Anche quest’anno Matera sarà tra le città protagoniste della grande manifestazione nazionale della Fai Marathon, proponendovi un tour della città intitolato “Dal Castello Tramontano al centro storico. Visita guidata sulle tracce di un delitto politico” che in 8 tappe vi permetterà di ricostruire la vicenda dell’uccisione del conte Giovan Carlo Tramontano, a 500 anni dalla sua morte.
Tappa cardine, nonché punto di partenza dell’intera passeggiata, sarà la visita al Castello Tramontano e la visione di una breve riduzione teatrale del racconto di Benedetto Croce, Il villano di Matera e Ferdinando il Cattolico, messa in scena da alcuni giovani e promettenti liceali volontari FAI, con la regia di Antonello Morelli.
Domenica 12 ottobre, con partenze scaglionate dalle ore 9.30 alle ore 17:00 i volontari del Fai vi aspettano per vivere un’emozionante giornata da “turisti a casa nostra”, attraverso una “maratona culturale” che vi farà riscoprire monumenti e siti di interesse artistico e sociale che rappresentano l’identità del nostro territorio, la nostra storia, le nostre tradizioni.
Per partecipare basta iscriversi su www.faimarathon.it, beneficiando di una significativa riduzione della quota, oppure, presso il banchetto FAI posizionato all’ingresso del Castello prima di ogni partenza.
Solo il 12 ottobre si potrà usufruire di una speciale formula: iscrizione annuale al FAI + partecipazione alla Fai Marathon = 29 euro anziché 49.
E inoltre si potrà acquistare a prezzo di costo il libro a cura di Rosalba Demetrio “Retrospettiva di un delitto. Il conte Giovan Carlo Tramontano e il castello di Matera”.
IL 12 OTTOBRE ANCHE A MATERA E IN OLTRE 120 CITTA’ ITALIANE AL VIA LA TERZA EDIZIONE DELLA “FAIMARATHON – CON IL GIOCO DEL LOTTO. E IL FAI NON CORRERE E SCOPRI L’ITALIA INTORNO A TE”
Dopo il grande successo delle prime due edizioni, che hanno visto la partecipazione di circa 55mila persone, torna in tutta Italia e anche a Matera unostraordinario evento culturale realizzato da Il Gioco del Lotto e dal FAI – Fondo Ambiente Italiano, entrambi uniti da una particolare sensibilità per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese. E’ la “FAIMARATHON – Con il Gioco del Lotto e il FAI non correre e scopri l’Italia intorno a te”, appuntamento centrale della campagna di raccolta fondi promossa dal FAI “Ricordati di salvare l’Italia” dal 6 al 26 ottobre 2014.
La FAIMARATHON è una passeggiata non competitiva, una “maratona culturale” a tappe adatta a persone di tutte le età che quest’anno coinvolgerà oltre 120 città, 30 in più rispetto al 2013. L’intento è quello di far riscoprire agli italiani quanti sorprendenti tesori si nascondano tra i luoghi della loro vita quotidiana.
A Matera l’iniziativa, che partirà dal Castello Tramontano, proseguirà con una visita guidata sulle tracce di un delitto politico: l’uccisione del Conte Tramontano, avvenuta nel dicembre 1514 a seguito di una congiura. L’itinerario prevede 8 tappe e sarà percorribile in entrambe le direzioni, con visite guidate a cura del FAI Giovani di Matera. La lunghezza del percorso è di 2 km. L’orario di partenza è previsto alle ore 9:30, con partenze scaglionate fino alle ore 17:00.
Il concorso fotografico #scattidifelicità
Che cosa è la felicità? Che cosa ci rende felici? A volte è difficile descriverlo con le parole ma forse una foto può aiutare, magari scattata con le meravigliose bellezze dell’Italia sullo sfondo. Nasce da questa idea il concorso fotografico nazionale #scattidifelicità che Il Gioco del Lotto e il FAI hanno promosso in occasione dell’edizione 2014 della FAIMARATHON. Tema del concorso: un’immagine che esprima tutta la tua felicità o che racconti ciò che ti rende felice.
Si può partecipare fino al 13 ottobre prossimo scaricando l’applicazione FAIMARATHON dal sito del FAI e dalla pagina Facebook de Il Gioco del Lotto. L’applicazione consente anche di individuare gli itinerari sulla mappa, ricevere tutte le informazioni in tempo reale sulla maratona culturale, vivere la FAIMARATHON anche sui social network. Il vincitore sarà designato da una giuria tecnica tra le 100 foto che avranno ottenuto più voti tra gli utenti dell’applicazione e potrà godere di un weekend a scelta per due persone a Firenze, Roma o Napoli offerto da Il Gioco del Lotto e dal Fondo Ambiente Italiano.
La FAIMARATHON toccherà tutte le città delle ruote de Il Gioco del Lotto (Milano, Roma, Torino, Bari, Palermo, Napoli, Venezia, Firenze, Genova, Cagliari) e diverse tappe dell’iniziativa saranno rappresentate da luoghi restaurati con i proventi de Il Gioco del Lotto in base a quanto disposto dalla legge 23 dicembre 1996, n.662; dal 1998 al 2013 sono stati così realizzati oltre 600 progetti di conservazione e tutela del patrimonio artistico nazionale, per un investimento totale di oltre 1 miliardo e 700 milioni di euro.
Tra i beni restaurati che sarà possibile visitare: il Castello Normanno- Svevo di Bari, il Complesso Monumentale di San Michele a Roma, l’Archivio di Stato – Campo dei Frari a Venezia, la Biblioteca Riccardiana a Firenze, il Castello Sforzesco a Milano, Castel dell’Ovo a Napoli, Palazzo Reale a Torino.
Il Gioco del Lotto al fianco dell’arte e della cultura
Il Gioco del Lotto è legato all’arte e alla cultura da oltre 500 anni. Già a fine Seicento, infatti, Papa Innocenzo XII autorizzò a riversare nelle casse dell’erario parte delle entrate del Gioco del Lotto per realizzare il completamento di Palazzo di Montecitorio, l’attuale sede della Camera dei Deputati italiana.
Da allora, l’impegno concreto e multiforme del Gioco del Lotto, rivolto a preservare e valorizzare il patrimonio artistico e culturale italiano, non è mai venuto meno.
Lottomatica, attraverso Il Gioco del Lotto, sostiene importanti avvenimenti culturali, dalle grandi mostre alle Scuderie del Quirinale al Festival Internazionale del Film di Roma, all’apertura del nuovo Museo Novecento di Firenze. Ed è nel solco di questa pluricentenaria tradizione che si inserisce la partnership con il FAI.
“Cercavo la grande bellezza. Non l’ho trovata.” Dice Jep Gambardella in una famosa battuta del film di Paolo Sorrentino, vincitore dell’Oscar.
Ma la grande bellezza ci attende anche dove non ce la aspettiamo!
