Sabato 25 ottobre 2014 in piazza S. Giovanni nell’ex ospedale di San Rocco a Matera è stato presentato un lavoro editoriale facilmente fruibile da tutti i bambini compreso coloro che presentano disturbi dell’apprendimento e soggetti affetti da Disturbo dello Spettro Autistico. La sala si è rivelata piccola per contenere la tenta gente accorsa e i 150 posti a sedere non sono stati in grado di soddisfare le presenze, alcuni hanno comunque seguito l’incontro in piedi ma molti altri non sono riusciti ad entrare. Docenti, pediatri, psicologi e genitori hanno gradito la proposta di presentare il lavoro attraverso un convegno di esperti e operatori del settore.
Ad aprire i lavori è stato l’editore Timoteo Papapietro che per la Edizioni Magister ha spiegato il progetto che ha visto la luce dopo tre anni di attendo lavoro. Mentre il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Minozzi”, Patrizia Di Franco, ha presentato il del ragazzo autistico nel mondo scolastico. Particolarmente seguito il quadro clinico tracciato dal neuropsichiatra infantile Domenico Mangione, dirigente medico dell’unità operativa dell’ASM, dell’autismo e della condizione in Basilicata. La professoressa Gabriella Capozza ha testimoniato la validità dello strumento didattico della fiaba di Cappuccetto Rosso riscritto in chiave semplice, partecipando alla platea i margini di successo ottenuti con soggetti autistici che hanno fatto da test in questi tre anni di lavoro.
L’autrice, Caterina Gambetta, Laureata al DAMS di Bologna, con specializzazione Polivalente, lavora da ventisei anni con ragazzi diversamente abili nella scuola Secondaria di 1° grado. Iscritta nel Registro Italiano Operatori ABA della IESCUM, ha costituito l’Associazione ABAbas, Ente accreditato dal MIUR, con lo scopo di promuovere la conoscenza e l’applicazione delle procedure e tecniche dell’ABA (Applied Behavior Analysis) nelle scuole primarie e secondarie, formando gli insegnanti per garantire alle persone con autismo una migliore qualità di vita. Durante il suo intervento ha spiegato cosa le ha creare questi sussidi didattici. Purtroppo i bambini autistici, che negli ultimi anni sono in netto aumento, non sono seguiti adeguatamente e non ricevono la stessa attenzione rispetto ai bambini che presentano altre patologie.
I soggetti affetti da autismo si contraddistinguono per una compromissione della comunicazione, dell’interazione sociale, dell’autonomia e della socializzazione. Tali problematiche richiedono specificità operative, senza le quali non si possono attivare né processi di apprendimento, né di integrazione. Nella scuola italiana la formazione degli insegnanti che possano supportare con competenza e professionalità i bambini con Disturbo dello Spettro Autistico (ASD) è ancora limitata.
Un bambino ASD non vocale, con gravi comportamenti-problema, con difficoltà nell’interazione sociale, nella socializzazione e nell’attenzione, nella comunicazione ricettiva ed espressiva, richiede risposte e interventi differenti, cioè una “educazione speciale”.
Si potrà parlare d’integrazione solo quando il bambino autistico sarà inserito nel gruppo classe, e riuscirà a lavorare sulla stessa unità didattica della classe, e l’insegnante adatterà gli obiettivi individualizzati a quelli curriculari, attraverso l’applicazione delle procedure e tecniche cognitivo-comportamentali dell’ABA ovvero Analisi Comportamentale Applicata . Tali procedure favoriscono l’implementazione di abilità fondamentali e permettono di raggiungere gli obiettivi, anche minimi, prefissati nel PEI (Piano Educativo Individualizzato).
È importante precisare, inoltre, che per una buona integrazione è necessario porre attenzione all’aspetto qualitativo del tempo che si trascorre con il proprio alunno. Infine è indispensabile preparare i compagni di classe affinché fungano da partner o da tutor durante le attività pratiche e ludiche, per favorire nel compagno con difficoltà l’imitazione e l’acquisizione delle abilità.
Il presente lavoro nasce da una lunga esperienza maturata in anni d’insegnamento con alunni affetti da Disturbi dello Spettro Autistico. È costituito dal libro Cappuccetto Rosso una fiaba speciale per bambini speciali, da una Guida didattica Una fiaba speciale per favorire l’integrazione del bambino autistico nel gruppo classe, da carte-immagine, dal CD-R (la canzone e la fiaba narrata di Cappuccetto Rosso) e un libro da colorare.
