Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Nino Grilli sul tema “Matera, I Sassi, il cinema e il teatro”.
Di seguito la nota integrale.
Stretta finale per la decisione dell’apposito commissione in merito alle candidature a capitale europea della cultura per il 2019. Matera ci crede e ci spera anche se la concorrenza con altre realtà, non certo di secondo piano, insidiano la sua fiducia. La millenaria città lucana fonda le sue convinzioni in particolar modo su quelle tradizioni popolari che si perdono nei tempi e ben rappresentati dagli antichi rioni Sassi. Paesaggio unico certamente! Che partendo dall’era paleolitica ha saputo evolversi in diversi aspetti fino all’era della civiltà contadina, passando attraverso la scomoda etichetta di “vergogna” fino a ottenere il riconoscimento di patrimonio mondiale dell’umanità da parte dell’Unesco. E ancora in un tentativo di riqualificazione che non si saprà mai se potrà essere veramente portato a termine. Ebbene tornando all’aspetto culturale non si può ancora una volta trascurare l’apporto che la scuola potrebbe portare in tale direzione. Già in altra occasione è stato sottolineato come la Basilicata, unica regione italiana, è priva di un istituto superiore a indirizzo sportivo, malgrado proprio un istituto superiore di Matera abbia messo a disposizione la sua ferma intenzione di sopperire a questa carenza. La questione è caduta nell’assoluto disinteresse di politica e istituzioni locali! Ma c’è di più! Gli antichi rioni Sassi sono fin dai tempi di Pasolini e forse ancor prima, set cinematografico naturale e riconosciuto. Grandi registi hanno utilizzato questo incommensurabile scenario per la realizzazione di film di grande suggestione e successo. Fino al memorabile “The Passion” di Mel Gibson. E’ di questi giorni la realizzazione di altre opere cinematografiche, quasi sempre a sfondo religioso. Persino i cinesi, spesso propensi a scatenarsi con le loro macchinette fotografiche si sono accorti della città di Matera per girare un film. Eppure a Matera non si è mai pensato di introdurre nel sistema scolastico locale un qualche indirizzo che potesse istruire i nostri giovani in questo settore. La partecipazione è affidata spesso a comparse occasionali, le riprese sono affidate per lo più a bravi professionisti locali che hanno appreso il mestiere non certo dalla scuola. Bravi professionisti, sempre autodidatti, cercano di esaltare anche l’arte della recitazione, ma anche in questo settore la presenza di un idoneo indirizzo scolastico non c’è. Sarà per questo che a Matera, oltre all’istruzione per formare operatori audiovisivi, manca un teatro, magari per formare bravi attori? Forse tutto questo nulla ha a che vedere con la cultura? La candidatura della città dei Sassi a capitale europea della cultura per il 2019 di queste peculiarità proprio non ne vuol sapere? Vincenti o non dell’ambizioso traguardo, non sarebbe opportuno pensarci un po’ su?