Per trovare il bello che ci circonda e per raccontarne le sfumature, per trascorrere nel suo segno una giornata di festa, la campagna di raccolta fondi del Fondo Ambiente Italiano Ricordati di salvare l’Italia ha come appuntamento centrale “FAIMARATHON – Con il Gioco del Lotto e il FAI non correre e scopri l’Italia intorno a te”, evento nazionale a cura delle Delegazioni e dei volontari FAI realizzato grazie alla partnership con Il Gioco del Lotto, che si svolgerà domenica 12 ottobre.
Lo stupore che nasce dalla scoperta non genera solo una gioia momentanea, ma una sensazione di arricchimento e di soddisfazione che ci rende felici: vivere in un Paese meraviglioso e sempre più bello migliora la qualità della vita. E grazie alla FAIMARATHON si potrà scoprire che viviamo in luoghi che hanno tanto da raccontarci e che sanno stupirci, se guardati con occhi diversi, che ci fanno sentire bene e che sono in grado di renderci ogni giorno sempre più orgogliosi!
Domenica 12 ottobre l’appuntamento è dunque con una passeggiata non competitiva organizzatain oltre 120 città italiane, una “maratona culturale” a tappe e adatta a persone di tutte le età, curiose di scoprire quanti sorprendenti tesori si nascondono tra i luoghi della loro vita quotidiana, spesso troppo frenetica per fermarsi ad ammirarli. Un’emozionante giornata da “turisti a casa nostra” in cui meravigliarsi di fronte a monumenti e siti di interesse artistico, paesaggistico e sociale che rappresentano l’identità del territorio, la sua storia, le sue tradizioni: dai palazzi ai giardini, dai teatri ai cortili, dalle chiese alle piazze, dalle scuole ai vicoli.
Oltre 120 città per altrettanti itinerari a tema, e oltre 1000 tappe da scoprire e in molti casi da visitare. Diversi infatti saranno i luoghi poco conosciuti o chiusi al pubblico che verranno aperti ai partecipanti con visite guidate a cura dei volontari FAI.
In Basilicata saranno proposti tre itinerari culturali.
Tricarico (MT)
L’acqua e la trasformazione del territorio: gli Orti saraceni di Tricarico
Costituiti da superfici terrazzate a ridosso delle mura dell’abitato altomedievale, erano veri e propri orti – irrigati con tecniche di canalizzazione delle acque sorgive di matrice araba – nei quali si coltivavano in modo intensivo piante officinali di uso domestico, quotidiano e stagionale. I primi nuclei abitativi, spesso ipogei, comunicavano con l’esterno proprio mediante i terrazzamenti su terreni coltivati, delimitati da muretti a secco in conci di pietra arenaria e collegati da ripide scalette che, insieme alle canalizzazioni per l’irrigazione, conferiscono un valore di estrema particolarità all’intera area. Attualmente, molti di questi orti versano in uno stato di abbandono e degrado e l’intera area necessita di interventi urgenti di recupero e manutenzione. Tra le tappe più interessanti dell’itinerario, il sistema degli Orti saraceni del Vallone sotto la Saracena, dove rare coltivazioni sono possibili grazie al microclima e alla presenza delle acque che si raccolgono nelle vasche naturali sotto le pareti di roccia arenaria per distribuirsi nei vari terreni. Altra tappa quella al Depuratore, zona recintata, poco conosciuta e normalmente chiusa. Le attrezzature e il processo di depurazione dell’acqua saranno descritte e illustrate con l’aiuto di tecnici del settore.
Domenica 12 ottobre, a partire dalle ore 10; partenze scaglionate fino alle ore 17.
Elenco tappe: La “fontana vecchia” – Gli orti terrazzati – La Torre Rabatana, i “giardini terrazzati” con vista dei ruderi del mulino ad acqua – Ponte di Don Pancrazio – il “sistema” degli Orti Saraceni – il Depuratore – le Sorgenti.
Visita guidata all’interno del Depuratore con spiegazione del funzionamento.
Matera
Dal Castello Tramontano al centro storico. Visita guidata sulle tracce di un delitto politico
A cinquecento anni dall’uccisione di Giovan Carlo Tramontano, conte di Matera (1497-1514), l’itinerario di FAIMARATHON propone una ricostruzione critica dei fatti sulle tracce del dramma politico che coinvolse tutta la popolazione. Il Castello Tramontano di Matera, rimasto incompiuto dopo l’uccisione del Conte che ne volle la costruzione, è di norma chiuso e la Delegazione FAI negli ultimi anni si è attivata in particolare per la sua valorizzazione, consentendone l’apertura al pubblico. Al suo interno è prevista la visita guidata.
Domenica 12 ottobre, a partire dalle ore 9.30; partenze scaglionate fino alle ore 17.
Elenco tappe: Castello Tramontano – Colle del Lapillo e tracciato del condotto sotterraneo – Fontana Ferdinandea – Luogo presunto della congiura (U’ pizzon du’ mmal’ chinsigghi) – Chiesa di San Giovanni Battista – Luogo dell’uccisione del Conte – Abitazione del Conte (Palazzo Firrau – Cipolla) – Casa Noha.
Visita guidata al Castello Tramontano.
Satriano di Lucania (PZ)
Satrianum da mito a realtà
Il percorso di FAIMARATHON fra le mura dell’antica Satrianum vuole puntare i riflettori sulla prima cittadina che, all’indomani del terremoto dell’Irpinia, ha saputo trasformarsi in un’affascinante galleria di arte murale, una vera pinacoteca a cielo aperto. Tra i tanti murales che rivestono le case del centro storico, alcuni sono dedicati alla vita del celebre pittore lucano del Seicento Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa, che qui soggiornò e trasse le sue prime ispirazioni. Dalla Torre normanna sarà inoltre possibile ammirare il grandioso insediamento medievale di Satrianum e il panorama circostante a 360°; al suo interno sono previste visite guidate.
Domenica 12 ottobre, a partire dalle ore 10; partenze scaglionate fino alle ore 15.30.
Elenco tappe: Centro storico – Piazza Umberto I – Torre normanna, Sito archeologico SS. 95
Visita guidata alla Torre.
In occasione dell’edizione 2014 di FAIMARATHON sarà possibile partecipare al torneo di fotografia #scattidifelicità: per farlo bisognerà caricare entro lunedì 13 ottobre tramite l’App FAIMARATHON un’immagine che esprima la propria idea di felicità, condividerla con i propri contatti in rete e farla votare da più persone possibili. Le migliori foto, selezionate da una giuria qualificata tra le 100 più votate online, vinceranno fantastici premi, tra cui magnifici weekend in alcune città delle Ruote del Lotto.
Le iscrizioni all’iniziativa si potranno effettuare online sul sito www.faimarathon.it oppure prima della partenza presso i banchi FAI, direttamente domenica 12 ottobre. A tutti i partecipanti verrà distribuito un kit che comprende uno zaino, una pettorina, l’itinerario della maratona, un biglietto d’ingresso omaggio in uno dei Beni della Fondazione e un adesivo a sostegno della campagna di raccolta fondi Ricordati di salvare l’Italia.
