiche (0,5%).
“La ‘madre’ di tutte le battaglie contro i ‘falsi’ – sostiene Antonio Miele, presidente Confartigianato Potenza e Rete Imprese Italia Potenza – va condotta dall’Unione europea. Per combattere la contraffazione il Consiglio europeo deve varare definitivamente le norme sul ‘made in’ già approvate dal Parlamento Ue lo scorso 15 aprile”.
“L’azione repressiva, la collaborazione tra le forze dell’ordine di tutti i Paesi, devono essere accompagnate da attività di prevenzione e da iniziative legislative a tutela dell’origine e della qualità dei prodotti, a cominciare dall’approvazione di una regolamentazione europea, come quella sul ‘made in’, che obblighi a indicare l’origine dei prodotti e garantirne la piena tracciabilità. Ma bisogna anche intensificare le attività di formazione e informazione alle imprese a ai consumatori sui danni provocati dalla contraffazione, sulla difesa della proprietà intellettuale e industriale, sulla tutela del made in Italy”.