Franco Vespe ha inviato una nota per commentare l’esito positivo della sfida di Matera 2019. Di seguito il testo integrale.
Come dimenticare l’esplosione di gioia tutta emotiva, mista a lacrime, del nostro sindaco quando è stato comunicato che Matera è diventata Capitale Europea della Cultura per il 2019 che ha travolto anche fisicamente gli altri sindaci. Come dimenticare il volto di Pittella o del “materano” Verri solcato da lacrime in Piazza S. Giovanni mescolate con quelle delle migliaia di persone che affollavano la piazza! E’ stata scritta così una pagina memorabile, storica per la nostra meravigliosa città. Forse, se interpretata in modo efficace e saggia, questa non sarà solo una pagina memorabile per Matera ma di tutta la regione e di tutto il comprensorio murgiano che hanno sostenuto compatti questa candidatura. Per la prima volta poi ho visto la mia città compatta, solidale, fortemente e ferocemente protesa verso questa meta. Si è saputo costruire un onda di popolo perfettamente in fase e coordinata ed è stato questo il grande merito del comitato, aldilà degli strafalcioni storico-culturali che ha compiuto e che rimangono (ma ora abbiamo il tempo di rimediare!). E’ piaciuta alla commissione l’insieme delle iniziative proposte focalizzate sul grande obiettivo di dare una prospettiva futura ai nostri giovani. Sono queste le motivazioni illustrate dall’ispettore europeo intervistato. Vorrei tanto leggere le lacrime di Adduce o di Pittella come il segno di una conversione della politica locale e regionale, votata finalmente al bene comune piuttosto che alla gestione particulare quando anti-politica dei “clientes”. Si ma ora rimane da gestire quei finanziamenti che arriveranno per cantierizzare e realizzare i progetti. Bisogna avere delle idee chiare sulle leve da manovrare per poter tramutare questa opportunità in un salto di qualità significativo della nostra comunità (non solo Matera!). Ho già sentito per esempio riproporre quelle tesi elitarie che ritengono distinto e diverso il turismo culturale da quello di massa. E’ ora di smetterla di ritenerli distinti ed incompatibili. Oggi Il turismo culturale attinge presenze e visite da quello di massa. Lo hanno capito fin troppo bene i nostri convicini della valle dell’Itria che, insieme alle spiagge (turismo di massa) propongono le città d’arte, Matera compresa. I turisti che visitano le città d’arte europee sono gli stessi che non disdegnano la settimana di mare a Rimini! Proprio da questa evidenza “statistica” occorre impostare Matera 2019 in chiave comprensoriale coinvolgendo le coste metapontine, le bellezze naturalistiche e culturali dell’entroterra Lucana e, perché no, scendendo fino alla terra di Otranto, coinvolgendo la stessa Lecce. Ma per uscire da questa visione elitaria del turismo culturale deve cambiare però anche l’identikit della classe dirigente della nostra città. La classe dirigente della nostra città non è più confinabile in quella stretta elite di famiglie borghesi ed illuminate che continua a popolare i margini alti dei Sassi come alcuni ancora nostalgicamente concepiscono. L’anno scorso ci fu un dibattito sui giornali locali riguardo la classe dirigente delle nostre terre (non potetti partecipare perché impegnato a (non) farmi candidare a presidente della regione per M5S!) e Verri, rispondendo a Buccico disse che la nuova classe dirigente della nostra città oggi non poteva essere confinata entro quella ristretta cerchia, ma fatta di quei tanti giovani ad alta scolarità già convinta che la “internazionalizzazione” sia via obbligata per raccogliere e vincere le sfide del futuro. Questa è stata la carta vincente, a sentire l’ispettore della commissione europea, che ha condotto alla vittoria di Matera. Da questo punto di vista “schapeau” a Verri! Sono più o meno le stesse tesi proposte da Pino Aprile in uno dei suoi libri quando ha parlato del possibile riscatto del Sud. Matera così con questa investitura diventa anche un laboratorio per sperimentare nuove vie di riscatto del nostro mezzogiorno e, di fatto, ne potrebbe diventare la capitale!
Una seconda direttrice lungo la quale dovrà muoversi l’azione di Matera 2019 dovrebbe essere quella di non distribuire risorse in modo discrezionale ai soliti “amici degli amici” come la sub-cultura clientelare ci ha abituato a praticare; ma investire sulla infrastrutturazione turistico-culturale e logistica del nostro territorio al fine di creare una convenienza oggettiva, a-selettiva in grado di calamitare la presenza turistica. Questo esige un eclissamento dell’ipertrofico protagonismo del politico-feudatario. Ecco perché il momento esige una conversione della politica. Su questo la società civile materana sarà chiamata a fare gli straordinari per controllare ferocemente, come e più della CE, perché questi investimenti siano realmente fruttuosi! Stavolta non possiamo proprio permetterci di sbagliare. Qui si gioca il futuro dei nostri figli! Lo meritano i tanti “resilienti” della nostra città che hanno rischiato e si sono spezzati la schiena per scommettere sulla carta turistico-culturale della nostra città.
Franco Vespe