Elisabetta Pennacchia, segretario regionale Cisl Funzione Pubblica, in una nota esprime la posizione del sindacato sull’imminente avvio dell’Ente di area vasta. Di seguito la nota integrale.
L’Ente d’area vasta sta per vedere la luce anche in Basilicata, ma sotto l’ombra del più classico dei dubbi, quello amletico dell’essere o non essere un soggetto amministrativo rinnovato e vitale.
Ad oggi, in effetti, un’idea di ciò che saranno le due Province lucane fra un paio di settimane nessuno può dire di averla, nonostante l’entusiasmo che attraversa certi titoli di stampa.
Manca del tutto una definizione anche di massima, ma aggiornata, circa i contenuti delle funzioni fondamentali che la legge n.56/2014 (Legge Delrio) riserva ai nuovi Enti e con essa manca una precisa pianificazione dei costi e delle strategie, nonchè la certezza della sussitenza delle risorse economiche necessarie e dei trasferimenti regionali.
Non solo materie come la Viabilità, l’Ambiente e l’Edilizia Scolastica, storicamente di competenza provinciale, ma anche e soprattutto l’ interessante nuova funzione di assistenza ai Comuni e dunque al territorio, avrebbero richiesto già da tempo, piuttosto che un atteggiamento di passivo scetticismo, un accurato studio dall’ interno dell’Ente, volto a ridisegnarne una fisionomia ammodernata e a garantire la copertura economica. Come? Valorizzando le opportunità di una riforma con semplici, ma metodiche azioni preventive: fissazione dei nuovi potenziali obiettivi, razionalizzazione dei futuri uffici competenti e delle procedure, formazione, riqualificazione e riallocazione ottimale del personale. Il nuovo Ente, dunque, nascerà a giorni senza un volto e sconterà le preoccupanti conseguenze del suo “non essere”, probabilmente fino alla sua definitiva abolizione, già approvata al Senato.
La CISL FP chiede, dunque, immediata chiarezza e risposte reali alle perplessità dei cittadini-utenti e ai timori e ai disagi dei lavoratori delle due “ex” Province lucane, professionalmente sfibrati dall’incertezza e dalla facile analogia dell’attuale sistuazione al critico precedente che coinvolse i colleghi delle Comunità Montane.