“Una decisione importante quella assunta questa notte dalla Commissione Ambiente della Camera che nei fatti accoglie la sostanza delle proposte emendative presentate da me e dai colleghi Speranza ed Antezza per dare attuazione all’art. 16 del dl liberalizzazioni stabilendo che una quota del 30 per cento delle risorse fiscali ricavate dal petrolio estratto sia destinato ad un fondo permanente per lo sviluppo delle attività produttive e delle infrastrutture”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (FI), componente della Commissione Bilancio della Camera. “Una decisione di grande rilevanza per il futuro della Basilicata, se alla decisione della Commissione Ambiente seguirà la conferma di copertura della Commissione Bilancio e del Ministero dell’Economia, che supera le limitazioni poste dal decreto ministeriale emanato l’anno scorso . Il 30 per cento delle risorse fiscali si riferirà al gettito ricavato dalle estrazioni minerarie conseguite sia dall’incremento delle produzioni Eni che dalla concessione Total con un impatto economico di sicuro rilievo. Forza Italia ha sposato da anni questa linea con una serie di atti normativi che oggi si dovrebbero poter compiere per legare le risorse petrolifere ad un piano di sicurezza ambientale e di sviluppo duraturo del territorio. Anche sulla trasformazione del fondo per la riduzione del prezzo del carburante che oggi alimenta la carta carburante ho ottenuto che lo stesso non perdesse la sua vocazione al sostegno di azioni di sviluppo pur integrandolo con misure di coesione sociale. Domani saranno valutati gli altri emendamenti che puntano ad escludere dal patto di stabilità le royalties destinate a finanziare programmi di sviluppo di infrastrutture, di progetti produttivi e di tutela ambientale. Naturalmente è un primo importante passaggio, quello ottenuto questa notte in Commissione Ambiente, che bisognerà tutelare con attenzione nel prosieguo dell’esame del provvedimento per evitare spiacevoli censure del Ministero dell’Economia. Riconosco al presidente Speranza di aver speso l’autorevolezza del suo ruolo nel sostenere una causa comune nell’interesse dello sviluppo della Basilicata per il quale l’intero gruppo parlamentare di Forza Italia, a partire dal presidente Brunetta, si è speso con determinazione”.
CSAIL: nella trattativa in atto con il Governo Renzi sulla partita petrolio anche l’istituzione della Zona Franca Val d’Agri-Sauro.
Non può che farci piacere il fatto che l’Assessore Berliguer, rindossando il suo abito da professore sicuramente più adatto a quello di esponente di Giunta, ritorni (dopo averlo già fatto qualche mese fa) sulla possibilità per la Basilicata – come la sua Sardegna – di beneficiare dello strumento “Zona Franca” per uscire dalla crisi. Il Csail (che conserva nel logo la dicitura “Zona franca”) è dal 2001 che si batte per l’istituzione di una Zona Franca nel comprensorio petrolifero, per non pagare il carburante con il prezzo più alto come accade adesso, e per favorire investimenti industriali assicurando gas-energia e acqua a tariffe scontatissime e attraverso sgravi fiscali specie a favore di piccole e medie imprese e di nuove assunzioni. In verità più che nell’assessore Berlinguer, che continua a “scoprire” il gap infrastrutturale attraverso qualche viaggio in treno e in auto sulle nostre linee ferroviarie e stradali, le nostre speranze sono riposte nell’europarlamentare Gianni Pittella, capogruppo dei Socialisti e Democratici a Strasburgo, che si è espresso da tempo a favore della Zona Franca Val d’Agri-Sauro.
Sia chiaro: almeno per noi non si tratta di quel pateracchio di Zona a burocrazia zero già Zona Franca Urbana che in Basilicata riguarda l’area industriale di Matera e che si è rivelata una bufala perché non ha dato alcun risultato(come nel resto del Paese). La Zona franca che intendiamo e sosteniamo noi del Csail dagli anni ottanta (con la raccolta di circa 30mila firme) è tutt’altra cosa perché deve contenere tutti i benefici anche di natura fiscale, altrimenti non riusciamo a capire per quali motivi gruppi o singoli industriali dovrebbero pensare di venire a produrre in Val d’Agri. E non si sottovaluti che tra gli elementi che appesantiscono il fattore competitività dell’industria italiana ci sono propri i costi aziendali con al primo posto energia ed acqua a cui si aggiunge la carenza infrastrutturale che rende più alta la spesa per il trasporto merci e prodotti. Solo attraverso distretti – continua Filippo Massaro – con un regime no tax e burocrazia zero, come sostiene l’europarlamentare Pittella, e aggiungiamo con costi energetici e dell’acqua più bassi, agevolazioni fiscali, possiamo sperare di attrarre capitali nazionali ed esteri, arrestando cosi’ il processo di desertificazione industriale denunciato dallaSvimez insieme al divario fiscale tra Sud e Nord. Noi del Csail – conclude Massaro – vogliamo, ancora una volta, svegliare dal lungo letargo tutti i politici di ogni grado e colore eletti in Basilicata. Ci sono soprattutto gli indicatori economici legati alla disoccupazione, allo spopolamento e aggregando una decina di comuni si raggiunge la soglia demografica richiesta. A questo punto, mettendo da parte le divisioni politiche, gli esponenti lucani di Governo e i parlamentari della nostra regione, di intesa con il Governatore e gli europarlamentari devono mettere nella trattativa in atto con il Governo Renzi sulla partita petrolio (Memorandum, royalties, ecc.) anche l’istituzione della Zona Franca Val d’Agri-Sauro. Un’iniziativa che al Governo Renzi con il sicuro benestare dell’Ue già concesso in altre Regioni d’Europa non costa nemmeno un centesimo.