Alcuni affreschi di matrice diversa sono stati scoperti giovedì scorso durante i lavori di restauro che si stanno effettuando nella Cattedrale di Matera, in prossimità del presepe. Appartengono alla cappella cimiteriale di San Nicola, ubicata a ridosso della Cattedrale e ormai del tutto sconosciuta, ma efficiente fino alla realizzazione del presepe di Altobello Persio nel 1534, seguito dalla costruzione della nuova sacrestia. Entrambi i manufatti insistono sullo stesso pavimento che, realizzato, si sovrappose alla suddetta cappella, causando la perdita di qualsiasi riferimento materiale ormai, in parte, recuperato con l’odierno rinvenimento. Solo la visita pastorale di mons. Saraceno del 1544 ne fece parola. Poi il silenzio più assoluto che fu infranto, agli inizi del novecento, dallo storico materano Giuseppe Gattini. Così pure la monografia della Cattedrale, pubblicata recentemente dallo Studio Arti Visive cita, in maniera precisa e dettagliata questa cappella, esaminando il presepe di Altobello Persio.
In conclusione, i suddetti affreschi stimolano motivate riflessioni sulla Cattedrale suggerendo una nuovo approccio rivolto alla conoscenza dei cambiamenti verificatisi nel corso del tempo ed attuati per ampliare la struttura architettonica di questo importante monumento.
Altre interessanti scoperte si sono verificate in precedenti lavori di restauro. Nel 1990, il coro ligneo fu rimosso dalla sua collocazione abituale per restaurarlo ed allora si realizzarono i restauri dell’abside, che misero in luce un’interessante lapide di tufo di cm.53×73, fotografata dall’artista materano Franco Di Pede ed andata in seguito perduta. Si tratta di un’iscrizione, incisa tra il 1670/1675, che riafferma il patronato di Callisto Ulmo sull’altare detto del Cappello, situato non lontano dal presepe e successivamente demolito per allestirvi la scalinata che porta al presbiterio. Anche l’esistenza di questo altare suscita interrogativi sulla presenza di alcuni spazi ormai impercettibili che tracciavano un diverso assetto di ambienti che furono rimodellati per assolvere alcune le mutate esigenze.
Salvatore Longo, studioso materano di storia locale
Nella fotogallery lapide del 1670 e l’Abside della Cattedrale (foto www.SassiLive.it)