In occasione di FAIMARATHON speciali quote di iscrizione al FAI: domenica 12 ottobre in piazza e durante tutto il mese di ottobre ci si potrà online iscrivere al FAI con una quota agevolata, che prevede anche la partecipazione gratuita alla FAIMARATHON.
Il Gioco del Lotto
Il Gioco del Lotto è legato all’arte e alla cultura da oltre 500 anni. Già a fine Seicento, infatti, Papa Innocenzo XII autorizzò a riversare nelle casse dell’erario parte delle entrate del Gioco del Lotto per realizzare il completamento di Palazzo di Montecitorio, l’attuale sede della Camera dei Deputati italiana.
Da allora, l’impegno concreto e multiforme del Gioco del Lotto, rivolto a preservare e valorizzare il patrimonio artistico e culturale italiano, non è mai venuto meno.
Lottomatica, attraverso Il Gioco del Lotto, sostiene mostre e avvenimenti culturali di altissimo livello, dalla grande mostra dedicata a Frida Kahlo alle Scuderie del Quirinale al Festival Internazionale del Film di Roma, alla rassegna culturale “La Milanesiana”, all’apertura del nuovo Museo Novecento di Firenze. Ed è nel solco di questa pluricentenaria tradizione che si inserisce la partnership con il FAI.
MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE
E’ possibile avere informazioni sulla FAIMARATHON e sulle iscrizioni:
* sul sito www.faimarathon.it e sulla pagina Facebook dedicata alla FAIMARATHON
* sul sito www.giocodellotto.it e sulla pagina Facebook del Gioco del Lotto
* presso le Delegazioni FAI in tutta Italia nei tempi e modalità indicate sul sito
* scaricando la APP dedicata e gratuita sul proprio smartphone, per sistemi iOS e Android
* il giorno dell’iniziativa, prima della partenza presso i banchi FAI
Le iniziative si terranno anche in caso di condizioni meteo avverse (salvo ove espressamente indicato). Verificare sul sito www.faimarathon.it prima della partenza che non ci siano stati cambiamenti o variazioni di programma dovuti a cause di forza maggiore.
Per ulteriori informazioni sulla FAIMARATHON e per gli itinerari nelle città coinvolte dall’iniziativa consultare il sito del FAI dal 15 settembre: www.fondoambiente.it e de Il Gioco del Lotto www.giocodellotto.it
La lista delle tappe della città di Matera della FAI MARATHON – CON IL GIOCO DEL LOTTO E IL FAI “NON CORRERE E SCOPRI L’ITALIA INTORNO A TE”
PARTENZA
CASTELLO TRAMONTANO PARCO DEL CASTELLO
TAPPA 2
COLLE DEL LAPILLO E TRACCIATO DEL CONDOTTO SOTTERRANEO
TAPPA 3
FONTANA FERDINANDEA
TAPPA 4
LUOGO PRESUNTO DELLA CONGIURA (U PIZZON DU MMAL CHINSIGGHI)
TAPPA 5
CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
TAPPA 6
LUOGO DELL’UCCISIONE DEL CONTE
TAPPA 7
ABITAZIONE DEL CONTE (PALAZZO FIRRAU CIPOLLA)
ARRIVO
CASA NOHA
FAI MARATHON 2014 – III edizione – MATERA
Tappa n. 1
Castello Tramontano – Parco del Castello, Via Castello; coord. UTM 40.663880° N; 16.605465° E
Breve descrizione: La tappa si compone di 3 momenti distinti: un primo momento (a) di presentazione della storia non leggendaria del Conte-imprenditore napoletano; un secondo momento (b) di visita guidata al Castello; ed un terzo momento (c) in cui viene presentata una breve riduzione teatrale del racconto di Benedetto Croce: Il villano di Matera e Ferdinando il Cattolico.
a) Giovan Carlo Tramontano era un banchiere originario di Sant’Anastasia in agro di Napoli e maestro di zecca a Napoli. Faceva parte della borghesia imprenditoriale che aveva sostenuto gli Aragonesi e che questi incoraggiarono come nuova classe dirigente. Grazie ai servigi e ai prestiti fatti alla corona, nonostante non fosse nobile di nascita, ricevette dal re Ferdinando II nel 1497 la Contea di Matera per 25.000 ducati. Tramontano utilizzò il feudo di Matera per espandere le sue attività economiche e commerciali a danno dei piccoli imprenditori e dei nobili locali. Per poter rafforzare le proprie attività imprenditoriali e per la realizzazione di opere, fra cui il castello, vessò la città con forti imposizioni. Il 28 dicembre del 1514 chiese al popolo 24 mila ducati per poter proseguire le sue attività imprenditoriali e di edificazione. La nobiltà e l’imprenditoria, colpita nei propri interessi, colsero l’occasione di questa nuova richiesta per ordire una congiura che portò alla uccisione del “conte” il 29 dicembre 1514, apparendo come una rivolta di popolo. Dopo la sua uccisione i soprusi furono in parte ingigantiti e divennero leggendari, ma di fatto furono le forti imposizione fiscali oltre che l’intromissione nelle attività dell’imprenditoria e della nobiltà locali a portare alla sua uccisione.
b) Il Castello fu fatto erigere fra il 1501 ed il 1514 da Giovan carlo Tramontano, all’epoca signore della contea di Matera. E’rimasto incompiuto a causa del suo omicidio da parte della cittadinanza. Fu costruito con il pretesto della difesa della città e pertanto a spese della Università Materana (Comune). Non si sa chi lo abbia progettato, né come dovesse svilupparsi dal momento il castello non è mai stato completato. Fu costruito secondo i criteri dell’ingegneria militare dell’epoca. L’elemento principale del Castello è un massiccio torrione centrale su quattro livelli con torri laterali minori, fossato e muri di controscarpa. Le caratteristiche di quanto oggi esistente consentono di escludere la funzione residenziale di quanto costruito. Doveva trattarsi di una struttura militare di difesa e di carattere monumentale.
c) Il famoso filosofo Benedetto Croce pubblica nel 1927, fra gli Aneddoti di Storia civile e letteraria, un racconto breve, basato su elementi della tradizione popolare e su antichi atti giuridici del Regno di Napoli, dal titolo Il villano di Matera e Ferdinando il Cattolico. Si tratta della storia di un materano che chiede giustizia al Re, sentendosi oppresso dal punto di vista economico e giudiziario dal Conte Tramontano. La novella dà evidenza di come, anche a distanza di secoli, nell’ambito del Regno di Napoli fosse leggendaria la figura del Conte Tramontano. Del racconto verrà presentata una breve riduzione teatrale a cura di alcuni studenti apprendisti ciceroni del Liceo Classico di Matera.
