Al superamento dei 65 anni d’età ha percepito indebitamente, per otto anni, oltre 35 mila euro a titolo di pensione sociale.
Questo l’importo ricostruito dai militari della Compagnia Matera della Guardia di Finanza a seguito degli accertamenti espletati nei confronti di una donna di origini sud-africane nell’ambito di una mirata attività centralizzata, che ha interessato l’intero territorio nazionale, finalizzata a verificare la posizione di soggetti extracomunitari percettori di erogazioni assistenziali da parte dello Stato, così come stabilito dalla Legge n. 335 del 08.08.1995.
Il dato che hanno restituito i controlli svolti è stato sorprendente, rilevando l’ennesimo caso di speculazione nei confronti delle pubbliche risorse.
Difatti, sebbene la citata legge (ed i successi interventi normativi in materia), estenda la possibilità di percepire il c.d. “assegno sociale” (circa € 450,00 mensili accreditati su libretto o c/c bancario/postale) anche ai cittadini comunitari, extracomunitari, ai rifugiati politici e agli apolidi, che si trovino in disagiate condizioni economiche ed abbiano compiuto il 65° anno di età, subordina tale concessione alla “stabile” residenza in Italia. Pertanto, anche il semplice allontanamento per un tempo superiore a 30 giorni determina la sospensione – seppur temporanea – della prestazione assistenziale.
Di giorni al di fuori del territorio italiano, la persona segnalata, ne ha trascorsi molti, arrivando a superare anche i 12 mesi continuativi di permanenza in terra d’Africa.
In tal senso, le Fiamme Gialle materane, partendo dai dati contenuti nella domanda presentata all’I.N.P.S. dalla cittadina sud-africana e da quelli rilevati al Comune, hanno effettuato una serie di appostamenti sotto l’abitazione indicata come residenza dalla stessa, senza mai rilevarne la presenza. L’ulteriore riscontro effettuato sul passaporto rilasciato alla persona sottoposta ad accertamento, ha confermato l’entità del (lungo) periodo trascorso nel proprio paese d’origine.
La donna è stata segnalata all’Autorità Giudiziaria per “Indebita percezione di erogazioni in danno dello Stato”, nonché al competente ufficio dell’I.N.P.S. per la immediata sospensione dell’erogazione ed il recupero delle somme già riscosse.