Matera è Capitale Europea della Cultura.
Il 17 ottobre 2014, solo un attimo fa, la Commissione ne ha dato l’annuncio, con l’esplosione di gioia della città riunita in piazza San Giovanni ad attenderne l’esito e nello stesso tempo in migliaia, collegati da tutto il mondo, in streaming seguivano in diretta la proclamazione.
Matera ed i Sassi, la Storia di una Comunità di Olivettiana memoria, la meravigliosa Natura, ritornano al centro dell’attenzione del mondo. A fare notizia è soprattutto diventato il paradigma di un Sud che non si arrende, e che con una visione sul futuro è in grado di proporsi attraverso la cultura, come modello di sviluppo per una comunità più vasta, anche attraverso l’uso della moderna comunicazione utilizzando il web e i social, allargando l’abbraccio all’intero pianeta.
Tutti i media hanno ripercorso la storia degli ultimi decenni, di Matera e dei materani, di una città che passa da “capitale della vergogna” e della cultura negata in pochi anni a modello, attraverso il percorso che si dovrà compiere sino ad arrivare nel 2019 ad essere Capitale Europea della Cultura. In questo racconto si percorrono le vicende che vanno dalla Cassa per il Mezzogiorno, alla legge 771 del 1986 che portano i Sassi ad essere Patrimonio Nazionale, al riconoscimento ed inserimento nel 1993 nella lista dei patrimoni dell’umanità UNESCO, sino ad oggi con l’acclamazione a Capitale Europea della Cultura nel 2019. Ancora una volta Matera è riconosciuta come riferimento per il Mezzogiorno, e ancora una volta laboratorio, in cui sarà possibile riconnettere la nostra straordinaria storia ad un percorso proiettato verso il futuro, in grado di salvaguardare, tutelare e valorizzare il patrimonio collettivo di beni materiali e immateriali. Quando nella seconda metà degli anni cinquanta abbiamo abbandonato i Sassi per andare a vivere nei nuovi quartieri al piano si è determinata una frattura che ancora dopo molti anni non ci fa essere una città compiuta. Solo con la legge 771/86 abbiamo iniziato a ricucire la storia con il presente, diventando esempio di sostenibilità, e ora ci incamminiamo verso il futuro in modo aperto da moderna smart city.
In questi ultimi anni le Amministrazioni che si sono succedute hanno accompagnato questi momenti di straordinaria crescita della nostra comunità, fatti di riconoscimenti e di interventi straordinari, con azioni non sempre coerenti con il percorso di modello si sostenibilità che i Sassi hanno da sempre rappresentato, icona di quella civiltà contadina che ha tradotto la semplicità del vivere in meravigliosa architettura, azioni lontane dal modello ormai storicizzato di rigenerazione urbana determinatasi con la progettazione e costruzione di quartieri ancora oggi oggetto di studio, quali Spine Bianche, Lanera , il Borgo La Martella. Il risultato è stato che la città risulta ancora “incompiuta”, fisicamente separata, con parti di città che si guardano ma non si incontrano, da una parte i Sassi paradigma di quella civiltà contadina “dalla cultura negata”, dall’altra l’altipiano Murgico, porta d’oriente e sguardo verso le terre d’Otranto di cui è stata capitale, la cinta settecentesca cerniera con la città recente, quella città recente che ci restituisce tutte le contraddizioni, i limiti ed i difetti della recente storia urbanistica.
Siamo Capitale Europea della Cultura, per la struggente bellezza della città e della natura, per il lungo viaggio che la nostra comunità di uomini e donne hanno percorso e per come con il nostro essere non vogliamo interromperlo, proiettandoci verso il futuro. Infatti i dossier di candidatura, approvati all’unanimità dal Consiglio Comunale, tracciano un percorso, indicando una serie di attività da sviluppare, in cui la parola chiave è “open future”. L’impegno a rappresentare nel 2019 l’Italia come Capitale Europea della Cultura è l’ambizione di essere ancora una volta esempio e modello di riscatto del Mezzogiorno d’Italia e del Sud Europa, porta del Sud del Mondo, responsabilità che ci obbliga ad un impegno corale, condiviso da una comunità, che non può più essere ora solo delegata a singoli soggetti espertio comitati. La comunitàtutta deve sentirsi ed essere protagonista. L’essere Capitale Europea della Cultura ha rivitalizzato le menti e le coscienze nella città, sulla visione futura di città, alimentando tra l’altro un dibattito sulle infrastrutture (aeroporti, autostrade, ferrovie..). Il tema recente del decreto legge “ Sbocca Italia” ha introdotto un ulteriore elemento di discussione, cui non ci dobbiamo sottrarci, sul rapporto tra petrolio e nomina a CEC.
Abbiamo due punti sui quali è indispensabile definire al più presto un confronto ed un orientamento :
- il Comune di Matera attraverso la sua rappresentanza, il Consiglio Comunale, dovrebbe chiedere formalmente, con una mozione di indirizzo o ordine del giorno, alla Regione Basilicata di impugnare davanti alla Corte Costituzionale il D.L. 133 del 12 settembre 2014 denominato“ Sbocca Italia” ;
- definire la modalità operativa con la quale si deve procedere nell’attuazione degli interventi inseriti nel dossier di candidatura definendo priorità, risorse, tempi e modalità di gestione.
I Consiglieri Comunali Angelo COTUGNO, Paolo MANICONE PD e Michele PATERINO GM
Leggo un articolo in cui il Consigliere Cotugno insieme ad altri
chiede che il Consiglio Comunale di Matera si pronunci con una mozione
o ordine del giorno che impegni la Regione ad impugnare il decreto
Sblocca Italia di fronte alla Corte Costituzionale.
Mi sembrerebbe un atto coerente con le politiche di sviluppo che la
recente designazione a Capitale della Cultura si avviano a promuovere,
e con gli investimenti su accoglienza, agricoltura e ambiente che da
venti anni, se pur timidamente, si susseguono sul nostro territorio.
Mi chiedo però perché lo sforzo non venga più efficacemente diretto
verso l’assemblea Regionale del Partito Democratico, della quale
Cotugno fa parte e nella quale la mozione Paradiso è ago della
bilancia e parte fondamentale della maggioranza che ha eletto Luongo
segretario Regionale.
Credo che una politica con più fatti concreti, giocata magari meno
sotto i riflettori e più sulle cose concrete, sia necessaria in questa
Regione. Ed era peraltro la promessa e la premessa con la quale molti
si erano presentati al Congresso.
Ed è quindi singolare che avendo a disposizione una bicicletta, e
anche piuttosto veloce in verità, si chieda sempre a qualcun altro di
correre al proprio posto.
Nino Carella
Direzione PD Matera
Dopo aver fatto ostruzionismo più o meno velato contro il Comitato Matera 2019 ricominciamo….ma d’altronde siamo in piena campagna elettorale….! Forse non avete capito che anche voi fate parte del vecchio e dovete andare a casa. Non vi si può più sentire! Siamo stanchi di leggere sempre gli stessi nomi e le stesse tiritere che servono solo a voi per spartirvi i posti e sicuramente non alla città. Se il Comitato avesse dato ascolto a tutte le vostre scemenze e perdite di tempo oggi forse sarebbe stata Siena la capitale e non Matera.