Tappa n. 2
Colle del Lapillo e tracciato del condotto sotterraneo – Parco Giovanni Paolo II (Boschetto); coord. UTM 40.664766° N; 16.605619° E
Breve descrizione: La tappa tende ad illustrare le caratteristiche geologiche dell’area di Matera e le problematiche relative all’alimentazione idrica della città. La successione litostratigrafica dell’area dove sorge Matera fa sì che nell’ambito della città non vi siano sorgenti d’acqua naturali. La disponibilità di acqua era garantita solo dai sistemi di raccolta delle acque piovane. Tuttavia le colline che bordano la città sono costituite da un basamento di argille marnose e sulla sommità della collina sono presenti sabbie e conglomerati. La presenza di terreni permeabili (sabbie e conglomerati) sovrapposti a terreni impermeabili (argille), fa sì che le acque di pioggia che si infiltrano sulla parte alta della collina possano dar luogo ad una falda che, pur non essendo particolarmente cospicua, era in grado di fornire acqua anche in periodi siccitosi. La falda fu pertanto sfruttata con un acquedotto in grado di portare acqua alla città durante tutte le stagioni alimentando la fontana della tappa successiva. Verrà illustrato il tracciato dell’acquedotto e il relativo cunicolo di adduzione.
Tappa n. 3
Fontana Ferdinandea – Piazza Vittorio Veneto; coord. UTM 40.666181° N; 16.606436° E
Breve descrizione: E’ la fontana storica della città ed è detta fontana Ferdinandea, dal nome di Ferdinando II di Borbone, sotto il cui regno fu installata. Entrò in funzione nel 1832. Si tratta di una fontana alimentata da un acquedotto che attinge acqua dalla falda della collina del Lapillo e consentiva di alimentare di acqua la città anche durante i periodi di siccità. Vi sono tracce di una fontana in questa posizione sin dal 1300. La fontana nel 1927 venne allacciata all’acquedotto pugliese e nel 1949, avendo perso la sua funzione sociale fu smontata e rimossa. Nel 1958 fu collocata presso la villa comunale come elemento di arredo urbano. Nel 2009 è tornata nella sua posizione originaria. Il Castello oltre ad essere in posizione dominante era collocato proprio a ridosso della zona di alimentazione della fontana e poteva consentire anche di controllare l’alimentazione idrica della città.
Tappa n. 4
Luogo presunto della congiura contro il Conte Tramontano (U’ pizzon du’ mmal’ chinsigghi) – Sasso Barisano; coord. UTM 40.666877° N; 16.607943° E
Breve descrizione: L’uccisione del Conte Tramontano avvenne nel dicembre 1514 a seguito di una congiura che fu, in parte una ribellione della cittadinanza contro le vessazioni e le imposizioni economiche, ma anche e forse soprattutto, una rivolta della nobiltà e dell’imprenditoria contro la sua forte intromissione nella realtà economica locale. Dopo la sua uccisione i soprusi furono in parte ingigantiti per giustificarne l’uccisione. Il luogo di questa tappa è quello dove secondo la tradizione si incontrarono i congiurati che ordirono l’omicidio del conte definendone i dettagli e la strategia. Si tratta di un luogo nascosto sito nel sasso Barisano.
Tappa n. 5
Chiesa di San Giovanni Battista – Piazza San Rocco; coord. UTM 40.667636° N; 16.607900° E
Breve descrizione: La Chiesa di Santa Maria la Nova oggi di San Giovanni Battista in stile romanico nel 1204 fu donata dall’arcivescovo delle Diocesi di Acerenza e Matera, Andrea, alle Monache Penitenti di Santa Maria provenienti da Accon (Acri, città della Palestina). Elemento singolare della chiesa è l’accesso sul fianco meridionale della chiesa stessa, poiché quella principale nel 1610 fu inglobata nelle strutture dell’ospedale di S. Rocco. L’interno è a tre navate con otto pilastri che sorreggono grandi arcate. La struttura edilizia ha subito nel tempo diversi interventi, per cui non risulta più osservabile l’originario complesso. Al suo interno una incisione nel materiale lapideo usato nella costruzione ricorda l’uccisione del Conte.
Tappa n. 6
Luogo dell’uccisione del Conte – via Riscatto; coord. UTM 40.666919° N; 16.611214° E
Breve descrizione: La tappa riguarda il luogo dove, secondo la tradizione, avvenne l’uccisione del Conte il 29 dicembre 1514, all’uscita dalla messa del vespro. Si tratta di una via adiacente al Duomo, oggi “via Riscatto”, denominata così nel XIX secolo per ricordare il riscatto di Matera dalla tirannia del Conte. Il Tramontano fu colpito da mano ignota o, secondo la cronaca settecentesca di Giuliano Passaro, da uno schiavone: un immigrato. A questo evento fecero seguito un inchiesta ed un processo che vide sul banco degli imputati l’Università stessa (il Comune di Matera). Alla fine prosciolta dalle accuse con indulto regio.
Tappa n. 7
Abitazione del Conte in Matera: Palazzo Ferraù – via Riscatto, via Conservatorio; coord. UTM 40.667516° N; 16.611062° E
Breve descrizione: Il Conte Tramontano durante la sua permanenza in Matera non aveva un palazzo personale, né tantomeno ha mai abitato nel Castello. Egli era alloggiato, secondo quanto riporta la tradizione, nella zona della Civita, la parte nobile ed antica della città, presso il Palazzo Ferraù. Non vi sono certezze circa il fatto che dimorasse in questo luogo, si tratta tuttavia di una possibilità credibile, in quanto la Civita era la parte storica e nobile della città, che dominava le aree di accesso alla città, i rioni Sassi e tutta la zona nuova dell’abitato.
Tappa n. 8
Casa Noha – Recinto Cavone, 9; coord. UTM 40.666362° N; 16.612115° E
Breve descrizione: L’arrivo è presso Casa Noha, uno dei 27 beni del FAI nazionale è anche sede della Delegazione FAI di Matera. Si tratta di una dimora storica sita nella Civita e recentemente restaurata. In questa sede è possibile vedere il racconto filmato I Sassi invisibili, viaggio nella storia di Matera. Si tratta di un suggestivo filmato a cura di Giovanni Carrada, realizzato con il coordinamento scientifico dell’archeologa Prof.ssa Rosalba Demetrio (vice presidente regionale del FAI). Offre al visitatore, un’esperienza che consente di approfondire le vicende della città e coniuga nuove tecnologie e cultura offrendo una ricostruzione della storia della città da diverse prospettive: dall’architettura alla storia dell’arte, dall’archeologia alla storia del cinema.
FAI MARATHON 2014 – III edizione
MELANDRO DA SCOPRIRE
Gruppo FAI di Potenza
Domenica 12 ottobre in 120 città italiane il FAI organizza speciali passeggiate alla scoperta dei luoghi noti e meno noti, ma sempre sorprendentemente belli del nostro paese.
La FAI MARATHON organizzata dai volontari del FAI di Potenza e Satriano, coinvolgerà le comunità di Satriano di Lucania e di Tito, con il sostegno di associazioni locali (Orti del Melandro, Arte nella Valle, Circolo la Fonte e Petra) e delle Amministrazioni comunali.
