Lunedì 6 e martedì 7 ottobre 2014 il Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPe Donato Capece, unitamente al Segretario Regionale della Basilicata Saverio Brienza visiteranno le carceri della Basilicata e incontreranno i poliziotti in servizio a Potenza, Melfi e Matera.
“La situazione, in Basilicata e nelle carceri italiane, resta grave e questo determina difficili, pericolose e stressanti condizioni di lavoro per gli Agenti di Polizia Penitenziaria”, spiega il segretario generale del primo e più rappresentativo Sindacato dei Baschi Azzurri. “E sebbene l’Italia risulti di fatto inadempiente rispetto alla sentenza Torreggiani della Corte europea per i diritti dell’uomo, il rinvio al giugno 2015 per un’ulteriore valutazione sull’attuazione delle misure decise dal governo per affrontare il problema del sovraffollamento segna il fallimento delle politiche penitenziarie adottate dal DAP, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. In Basilicata, poi, il numero dei detenuti in un anno – nonostante l’approvazione di ben 4 leggi svuota carcere in poco tempo – è rimasto sostanzialmente lo stesso: siamo passati dai complessivi 485 del 31 agosto 2013 ai 462 del 2014. Il DAP non ha affatto migliorato le condizioni di vivibilità nelle celle, perché ad esempio il numero dei detenuti che lavorano è irrisorio rispetto ai presenti. Occorre dunque rivedere il sistema dell’esecuzione penale il prima possibile, altro che vigilanza dinamica nelle galere. E allora serve una nuova guida all’Amministrazione Penitenziaria, da mesi senza un Capo Dipartimento, capace di introdurre vere riforme all’interno del sistema a partire dal rendere obbligatorio il lavoro in carcere”.
Capece, lucano di Albano e Vice Presidente del Consiglio di Giustizia della Confederazione Europea Sindacati Indipendenti Cesi che ha sede a Bruxelles, visiterà lunedì le carceri di Potenza e Melfi e martedì quella di Matera. Capece e Brienza sulla riorganizzazione del ministero della Giustizia che prevede la soppressione del Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria di Potenza, sostengono “che non è pensabile chiudere strutture importanti di raccordo tra carcere, istituzioni e territorio come i Provveditorati Regionali dell’Amministrazione Penitenziaria a meno che non si voglia paralizzare il sistema, che il carcere non può continuare con l’esclusiva concezione custodiale che lo ha caratterizzato fino ad oggi. E fatelo dire a noi che stiamo tra i detenuti, in prima linea, 24 ore al giorno”.Roma, 3 ottobre 2014.
Ott 05