Questa fiaba è stata scritta in forma speciale per favorire l’integrazione del bambino autistico con i suoi pari, attraverso la proposta di una stessa unità di lavoro del gruppo classe, ma presentata con strategie metodologico-didattiche dell’ABA , ovvero Analisi Comportamentale Applicata.
L’unità didattica sulla fiaba Cappuccetto Rosso, è per il bambino che ha un vocabolario ridotto, ha difficoltà a denominare personaggi e oggetti, a decodificare messaggi articolati e a narrare, attraverso le immagini, una breve storia in ordine sequenziale.
Il bambino tuttavia, generalmente, possiede molti punti di forza: è volenteroso, socializza con i compagni, comunica attraverso il PECS ovvero Sistema di Comunicazione attraverso lo Scambio di Immagini, possiede buone abilità oculo-manuali (ama ritagliare e colorare) e una buona memoria visiva. Generalmente si è in grado di associare alcune parole a immagini e oggetti, adora ascoltare la musica e le fiabe e sa discriminare i colori. Ma a causa dei suoi punti di debolezza non riesce a comprenderne i contenuti ed essendo la fiaba un potente rinforzatore può essere utilizzata per implementare nel bambino le abilità della comunicazione espressiva e ricettiva.
La fiaba ha, infatti, una funzione terapeutica, poiché i bambini sono attratti dalla voce del narratore, dal ritmo lento di lettura, dai personaggi, dalla grafica, dai colori, dai caratteri, dal titolo.
La fiaba di Cappuccetto Rosso è stata rielaborata in maniera tale da poter essere appresa sia dagli alunni autistici sia da quelli con difficoltà di apprendimento.
La scelta è ricaduta su una fiaba dai contenuti semplici e rielaborata con le seguenti caratteristiche: personaggi e oggetti smontati nei singoli elementi per favorire la denominazione, disegni realizzati daAntonella Mazzilli con colori definiti e su sfondo bianco, caratteri grandi e a stampatello maiuscolo, tripla spaziatura tra le parole, nomi dei personaggi-chiave scritti in grassetto per facilitarne la memorizzazione e sequenze narrative caratterizzate da riquadri colorati per focalizzare i contenuti.
Le carte-immagine riproducono i personaggi, gli oggetti , l’ambiente e le scene della fiaba. Esse costituiscono uno strumento di lavoro indispensabile per gli insegnanti ed efficace per il bambino perchè incrementano la motivazione e facilitano la comprensione della storia. Un materiale da utilizzare con l’alunno, sia nell’insegnamento strutturato, sia in classe con i compagni per generalizzare le abilità acquisite.
La Guida è utile agli insegnanti e agli operatori, ed ha lo scopo di aiutare i bambini autistici a comprendere la fiaba di Cappuccetto Rosso attraverso l’applicazione di procedure e tecniche comportamentali dell’ABA.
Inoltre permette di sviluppare nell’alunno le abilità della comunicazione ricettiva ed espressiva attraverso lo svolgimento di varie sessioni d’insegnamento: denominazione di items, associazione d’immagini, costruzione di sequenze della fiaba, abbinamento della parola all’immagine, comunicazione intraverbale, scrittura, disegno, canto e giochi.
Il principale scopo dell’opera è di favorire, l’interazione, la socializzazione e l’integrazione del soggetto autistico tra i suoi pari, attraverso strategie metodologico-didattiche coinvolgenti e motivanti che gli permettano di farlo sentire parte integrante del gruppo classe.
Le conclusioni del convegno sono state affidate al Carlo Calzone direttore responsabile del reparto di Neuropsichiatria, psicologia e recupero-riabilitazione funzionale per l’età evolutiva dell’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera che ha sottolineato il bisogno di competenze come quelle della professoressa Caterina Gambetta e di strumenti atti a realizzare progetti sia in ambito scolastico e sia all’interno delle famiglie. Ha evidenziato, inoltre, la necessità di una diagnosi precoce che il pediatra è in grado di formulare già a due anni e mezzo. Il dipartimento materano sta portando con efficacia un progetto sulla popolazione che rende all’avanguardia il territorio materano in chiave di diagnosi ma è necessario implementare la formazione nelle scuole per le linee guide da utilizzarsi. Questo sussidio didattico risponde precisamente alla necessità attuale degli operatori.