Si partirà dal borgo affrescato di Satriano (Piazza del Municipio) alla scoperta del Pietrafesa, famoso pittore lucano del ‘600, le cui opere diffuse tra la Lucania e il Principato di Citra, sono riprodotte in alta risoluzione nel Museo Multimediale di Satriano gestito dall’Associazione Petra. Continuando la passeggiata tra i murales che decorano le facciate del borgo antico, le giovanissime guide della locale Scuola Media, coordinate dal dott. Felice Lapertosa, racconteranno la leggenda della crudele Regina Giovanna, e della distruzione dell’antica Satrianum.
Quindi la FAI MARATHON procederà in macchina proprio verso il sito archeologico di Satrianum (oggi nel tenimento di Tito), punto strategico per il controllo della valle del Melandro e luogo di insediamento delle popolazioni lucane fin dal VI secolo a.C. L’archeologa Daniela Pascale, risalendo a piedi lungo i sentieri che portano alla Torre normanna, illustrerà gli importanti ritrovamenti archeologici.
La FAI MARATHON si concluderà nel centro storico di Tito, con una visita curata dall’archeologo Michele Laurenzana presso il Convento di Sant’Antonio (XVI secolo), con il suo chiostro stupendamente affrescato dal Todisco e dal Pietrafesa, che descrive i miracoli compiuti dal Santo di Padova.
Per partecipare sono previsti due orari di partenza dalla Piazza Municipio di Satriano, alle 10,30 o anche alle 15,30. Per quanti comunicheranno l’iscrizione al n. 328-5542852 o tramite la pagina Facebook FAI Basilicata, sarà possibile pranzare al costo di € 12 presso l’Agriturismo Fattoria Bio in agro di Satriano.
L’ACQUA E LA TRASFORMAZIONE DEL TERRITORIO:
GLI ORTI SARACENI DI TRICARICO
Partenza Domenica 12 ottobre, a partire dalle ore 10:30
Sono previste partenze scaglionate fino alle ore 17:00
Km del percorso: 3,2
Tempo di percorrenza : circa due ore
Il punto di arrivo è diverso dal punto di partenza? SI, ma vicini, con opportunità di parcheggio.
Elenco tappe (tassativamente massimo 10 tappe):
Partenza : Tappa 1 LA “FONTANA VECCHIA”
Tappa 2 GLI ORTI TERRAZZATI SISTEMATI, Strada provinciale Bocconera;
Tappa 3 LA TORRE RABATANA, I ‘GIARDINI TERRAZZATI’, via Badia,
con vista dei RUDERI DEL MULINO AD ACQUA;
Tappa 4 IL PONTE DI DON PANCRAZIO, Strada provinciale Bocconera
Tappa 5 IL ‘SISTEMA’ DEGLI ORTI SARACENI, Vallone sotto la Saracena
Tappa 6 LA CAPTAZIONE DELLE ACQUE E LE GROTTE NATURALI,
Vallone sotto la Saracena
Tappa 7 IL DEPURATORE Vallone sotto la Saracena
Tappa 8 LE SORGENTI Via Don Pancrazio Toscano
Indicare se è prevista la visita guidata all’interno di un luogo/tappa: SI’, all’interno dell’area del depuratore
Se sì, quale? Tappa 7: spiegazione del funzionamento del depuratore
Indicare se e dove sarà possibile pre-iscriversi alla maratona (es. sede di Delegazione, Punto FAI, agenzia viaggi, libreria, etc):
Ci si iscrive direttamente la mattina sul posto, alla Tappa 1 (La Fontana Vecchia)
Convenzioni locali attivate per i partecipanti (es. sconti presso bar, ristoranti, negozi)
Da definire
PATROCINI, SPONSOR E COLLABORAZIONI LOCALI (ricordiamo che verranno citati sul sito e sulla APP, senza la pubblicazione dei loghi):
• Con il patrocinio di: Comune di Tricarico, Ex Comunità Montana Medio Basento, Soprintendenza ai Beni Archeologici della Basilicata.
• Si ringrazia per il supporto locale: nomi degli sponsor e sponsor tecnici locali
Hanno inoltre collaborato: Istituto comprensivo “Rocco Scotellaro”, Liceo pedagogico “Gesù Eucaristico”, Liceo scientifico “Carlo Levi”, Istituto Professionale Servizi per l’ Agricoltura e lo Sviluppo Rurale
• es. persone coinvolte, storici dell’arte, istituti scolastici, etc da definire
Tema dell’itinerario e motivazione della scelta:
L’ACQUA E LA TRASFORMAZIONE DEL TERRITORIO:
GLI ORTI SARACENI DI TRICARICO
Gli “Orti saraceni” di Tricarico sono costituiti da superfici terrazzate a ridosso delle mura dell’abitato altomedievale degradanti verso il vallone del torrente sottostante, il cui letto si articola in una miriade di appezzamenti, irrigati con tecniche di canalizzazione delle acque sorgive di matrice araba. I primi nuclei abitativi, spesso ipogei, comunicano con l’esterno mediante i prospicienti terrazzamenti su terreni coltivati a frutteti, ortaggi, erbe officinali di uso domestico quotidiano e stagionale. Gli appezzamenti sono delimitati da muretti a secco in conci di pietra arenaria, collegati da ripide scalette che insieme alle canalizzazioni per l’irrigazione conferiscono un valore di estrema particolarità all’intera area. A distanza di quasi mille anni le tracce di queste coltivazioni nelle aree interne della Basilicata sembrano essere rimaste nell’uso fortemente radicato di piante la cui comparsa nel territorio lucano è riconducibile al periodo arabo – normanno. Come agricoltori, questi popoli, elaborarono ingegnose tecniche agronomiche che, attraverso il controllo dell’irrigazione e delle concimazioni consentivano coltivazioni intensive. Si tratta di coltivazioni che fin dal IX-XII secolo, cioè dal periodo bizantino-arabo-normanno, si sono poi protratte lungo il corso dei secoli, come ci documentano i documenti di archivio di fine Cinquecento, fino ad oggi. Attualmente, molti di questi orti versano in uno uno stato di abbandono e degrado, l’intera area necessita di interventi urgenti di recupero, manutenzione e valorizzazione.
Motivazioni per la scelta del sito:
• La particolarità e unicità del sito, l’area ha una sua specificità che non troviamo altrove.
• La curiosità che il termine “orti saraceni” suscita, proprio in virtù dello stretto legame con i quartieri Saracena e Rabatana e gli spunti che può offrire;
• Il tema, quest’anno il FAI segnala in modo preferenziale siti legati al cibo e all’alimentazione, argomenti che saranno ampiamente trattati durante l’EXPO 2015;
• L’attenzione che il FAI vuol dare a temi come ambiente e sostenibilità e non solo ai monumenti;
• L’ urgenza di elaborare un progetto e intervenire per evitare di perdere irrimediabilmente le tracce di un luogo che ancora oggi potrebbe essere “vissuto” e produttivo.
• La scelta di segnalare il sito come “luogo del cuore”.
