La Città dei Sassi è salita alla ribalta della cronaca nazionale il 17 ottobre 2014 er essere stata designata, insieme alla bulgara Plovdiv, Capitale europea della cultura 2019. Impresa non da poco se si considera che il capoluogo lucano ha sbaragliato la concorrenza di altre pretendenti all’ambito titolo come quella della Città del Palio e, soprattutto, di Lecce, capitale del Salento e meta ogni anno di migliaia di turisti. Basterà questa vittoria di prestigio a superare o per lo meno a contrastare i problemi reali che attanagliano il territorio materano negli ultimi anni?
Come riportano i dati Istat, la Basilicata, infatti, occupa un poco lusinghiero sesto posto tra le regioni italiane con più alto tasso di disoccupazione. Del resto non potrebbe essere altrimenti se si considera il trend dell’intero Mezzogiorno d’Italia che incide con un buon 20% sul tasso di disoccupazione nazionale. E nella sola provincia di Matera la percentuale di disoccupazione gravita sul 17% raggiungendo picchi ancora più alti se si considera esclusivamente la disoccupazione giovanile.
Sono diversi i fattori che si vanno a sommare alla crisi del Paese rendendo il quadro complessivo ancor meno incoraggiante. La scarsità di infrastrutture e trasporti da poter sfruttare a livello economico sono tra i fattori più emblematici. Effettivamente, Matera non disponendo di grandi direttrici viarie quali autostrade o diramazioni autostradali, e risultando l’unico capoluogo di provincia in territorio Italiano a non essere servito dalle Ferrovie dello Stato, ha subito nell’ultimo decennio un rallentamento della crescita economica. Proprio l’assenza delle suddette infrastrutture e ha contribuito al processo di delocalizzazione verso più convenienti mercati asiatici dei grandi imprenditori locali del settore del salotto e alla chiusura nel 2006 del pastificio Barilla.
Le prospettive per i giovani, che si vedono senza sbocchi, non sono molto rosee e molti considerano di emigrare all’estero lasciando la propria terra natia. I Paesi del nord Europa si rendono ben conto della crisi che sta colpendo l’Italia, ed in particolare il Mezzogiorno. Non a caso, nel mese di ottobre i tedeschi sono scesi nella confinante Puglia, con due tappe organizzate dall’Eures, una nella vicina Bari e l’altra a Lecce, per “fare la spesa” di ingegneri meridionali in cerca di occupazione. Per i più conservatori questa ennesima fuga di cervelli rappresenta una triste sconfitta per l’Italia che non riesce a trattenere i propri giovani più validi garantendogli occupazione dopo anni di sacrifici e di duri studi universitari. Per coloro che invece considerano l’Europa come un tutt’uno, al contrario, le opportunità lavorative illustrate nelle due giornate di incontri informativi dai rappresentanti dei Servizi per l’Impiego tedeschi della Zav, rappresentano un’occasione d’oro per i nostri giovani.
Tuttavia, se non si possiede una laurea in ingegneria o il tedesco risulta essere una lingua troppo indigesta da apprendere, altre occasioni si possono scovarein un’Europa sempre più in movimento e cosmopolita. Basta essere intraprendenti ed avere uno spiccato senso d’iniziativa. Un’industria relativamente giovane ma che è in stabile crescita e che richiede personale sempre più specializzato offrendo in cambio delle ottime condizioni di lavoro, è quella dell’i-gaming, o gioco a distanza. La maggior parte di queste società hanno sede in località amene come Gibilterra e, soprattutto, a Malta, la piccola isola del Mediterraneo dove hanno inoltre sede agenzie per il lavoro specializzate nel settore che oltre ad essere alla ricerca costante di giovani da inserire nelle società per le quali fanno scouting, organizzano corsi base per chi è desideroso di intraprendere una carriera in questo business.