“Sono state approvate dal Ministro dell’Economia e dalla Commissione Bilancio della Camera le modifiche apportate, anche con il nostro contributo emendativo, al decreto ‘sblocca Italia’. In particolare le proposte attuative dell’art. 16 del decreto liberalizzazioni che riconoscono che il 30% delle entrate fiscali, ricavate dalle produzioni minerarie aggiuntive, vengano destinate ad un fondo di sviluppo permanente per sostenere infrastrutture ed attività produttive nei territori che contribuiscono al fabbisogno energetico nazionale. L’altro emendamento consentirà un’esclusione dai vincoli del patto di stabilità delle spese destinate per programmi di investimenti in conto capitale finanziati con il ricavato delle royalties petrolifere.
Annualmente la legge di stabilità deciderà l’entità dell’ampliamento del patto di stabilità a favore di piani di sviluppo delle Regioni”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (FI), componente della Commissione Bilancio della Camera. “ E’ stata anche modificata la destinazione del fondo per la riduzione del prezzo del carburante, istituita dal governo Berlusconi con l’attribuzione di un ulteriore 3% di royalties a carico delle compagnie petrolifere, con la istituzione di un fondo sia per lo sviluppo che per la emissione di una social card. Abbiamo difeso la destinazione produttiva dei proventi petroliferi perché la prima politica sociale e’ quella di promuovere la tutela ambientale e lo sviluppo dei territori. Non sono state approvate le nostre modifiche all’art. 38 che di fatto trasferisce, modificando l’attuale assetto normativo, le competenze sia in materia ambientale che in materia di rilascio dei titoli minerari dalle Regioni ai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, classificando le opere connesse alla ricerca ed alle estrazioni, oltre che lo stoccaggio del gas, come opere di interesse strategico delle nazione. Continuiamo a ritenere che il destino di un territorio debba chiamare in causa la responsabilità dei territori medesimi secondo un principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni, e che la via della semplificazione e della ripresa non può assumere la cifra di un rigurgito centralistico, semmai di un rafforzamento delle responsabilità”.
I VESCOVI DELL’ABRUZZO E DEL MOLISE CONTRO IL DECRETO SBLOCCA-ITALIA. E IN BASILICATA E CALABRIA?
I Vescovi dell’Abruzzo e del Molise hanno espresso viva preoccupazione riguardo ai progetti di sfruttamento del territorio, agevolati dal Decreto-Sblocca Italia.
Nella lettera della Conferenza episcopale abruzzese-molisana, a firma del Presidente Monsignor Tommaso Valentinetti, si legge tutta la preoccupazione che la Chiesa dimostra verso un tentativo di distruzione del Creato.
Il decreto Sblocca-italia accellera non solo le opere di ricerca e di estrazione del petrolio e del gas su tutto il territorio nazionale, e in particolar modo in Basilicata, ma configura anche le discariche di rifiuti urbani e speciali, di preminente interesse nazionale.
Potranno essere ubicate, in qualsiasi luogo, su mera designazione del Presidente del Consiglio che dovrà decidere dove ubicare gli impianti di termo trattamento dei rifiuti.
I termini per l’espletamento della proceduta di esproprio per far largo a questi impianti, sono ridotti alla metà.
Anche i gasdotti, i terminali di riclassificazione e di stoccaggio di gas naturale sono qualificati dal decreto, come priorità nazionale, indifferibili e urgenti.
Per le opere di ricerca e di estrazione degli idrocarburi, la procedura sarà di esclusiva competenza del ministero e s’inserisce il concetto di titolo concessorio unico per la fase della ricerca e dell’estrazione.
La conseguenza più rilevante per il cittadino e per le amministrazioni comunali, sarà l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio dei terreni, già durante la fase della ricerca d’idrocarburi che potrebbe durare anche molti anni.
Grande è la preoccupazione dei Lucani, di vedere in pericolo il territorio, l’acqua e soprattutto la propria salute.
Come poter dimenticare le parole di Benedetto XVI che ha ricordato che “la terra è dono prezioso del Creatore, il quale ne ha disegnato gli ordinamenti intrinseci, dandoci così i segnali orientativi a cui attenerci come amministratori della sua creazione. E’ proprio a partire da questa consapevolezza, che la Chiesa considera le questioni legate all’ambiente e alla sua salvaguardia intimamente connesse con il tema dello sviluppo umano integrale”
E allora, se il Papa ha rimarcato l’impegno della Chiesa a difesa dell’ambiente, importante è registrare la voce dei Vescovi della Basilicata contro il Decreto Sblocca Trivelle.
Il tempo però stringe e il silenzio non giova.
MEDITERRANEO NO TRIV