Gli “Orti saraceni” di Tricarico sono costituiti da superfici terrazzate a ridosso delle mura dell’abitato altomedievale degradanti verso il vallone del torrente sottostante, il cui letto si articola in una miriade di appezzamenti, irrigati con tecniche di canalizzazione delle acque sorgive di matrice araba. I primi nuclei abitativi, spesso ipogei, comunicano con l’esterno mediante i prospicienti terrazzamenti su terreni coltivati a frutteti, ortaggi, erbe officinali di uso domestico quotidiano e stagionale. Gli appezzamenti sono delimitati da muretti a secco in conci di pietra arenaria, collegati da ripide scalette che insieme alle canalizzazioni per l’irrigazione conferiscono un valore di estrema particolarità all’intera area. A distanza di quasi mille anni le tracce di queste coltivazioni nelle aree interne della Basilicata sembrano essere rimaste nell’uso fortemente radicato di piante la cui comparsa nel territorio lucano è riconducibile al periodo arabo – normanno. Come agricoltori, questi popoli, elaborarono ingegnose tecniche agronomiche che, attraverso il controllo dell’irrigazione e delle concimazioni consentivano coltivazioni intensive. Si tratta di coltivazioni che fin dal IX-XII secolo, cioè dal periodo bizantino-arabo-normanno, si sono poi protratte lungo il corso dei secoli, come ci documentano i documenti di archivio di fine Cinquecento, fino ad oggi. Attualmente, molti di questi orti versano in uno uno stato di abbandono e degrado, l’intera area necessita di interventi urgenti di recupero, manutenzione e valorizzazione.
Tappa chicca dell’itinerario (tappa più interessante – importantissima la foto relativa) e motivazione della scelta:
Tappa 5 IL ‘SISTEMA’ DEGLI ORTI SARACENI, Vallone sotto la Saracena
Sono ormai pochi coloro che coltivano e assicurano la manutenzione ai piccoli appezzamenti nel vallone sotto la Saracena di Tricarico, questo è uno degli esempi di coltivazione possibile grazie al microclima e alla presenza delle acque che si raccolgono scivolando nelle vasche naturali sotto le pareti di roccia arenaria e si distribuiscono nei vari terreni. La scelta è dettata dal voler evidenziare, valorizzare e recuperare questo meccanismo di utilizzo delle acque ai fini didattici ma soprattutto produttivi.
Tappa in cui è prevista la visita guidata all’interno e sue caratteristiche di interesse:
Tappa 7 IL DEPURATORE Vallone sotto la Saracena
Si tratta di una zona recintata, per niente frequentata e conosciuta, localizzata in fondo al percorso e normalmente chiusa. Le attrezzature e il processo di depurazione dell’acqua saranno descritte e illustrate con l’aiuto di tecnici del settore. Dopo aver seguito il percorso dell’acqua e aver illustrato i vari modi di utilizzo e captazione di tipo naturale, sarà interessante capire come avviene il processo di depurazione attuale delle acque canalizzate lungo il vallone.
BREVI TESTI
che saranno inseriti sul retro della piantina
Tappa 1 LE SORGENTI, Via Don Pancrazio Toscano – Tramite una cabina dell’acquedotto ormai dismessa si accede alle sorgenti. Scendendo pochi gradini e attraverso due brevi corridoi coperti a volta si arriva alla parete rocciosa da cui “nasce l’acqua”. Queste acque sono convogliate ad alimentare le prese d’acqua presenti alla “Fontana vecchia”. La presenza di numerose sorgenti nella zona può essere collegata a cause geologiche e topografiche diverse, in particolare la conformazione geologica di Tricarico favorisce tale fenomeno. Tricarico è ubicato su una dorsale di calcareniti, debolmente cementati, clinostratificati e permeabili, questa conformazione geologica permette alle acque meteoriche di penetrare nel terreno e affiorare spontaneamente.
Tappa 2 LA “FONTANA VECCHIA”, Via delle matine. Nel Liber Iurium della città di Tricarico, redatto dal notaio Ferrante Corsuto nel 1585, si attesta l’esistenza della Fontana vecchia, del lavandario e del vallone delli Lavandari. La veduta di Tricarico, stampata nel 1618 a Colonia da G.Braun ed F. Hogemberg riporta numerose fontane e abbeveratoi nelle immediate adiacenze del centro abitato, alle porte del paese, per il ristoro dei contadini e animali di ritorno dalla campagna. Qui, fino alla metà degli anni ’50, le donne di Tricarico, andavano a lavare i panni nel lavatoio pubblico e stendevano sugli arbusti circostanti. Non c’era acqua nelle case e l’approvvigionamento dal fontanino pubblico si limitava all’acqua potabile. Nella stessa zona le vasche abbeveratoio per gli animali.
Tappa 3 ORTI TERRAZZATI SISTEMATI E ABBANDONATI, Strada prov. Bocconera. – Gli horti, dominavano la parte più bassa del Vallone delli Lavandari, conca di S. Antonio e torrente Milo, area ricchissima di acque sorgive e utilizzata per la coltivazione delle verdure, vendute sul mercato locale. Attualmente solo alcuni di questi orti sono stati recuperati e vengono coltivati dai proprietari che hanno provveduto a ripristinare i muretti a secco, le canalizzazioni per il deflusso delle acque e le colture locali. La ricchezza di acqua di questa zona fece sì che, già dal 1500, ci fossero numerose attività artigianali legate alla presenza di acqua. In questa zona, come ci hanno tramandato i documenti di archivio, fin dal XVI secolo sono attestate le botteghe dei figuli legate alla lavorazione della argilla, così numerose da dare il nome all’intero quartiere. Altra attività molto fiorente nella cittadina medievale era quella della concia delle pelli : cosarie de corami.
Tappa 4 LA TORRE RABATANA, I ‘GIARDINI TERRAZZATI’, via Badia – I due quartieri della Rabata e della Saracena, con le loro mura di cinta, i giardini terrazzati, le torri emiforiche a protezione delle relative porte d’accesso, testimoniano il lungo episodio insediativo degli Arabi in questa cittadina. Essi contribuirono a rivitalizzare l’arboricoltura e l’orticoltura, lasciarono influenze linguistiche, arabo-berbere, nel dialetto locale, e caratterizzarono il tessuto urbanistico. “I nuclei abitativi, spesso ipogei, dalla modesta tecnica edilizia, … se tendono a chiudersi in difesa rispetto all’esterno, con questo, peraltro, comunicano mediante i prospicienti terrazzamenti su terreni aridi coltivati a frutteti, che fanno da corona all’attuale abitato altomedievale di Tricarico e degradano sul sottostante uaddone del torrente Milo, il cui letto si articola in una miriade di orti, resi irrigui da tecniche di canalizzazione delle acque sorgive di impianto arabo. Un codice tricaricese di fine Cinquecento, ci tramanda l’esistenza di una gran quantità di horti seu frutteti (giardini) dislocati al di fuori delle muraglie e delle porte d’accesso.”
