Una sfida oltre il risultato è la frase che sintetizza una delle ultime riflessioni che ci trasmette un politico ed amministratore di lungo corso quale è Vincenzo Viti.
Le ultime settimane sono state attraversate da una comunicazione “istituzionale” che ha solo in parte coperto il “fermo biologico” di un dibattito che non è ancora decollato , in attesa del fatidico venerdì 17 prossimo alle ore 17,00.
Solo la intensa e trasgressiva ironia di Antonio Andrisani ha dato respiro, con i suoi cortometraggi, ad una lunga apnea che rischia di soffocarci e ad un copione che il più delle volte rispecchia la parte scenografica dei lungometraggi biblici con presenza numerose di comparse.
Matera è una città straordinaria che cattura tutti i sensi quelli di chi la attraversa, di chi la vive per qualche istante e di chi sceglie di immergersi in tutte le sue immense risorse e contraddizioni. Matera ha mantenuto per secoli questo suo straordinario fascino, superando con rinnovato vigore i ripetuti saccheggi e le recenti scorribande. La intelligente intuizione, guarda caso non istituzionale, di candidare Matera a Capitale europea della Cultura ci permette di riconnettere la nostra straordinaria storia ad una rinnovata visione della città. Matera è per la sua straordinaria bellezza e per la sua storia un riferimento per una nuova Europa ed allo stesso tempo ponte per il mediterraneo.
L’orologio della storia , che in questo secolo sembra correre più veloce , ci impegna però ad adottare un nuovo modello che vede nella partecipazione, nella condivisione e nella valorizzazione della critica il suo paradigma.
E’ indispensabile immergersi nella città assaporandone tutti gli angoli, bisogna favorire le pulsioni collettive ed il protagonismo delle associazioni alle tracce che si sviluppano negli stessi luoghi che hanno per anni tentato di egemonizzare tutto quanto fosse possibile qualunque fosse il governo della città e della regione. Stesse famiglie e stesse filiere per favorire interessi particolari.
Non ci sarà alcun carro su cui saltare, è non ci sono cocchieri o conducenti ma uno spazio aperto nel quale rileggere e ridefinire i progetti per la città e le nostre legittime ambizioni. Si apriranno strade non ancora esplorate e nuove relazioni che facendo leva sulla forza della nostra storia e del nostro patrimonio potranno rilanciare e rafforzare il sistema sociale ed economico della città e del territorio vasto che abbraccia anche parte dell’area murgiana.
La classe dirigente della nostra città deve innovarsi certo nello stile e nei metodi ma anche nel rispetto delle regole, dei principi di solidarietà, di inclusione sociale e di equità. Guardando alle prossime scadenze elettorali ed a chi dovrà amministrare la città dal 2015 in avanti dobbiamo fare in modo da non avere anime morte ma autentici operatori civili. Immagino che Vincenzo Viti citando le “anime morte” facesse riferimento anche a Gogol.
Angelo Cotugno, Consigliere Comunale PD
bene con riserva! La nota su Basilicatanet è migliore. Scremata dai nomi come si conviene su quella testa anche perchè qui si fa riferimento a Vincenzo Viti che data l’età si sarebbe dovuto dedicare gia da tempo ai nipoti.