Roberto Cifarelli, Capogruppo PD in Consiglio Regionale, esprime le sue valutazioni sul Decreto Sblocca Italia: “Buon esito del Decreto Sblocca Italia frutto dell’unità della squadra”.
“Per spiegare bene ai lucani la vicenda “Sblocca Italia” e quanto accaduto in questi ultimi mesi sarebbe congeniale soprattutto per me ricorrere alla metafora calcistica e sostenere che la Basilicata ha giocato una partita fuori casa e l’ha pure vinta giocando il primo tempo in difesa ed il secondo all’attacco. Occorreva, infatti, far comprendere innanzitutto al premier Renzi che la Basilicata è fatta da gente seria che assume impegni e sa rispettarli; era necessario far sapere al Parlamento che la Basilicata contribuisce già da tempo in modo significativo al contenimento della bolletta energetica nazionale attraverso estrazioni petrolifere da oltre due lustri e occorreva far comprendere al Paese che lo scarto esistente tra coltivazioni dei giacimenti, diritto alla salute ed all’ambiente ed attese di sviluppo era ancora troppo ampio perché i lucani, le istituzioni, la politica e la società civile, non dovessero chiedere un impegno concreto affinché le distanze in breve tempo possano essere letteralmente ribaltate.
In questo senso fin dal principio ho sostenuto con forza, insieme al gruppo Pd in regione, l’impegno del presidente Pittella prima al tavolo istituzionale con il ministro Guidi e poi in sede di riscrittura del decreto “Sblocca Italia”; ed abbiamo sostenuto con altrettanto vigore il lavoro svolto in Parlamento dai nostri rappresentanti del Pd, Roberto Speranza in primis, Vincenzo Folino e Maria Antezza, ma anche degli altri deputati lucani.
Il confronto tra la situazione ante decreto e il risultato ottenuto con il testo licenziato alla Camera dei Deputati ed i diversi ordini del giorno che ne hanno accompagnato l’approvazione l’altro giorno è uno straordinario avanzamento verso una prospettiva di sicuri vantaggi per i lucani.
Nei mesi scorsi, durante le calde ed opportune discussioni nelle diverse sedi, dalle Feste dell’Unità a quella istituzionale del Consiglio Regionale, ho insistentemente sostenuto che mi sembrava di essere d’avanti ad uno di quegli esercizi de “La Settimana enigmistica” -che molti conoscono- e che consiste nel raffrontare due immagini all’apparenza uguali, ma che invece si differenziano per alcuni particolari difficili da scovare.
E’ questa l’immagine che mi sono fatto sin dal primo momento della discussione sul tema estrazioni petrolifere, questioni ambientali e della salute, royalties e loro utilizzo.
Mi sforzavo di comprendere quali potessero essere le differenze tra le posizioni dei partiti politici, all’interno degli stessi, tra partiti e società civile, ed invece constatavo una sostanziale unità d’intenti.
Certamente vi è un forte scarto tra ciò che i lucani si aspettavano e ciò che finora è stato, ma su questo credo che non ci siano dubbi; tra rischio ambientale e per la salute e le misure messe in campo a garanzia dei cittadini, e su questo credo che siamo d’accordo che molto c’è ancora da fare.
E, al netto di coloro che sostengono posizioni intransigenti, tutti siamo d’accordo che occorre andare ad un superamento dei contenuti delle intese istituzionali fin qui sottoscritte per addivenire a risultati più concreti per un futuro di sviluppo della Basilicata. E allora dove erano le differenze? Esclusivamente sulle strategie per ottenere i risultati che tutti auspichiamo e che con il testo di legge che converte il decreto 133 diventano più vicini.
La passione, al netto di strumentali posizionamenti per fini politici purtroppo sempre presenti, le diverse opinioni, a tratti anche molto forti registrate in questi mesi nella politica lucana ed anche nel partito guida della regione, sono tutte dinamiche che denotano la tensione sincera verso il meglio per la Basilicata che con la determinazione del Presidente Pittella e le grandi capacità di Roberto Speranza, coadiuvati dalla guida sicura del segretario del Pd di Basilicata Antonio Luongo, sono state governate nell’unità fino ad ottenere i risultati che conosciamo.
Ebbene, la possibilità di utilizzare in parte le royalties petrolifere fuori dal patto di stabilità; la trasformazione del bonus carburante in fondo di coesione; la possibilità di attuare per davvero il Memorandum del 2011 per garantire sicurezza per la salute e per l’ambiente e realizzare un programma di sviluppo per la Basilicata finanziato dal 30 per cento di Ires corrisposto dalle compagnie petrolifere allo Stato sulle maggiori produzioni petrolifere rispetto alle attuali estrazioni, sono risultati concreti ottenuti grazie all’impegno del gruppo dirigente di questa regione che nel raffronto con ciò che è stato finora sollecitano un sentimento di maggiore ottimismo.
L’approvazione inoltre dell’ordine del giorno che prevede il rilascio dei titoli concessori unici per la Basilicata entro il limite massimo di 154 mila barili/giorno, cioè la quantità massima già prevista dalle intese istituzionali in vigore relative ai centri di Viggiano e Tempa Rossa, in qualche modo depotenzia significativamente, almeno sul piano politico, le già più tenue previsioni dell’art.38 del testo della legge rispetto a quello originario del decreto, restituendo, tra l’altro, alla concertazione/collaborazione tra Stato e Regione quel valore intrinseco previsto dalla vigente Costituzione per conciliare gli interessi del Paese con quelli della Basilicata.
In effetti l’esito dello “Sblocca Italia” potremmo catalogarlo per la Basilicata come una legge federalista in un tempo, quello attuale, di sostanziale ricentralizzazione dei poteri allo Stato. In questo senso ritengo che debba aprirsi una profonda riflessione su ciò che è stato il regionalismo in Italia fino ad oggi per correggerne le evidenti storture che si sono palesate e per rilanciarne il ruolo, evitando le semplicistiche scorciatoie messe in atto con la riforma del Titolo V della Costituzione già approvato in prima lettura al Senato.
Per intanto la “questione petrolio” pur tra gli avanzamenti registrati in questi mesi -e negli ultimi giorni in particolare- è opportuno che resti al centro del dibattito regionale e nelle relazioni tra Stato e Regione.
Realisticamente credo che il gruppo dirigente lucano abbia fatto un ottimo lavoro. E’ troppo facile per chi non ha responsabilità puntare il dito e dire: “potevate fare di più”, e nel contempo è giusto che la comunità lucana ci spinga tutti i giorni a fare di più e meglio. Per queste ragioni nei prossimi giorni occorrerà promuovere iniziative pubbliche sui territori per spiegare ai nostri concittadini la portata enorme dei risultati raggiunti che, se opportunamente indirizzati, potranno cambiare verso e destino alla nostra regione”.
Roberto Cifarelli, Capogruppo PD in Consiglio Regionale