Tappa 5 IL PONTE DI DON PANCRAZIO, strada provinciale Bocconera, con vista dei RUDERI DEL MULINO AD ACQUA –Don Pancrazio Toscano era un amorevolissimo, terribile prete che per il paese per raccoglieva offerte per i poveri e per gli orfanelli, ma anche un indomito costruttore, un precursore dell’ architettura partecipata; a lui si deve, fra le altre opere, la realizzazione del ponte in pietra, che porta a Sant’Antonio e di qui a santa Maria, e del ponte, purtroppo incompiuto e ora in parte franato, che dalla Rabata, nelle adiacenze della Badia, scavalca u_waddónë, all’altezza del convento del Carmine. Nei pressi del ponte, nella parte bassa del vallone, oltre a una miriade di orti, restano i ruderi del mulino ad acqua.
Tappa 6 IL ‘SISTEMA’ DEGLI ORTI SARACENI, Vallone Milo. L’area dei terrazzamenti è una spalla scoscesa della collina su cui sorge il centro storico testimonianza, con gli orti, del sistema di irrigazione riveniente dalla cultura araba di popolazioni qui insediate che realizzarono un sistema di drenaggio e captazione delle acque meteoriche carsiche e superficiali mettendole a disposizione per la coltivazione. I muretti degli orti e dei terrazzamenti furono realizzati con la stessa pietra arenaria recuperata dagli scavi degli ipogei sotto le abitazioni realizzate nei secoli. Le aree terrazzate presentano coltivazioni a frutteti per la poca irrigabilità dei suoli, ma con una esposizione tale da poter maturare frutti. Gli orti sono posti nel vallone in funzione della distribuzione delle acque meteoriche e umane incanalate, delle copiose acque sorgive e di trasudazione delle rocce, e di un microclima più protetto e mite favorito dallo stesso alveo del torrente. Questo sistema ha alimentato per secoli l’autoconsumo e il mercato locale dei prodotti orticoli, il sedano (àççë), la cicoria, le rape, le šçkarólë.
Tappa 7 LA CAPTAZIONE DELLE ACQUE E LE GROTTE NATURALI, Vallone Milo. “Le case di Tricarico sono state costruite in modo da lasciare una strettissima intercapedine tra l’una e l’altra, con la funzione non solo di raccogliere le acque di scarico delle unità abitative e quelle piovane in eccesso provenienti dai tetti, ma anche per permettere il deflusso di quelle provenienti dalle quote superiori dell’abitato. … le intercapedini e i vicoli in pendenza raccolgono le acque delle abitazioni e dei vicinati e le convogliano sulle strade principali. … le acque scorrono verso quote più basse; dove invece il percorso è più pianeggiante si aprono veri e propri ‘tunnel’, al di sotto delle abitazioni, che sfociano sulle strade sottostanti… A partire proprio da queste strade al margine del centro abitato avviene lo smaltimento idrico all’esterno dell’area urbana. … in due modi differenti. Il primo e più diretto consiste nel convogliare attraverso piccole aperture nei muretti di recinzione, parte di quest’acqua negli orti posti a quote inferiori rispetto alla strada, e quindi utilizzata a scopi irrigui… Il secondo sistema… permette di convogliare parte dell’acqua negli orti e nei frutteti a distanza maggiore della strada. Le acque infatti vengono indirizzate in un canale inciso nella roccia che, costeggiando i muretti a secco dei coltivi, scende verso il torrente Milo. …. L’acqua che non viene deviata dentro gli orti, non viene persa, infatti confluisce nel sottostante torrente che alimenta gli altri sistemi di coltivazione.”
Tappa 8 IL DEPURATORE, Vallone Milo. In fondo al percorso troviamo la struttura del depuratore, di recente costruzione e non ancora in funzione. Il depuratore permetterà la depurazione delle acque reflue. Tale processo avviene attraverso diverse fasi, durante le quali vengono eliminate le sostanze tossiche dai rifiuti liquidi, trasformando il tutto in fanghi, quest’ultimi, non essendo ancora del tutto privi di materiale dannoso, a loro volta subiscono altri particolari trattamenti. I fanghi ottenuti possono essere smaltiti in discariche speciali, oppure utilizzati in agricoltura o recati presso gli impianti adibiti al compostaggio, il tutto, ovviamente, senza recare alcun tipo di danno all’ecosistema.
Scheda elaborata da: arch. Sabrina Lauria, arch. Domenico Langerano. Bibliografia: Graziadei Antonio, tesi di laurea relatore prof.a Maria Perone e correlatore prof. Pietro Laureano; Laureano Pietro, Sahara: giardino sconosciuto, Firenze, Giunti, 1988; Biscaglia Carmela, Incursioni arabe in Basilicata. La Saracena e la Rabata di Tricarico, i giardini e gli idiomi linguistici in BRN n. 29-130 2012; Fascetti Simonetta , Orti saraceni a Tricarico. Un progetto di rivalutazione in Basilicata Regione Notizie n. 129-130 2012;
Satriano di Lucania (POTENZA)
SATRIANUM DA MITO A REALTÀ
Partenza Domenica 12 ottobre, a partire dalle ore 10.00
Sono previste partenze scaglionate fino alle ore 15.30
Km del percorso: 6
Tempo di percorrenza : due ore
Il punto di arrivo è diverso dal punto di partenza? SI
Elenco tappe (tassativamente massimo 10 tappe):
Luogo di partenza = Tappa 1 CENTRO STORICO – Via De Gregorio, n.23, Satriano
Tappa 2 … – Piazza Umberto I , n.12, Satriano
Tappa 3 TORRE – Sito archeologico SS.95
Indicare se è prevista la visita guidata all’interno di un luogo/tappa: SI
Luogo di partenza = Tappa 1 CENTRO STORICO
Tappa 3. TORRE
Indicare se e dove sarà possibile pre-iscriversi alla maratona (Stessi punti indicati per il percorso a Potenza, eventualità di individuarne alcuni a Satriano)
Convenzioni locali attivate per i partecipanti (idem)
…
PATROCINI, SPONSOR E COLLABORAZIONI LOCALI (ricordiamo che verranno citati sul sito e sulla APP, senza la pubblicazione dei loghi):
• Con il patrocinio di: Provincia, Comune, Comunità montane, etc (ricordiamo di non chiedere nessun tipo di patrocinio, collaborazione o contributo alla Regione)
• Si ringrazia per il supporto locale: sponsor tecnici locali
• Hanno inoltre collaborato: Associazione Melandrino persone coinvolte, storici dell’arte, istituti scolastici, etc
SATRIANUM DA MITO A REALTÀ
Tema dell’itinerario e motivazione della scelta:
La storia dell’antica Satrianum a Pietrafesa, dal centro storico dell’attuale Satriano di Lucania, arrivando fin sù la Torre, per poter abbracciare gli elementi artistici murali nel centro storico, che rappresentano le numerose leggende che hanno avuto per sfondo la torre e si sono ispirate alla sua storia, che sarà possibile toccare con mano quando si arriverà agli scavi archeologici.
