Dal 30 ottobre al 7 novembre 2014 tutte le notti dalle ore 20 alle ore 2 presso Dell’Osso ArtGallery a Matera in piazza Vittorio Veneto 5 sarà proiettato il video prodotto dall’artista Giovanna Lacedra relativo alla performance artistica “Io sottraggo, la triangolazione cibo-corpo-peso”.
Dalla patologia vissuta in prima persona ad una performance artistica per lanciare un messaggio molto importante alle generazioni che rischiano di fare conti con anoressia o bulimia o sono già entrati nel tunnel e sperano di uscirne al più presto.
Giovanna Lacedra ha realizzato un video della performance “confessional” sulla patologia anoressico-bulimica affidandosi per le riprese e il montaggio a Giacomo Vanetti.
Trasformare in arte la patologia. Fare in modo che il corpo, per anni ostaggio di rituali ossessivi, per anni contenitore di vuoti affettivi, di assenze e di mancanze, diventi racconto espressivo di una tra le più paradossali malattie: il disturbo anoressico-bulimico. Mangiare niente come mangiare tutto. Svuotarsi come ingombrarsi. Mettere dentro il mondo intero, o il mondo intero rifiutare. Sbranare pulsionalmente l’amore che non si ha o scegliere stoicamente la rinuncia. Controllare il corpo per illudersi di controllare la vita intera. Operare calcoli minuziosi, e istituire una vera e propria aritmetica del desiderio. Sottrarsi chili per sottrarsi ai desideri. Scarnificarsi per rendersi visibili. E tutto questo per sopravvivere ad altro.
Donne che si sfondano di cibo e vomitano infilandosi due dita in gola, al fine di espiare una colpa che si radica molto più in là di una folle orgia alimentare. Donne che si sfondano di cibo e non vomitano, creando, con un corpo in dilatazione, barriere con le quali difendersi dal mondo e da una dimensione dell’affettività, che genera in loro inadeguatezza e panico. Donne che non mangiano, per dimostrare a se stesse e al mondo che le terrorizza, quale alto dominio sono capaci di esercitare su sé stesse e sui propri appetiti. Autocontrollo, perdita patologica di controllo. Dispercezione, devastazione, perfezionismo e inibizione. Desolazione del corpo, desolazione del cuore. Donne che si riempiono di cibo. Donne che si svuotano di sé. Perché il dolore che le fa agire rigidamente e pulsionalmente, è in verità un dolore profondissimo. Che a volte neppure loro conoscono.
Al di là della fame e della sua negazione, esiste un’altra fame. Più feroce, più legittima, più importante. Una fame del cuore. Che ha il diritto di essere ascoltata.
Il corpo di un’anoressica-bulimica, è un corpo rotto. È corpo-contenitore di vuoti e di parole. Troppi vuoti e troppe parole. Tutto nasce da una frattura nella relazione, da una crepa tellurica nella comunicazione. Digiunare e divorare sono prese di posizione estreme. Punizioni. Penitenze. Il corpo si trasforma in una conca sgombra o una pattumiera. E il cibo-non-cibo diventa il solo strumento capace di mettere a tacere ciò che si agita dentro. L’anoressia è una fame infinita, tenuta in catene. La bulimia è invece, una legione di appetiti che sconfina. Attacca la roccaforte dell’ipercontrollo, l’abbatte, e disintegra ogni impalcatura scenica.
Cibo negato. Cibo abusato. Cibo-veleno. Cibo-eroina. Cibo non-più-cibo. È la paura che ci allontana dal cibo. È la paura che ci spinge verso il cibo. È la paura di quel vuoto d’amore che ci impone di dilatarlo, per abituarci ad esso. Anoressia, Bulimia, Binge Eating e Obesità sono espedienti autodistruttivi, ricercati per sopravvivere a tutto il resto. Per tentare di governare il vuoto. Per provare a non sprofondare. Presto però diventano vere e proprie dipendenze. Fino a trasformarsi in mortali patologie.
Io sottraggo è un grido contro il silenzio di chi non sa e non vuole vedere, di chi ignora e superficializza. Di chi sceglie di non capire. “Io sottraggo” vi costringe a guardare nel perimetro triangolare di questa verità. “Io sottraggo” è un atto di coraggio che mira a combatte la vergogna e l’omertà. In nome di una verità che vive rovesciata dall’altra parte dello specchio.