Confapi Matera dice no al tfr in busta paga. Le piccole e medie imprese sarebbero penalizzate.
Confapi Matera è nettamente contraria all’eventuale decisione del governo di inserire il tfr in busta paga.
“Un provvedimento del genere – commenta il presidente Enzo Acito – penalizzerebbe le piccole e medie imprese perché sottrarrebbe loro liquidità proprio in questo periodo in cui il problema principale delle aziende è proprio la mancanza di liquidità”.
“Tale sciagurata decisione, inoltre – prosegue Acito – contraddice tutte quelle misure che faticosamente e con scarsi risultati si stanno mettendo in campo per aumentare la disponibilità di cassa delle imprese, come per esempio l’accordo sulla moratoria dei debiti bancari delle pmi o la garanzia pubblica sulle cessioni dei crediti delle imprese verso la pubblica amministrazione”.
“Del resto – precisa il presidente di Confapi Matera – per molte imprese la crisi di liquidità è causata proprio dai ritardati pagamenti della pubblica amministrazione, a causa dei vincoli del Patto di Stabilità Interno. Inoltre, la norma si applicherebbe solo ai dipendenti delle imprese private e non ai dipendenti pubblici perché questo aumenterebbe il deficit statale, con un’evidente disparità”.
“In questo periodo di scarsa liquidità – conclude Acito – sono pochissime le imprese che accantonano il tfr, per cui l’inserimento in busta paga si tradurrebbe in un esborso notevole per aziende che versano in grosse difficoltà. Per altri, invece, l’accantonamento serve per garantire i prestiti destinati agli investimenti”.
“Per non parlare della complicata tecnica legislativa che occorrerebbe per trasformare un reddito differito come il tfr in soldi da pagare subito. Come tassare un reddito differito che si paga subito? Si noti, infine, che con questo provvedimento si aumenta il reddito per aumentare il prelievo fiscale, ma così molti perderanno il diritto agli 80 euro in busta paga”.