La pittura e l’arte nel destino di un borgo che oltre 400 anni fa ha dato i natali al più noto pittore lucano di tutto il Seicento, Giovanni de Gregorio, detto il Pietrafesa. L’odierna Satriano di Lucania, a quei tempi era denominata appunto Pietrafesa e custodì l’adolescenza e raccolse le prime ispirazioni del celebre artista.
Oggi, tra i tanti murales disseminati per la cittadina, ve ne sono alcuni dedicati alla vita dell’antico pittore, che per primo affrescò la Cappella di San Giovanni
La prima cittadina a realizzare queste rappresentazioni artistiche dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980 fu Satriano di Lucania, dove decine di murales rivestono le case del centro storico, trasformandolo in un’unica grande opera d’arte, pinacoteca all’aperto da conoscere e visitare.
Un unicum affascinante e particolare per la nostra regione e un richiamo luminoso per quanti vogliono entrare gratuitamente in una galleria d’arte murale”
CENNI DEL PERCORSO:
Il primo murale che citiamo per importanza è quello dedicato alla leggenda da cui prende via la “Maratona degli occhi”. Questo primo murale raffigura la Regina Giovanna accompagnata dallo stemma del paese dilaniato da alcune strisce di fuoco, a segno dell’incendio devastatore che causò la fine della vecchia città. Dipinto da Lavinio Sceral, è situato nel centro storico, in via Porticelle ed è raggiungibile grazie al passaggio sotto all’arco di palazzo Loreti l’attuale Municipio, che rappresenta il punto di accesso al percorso.
Di fronte a questo murale , a firma di un altro artista, vi è quello intitolato “L’amore al di là della vita” di Lello Sansone, che tratteggia in una notte stellata la dipartita dei due amanti, contrapposti alla regina, che perirono dando vita al mito dell’incendio con sfondo la Torre normanna.
Poco al di sopra, passando tra le case del vicolo, un murale dipinto a quattro mani La Torre- Giglio datato 1991, ha per oggetto un cavaliere armato che in una nuvola di polvere va incontro all’osservatore, lasciando alle sue spalle la Torre.
In via San Rocco la distruzione della Torre, in cui sono raffigurate le tre figure chiave della storia satrianese che si confonde con la leggenda in una notte del Medioevo, quando il Baronetto di Satrianum, si adagiò con l’ancella prediletta della Regina Giovanna II d’Angiò-Durazzo.
Per poi risalire di pochi metri verso i murales ritraenti la leggenda del Moccio della Famiglia Abbamonte.
Avendo in questo passaggio la possibilità di fiancheggiare i murales raffiguranti la vita e le opere del famoso pittore seicentesco, de Gregorio. Osservare i culti e la fede, che si confondono talvolta con credenze e tradizioni miste a riti entrati nel contesto della vita contadina locale, molto ben raffigurata.
Datata alcuni secoli dopo la distruzione di Satrianum, la leggenda del Moccio di Abbamonte, che vede una rappresentazione più raccolta e compiuta, a disegnare la storia di una ricca famiglia proprietaria, assurta dal popolo come esempio negativo della perfidia e crudeltà, dai ricorsi morali.
Per fare un passaggio nella Piazza del paese dove sono stati ritratti i reperti archeologici rinvenuti sul sito della Torre, oltre che poter osservare in museo i pochi rimasti a custodia del nostro museo comunale. Prima di risalire verso il vasto sito archeologico, in cima alla collina, dove verranno dispiegate nozioni storiche e rilievi architettonici sulla Cattedrale posta all’interno del sito.
Tappa chicca dell’itinerario e motivazione della scelta:
Inoltre sulla sommità della collina di Tito sono ancora presenti le rovine con scavi incompiuti del grandioso insediamento medievale di Satrianum, famoso per la Torre normanna, dalla quale si può osservare il panorama circostante a 360°, con un grande campo visivo. Dove è stata individuata una Cattedrale, polo religioso e la roccaforte normanna, la Torre, intramezzate dall’insediamento civile, con Episcopio, necropoli e ville ancora oggetto di scavo, sulla vicina costa della collina.
Da sempre oggetto di leggenda, si vuole confutare le tesi che hanno preso spunto dalla storia per divenire fantasia, contestualizzando i reali accadimenti storici e documentali che smentiscono incendi e distruzioni armate, per evidenziare lo studio effettuato dagli archeologi.
Tappa in cui è prevista la visita guidata all’interno e sue caratteristiche di interesse:
TAPPA 3 Torre
In situ è possibile entrare nella Torre ricostruita con terrazzo soprastante che consente la visuale all’aperto.
All’interno della Torre sono osservabili una botola, delle finestre ad arco ed un fregio rinvenuto dal portone della cattedrale.
BREVI TESTI
che saranno inseriti sul retro della piantina
Tappa n. 1 – Via De Gregorio, n.23
Alla scoperta del Pietrafesa, il più grande pittore lucano del seicento
Il pittore Giovanni de Gregorio (1579-1656) artista della Scuola Napoletana è conosciuto con l’appellativo “Il Pietrafesa”, l’antico toponimo dell’odierna Satriano di Lucania, dove nacque. La sua prima opera firmata, la Pietà, custodita nella chiesa di San Francesco a Potenza, risale al 1608. Fino alla metà degli anni Trenta del Seicento la sua attività pittorica è febbrile. Molti paesi dell’area compresa tra la Lucania e il Principiato Citra, infatti, conservano testimonianze pittoriche del Pietrafesa, spesso custodite in chiese e conventi appartenuti all’Ordine Francescano, oggi visibili in alta risoluzione nel Museo Multimediale di Satriano.
Tappa n. 2 – Piazza Umberto I, n.12
La crudele Regina Giovanna e l’incendio di Satrianum
Secondo la leggenda, raffigurata nei murales, la distruzione dell’antica città di Satrianum fu ordinata dalla regina Giovanna di Napoli, per vendicarsi del rapimento di una sua giovane dama di compagnia. La città venne quasi del tutto rasa al suolo. Ma la distruzione di Satrianum non fu solo il risultato di un folle gesto di requisizione, ci fu in realtà anche una seconda causa: in quegli anni infatti la regina si trovò a far visita all’insediamento dove risiedeva il nobile Baronetto del quale si era innamorata. Una volta scoperto però, che questi non le corrispondeva lo stesso amore, perché invaghito della damigella di corte Seal, ordinò ai suoi uomini di mettere “a ferro e fuoco” il paese.
Tappa n. 3 – Sito archeologico di Satrianum
Come arrivare: dalla S.P. Isca Pantanelle (Satriano-Polla) e dalla S.S. 95: uscita Satriano Nord. Al primo incrocio svoltare a destra in direzione Tito. Dopo 200 metri svoltare alla seconda a destra.
Una passeggiata lungo i sentieri che portano alla torre di Satriano, ripercorrendo la storia dell’insediamento, dove già si insediarono i Lucani nel VI secolo a.C. Passeggiando fino alla cima, punto strategico per il controllo della valle, verranno illustrati gli importanti ritrovamenti archeologici, la Cattedrale e la Torre Normanna restaurata.