Le tre centrali lucane della cooperazione sociale Federsolidarietà-Confcooperative, Legacoop sociali, Agci solidarieta’ chiedono alla Regione Basilicata l’attivazione di un tavolo di crisi del welfare. “Sono trascorsi 15 anni esatti, tre lustri, – affermano- ci avviamo ad essere la regione che ospitera’ la citta’ capitale della cultura. Se e’ vero che di cultura si “mangia anche” e’ pur vero che senza welfare non si progredisce nemmeno in cultura. Il piano socio assistenziale, il suo aggiornamento, il piano sanitario o meglio l’integrazione socio sanitaria sono tutti temidi grande attualità che sembrano però ai margini del dibattito politico regionale. La stessa cosa dicasi della figure dell’Assessore dei servizi alla persona. Tutto tace. Eppure le cooperative sociali hanno manifestato da sempre grande disponibilita’ a trovare soluzioni, rimedi, innovazioni, nella mera logica propositiva e non rivendicativa. Ma il completo silenzio ora e’ diventato assordante. Vi e’ confusione e complicazione burocratica nel trasferimento delle risorse economiche fra comuni capofila e capoarea. Si assiste alla riduzione delle stesse risorse economiche, riduzione dei servizi alle comunita’, agli anziani, ai disabili, ai minori. Giunge ora anche notizia del probabile taglio delle sezioni primavera, taglio a oltre 800 famiglie lucane, taglio di servizi nei piccoli comuni, licenziamento di oltre 100 persone, giovani e tutte donne. Inoltre si protrae ancora, una modalita’ vetusta di gestione dei servizi: si attendevano le procedure di accreditmaneto per far “volare” anche la qualita’ degli stessi servizi in nome di regole, e procedure chiare e incentivare capacita’ imprenditoriali latenti nella nostra regione. Invece non è accaduto nulla. Bisogna passare ai fatti per questo chiediamo un tavolo concreto e immediato nelle risoluzioni, di sintesi e di slancio. Occorre affrontare le emergenze e programmare il futuro. Chiediamo un intervento urgente al Presidente della giunta regionale, Marcello Pittella che nel suo stesso programma elettorale ha sostenuto a gran voce l’importanza della cooperazione sociale nell’erogazione dei servizi di welfare, nella loro funzione non sostituitiva dell’ente pubblico, ma propositiva. Ebbene le cooperative sociali, le oltre 2500 persone sono pronte a co-progettare a co-produrre insieme, ma sono anche pronte ad avviare una seria riflessione propositiva innanzi all’Ente regionale”.