Gli obiettivi e i progetti dell’Irccs-Crob – alla luce del “Patto della Salute per gli anni 2014-2016” siglato il 10 luglio scorso nella Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e Province autonome – sono stati presentati questa mattina a Rionero in Vulture.
Ricerca, accreditamento e qualità, rapporti con i pazienti, nuove tecnologie, ma soprattutto l’umanizzazione delle cure sono stati alcuni dei temi affrontati da specialisti ed operatori dell’Istituto nel corso di un incontro, che si è tenuto nell’auditorium del Crob.
Nella fase iniziale dei lavori, dopo i saluti del sindaco di Rionero in Vulture, Antonio Placido, il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, in un video-messaggio ha rimarcato che “il Crob è una struttura avanzata, che si caratterizza per le ottime pratiche di ricerca che lo configurano su scala nazionale come punta di diamante nella Sanità e nella ricerca per patologie significative e importanti che pesano molto sulla dimensione umana”.
“Abbiamo fatto molto sul versante dell’umanizzazione delle cure – ha evidenziato il direttore generale dell’Irccs-Crob, Pasquale Amendola -, la nostra ambizione è quella di riporre al centro dell’assistenza la persona, e vogliamo farci trovare pronti a quello che il Patto della Salute porrà come vincolo alle strutture sanitarie della Regione. In questo – ha concluso – possiamo puntare sulle risorse del nostro personale e dei nostri ricercatori che si impegnano con passione”.
Sul nuovo Patto per la Salute si è soffermato l’assessore regionale alle Politiche per la persona, Flavia Franconi. “Il Patto – ha commentato – è importante per vari motivi, ed anche perché finalmente abbiamo cifre certe sulle risorse che il sistema sanitario ha a disposizione almeno per tre anni. Nel Patto per la Salute – ha aggiunto – fondamentale è la norma che prevede che i risparmi ottenuti siano reinvestiti nella Sanità. Quello che abbiamo in Basilicata con il Crob – ha proseguito – non è solo ottima ricerca sanitaria ed ottima assistenza, ma è anche un esempio importante per quanto riguarda le attività per l’umanizzazione delle cure. Con la nostra attività a livello di programmazione regionale – ha spiegato Franconi – cercheremo di potenziare gli ospedali. Abbiamo fatto investimenti a Melfi e a Policoro, stiamo ristrutturando Tinchi; investimenti saranno fatti anche a Villa d’Agri. Come Regione non ci tiriamo indietro, stiamo cercando di creare una rete e di innovarla”.
Il direttore generale della Ricerca e dell’Innovazione in Sanità del Ministero della Salute, Giovanni Leonardi, nell’illustrare le novità del Patto per la Salute, ha detto che “gli obiettivi sostanziali sono tre: assicurare la sostenibilità, dimostrare che la Sanità non è un costo ma un investimento, ottenere una governance fra Stato e Regioni. L’umanizzazione – ha sottolineato – è il primo tema del Patto: occorre investire per umanizzare i servizi”.
“Le occasioni che sono state colte negli anni precedenti si possono moltiplicare – ha affermato il sottosegretario di Stato al Ministero della Salute, Vito De Filippo – perché il quadro finanziario e gli indirizzi che le Regioni e il Governo hanno deciso possono consentire un’ulteriore leva di crescita anche in termini di riorganizzazione. Nel Patto della Salute c’è un capitolo a parte, che prevede un obbligo di riorganizzazione delle strutture in termini di umanizzazione: per la prima volta entra ufficialmente questo argomento in un documento istituzionale”.