Dal 6 al 9 novembre 2014 presso l’ex carcere Le Nuove in via Paolo Borsellino 3 a Torino l’artista materano Andrea Francolino presenta “Performance di una pianta”.
«Cerco il senso della vita attraverso l’analisi delle cose, cerco il senso delle cose e mi ritrovo ad interrogarmi sul senso della vita»
Andrea Francolino presenta, su invito di Espoarte rivista italiana di arte contemporanea, per The Others, un progetto che ruota intorno alla vulnerabilità dell’essere umano e a tutto quello che realizza nella sua normale evoluzione. Un percorso, quello dell’uomo, oggi molto impattante sulla Terra, proiettato principalmente intorno al consumismo ed al materialismo. Tutto questo, oggi, si manifesta attraverso, e non solo, cambiamenti climatici, spreco delle risorse, riscaldamento globale… Ecco perché il rapporto tra uomo/prodotto e Natura/creato diventa basilare nelle ricerche dell’artista, come il confronto tra il senso della vita e il senso delle cose. Il cemento, per esempio, come ingrediente tecnico, prevale nella sua ultima ricerca, associato alla ricostruzione di quelli che lui stesso ritiene i templi del consumismo contemporaneo, come le “piante” dei centri commerciali più maestosi sulla Terra. Attraverso un processo di distruzione, prima e ricostruzione, dopo, evidenzia la fragilità e la vulnerabilità dell’uomo e di tutto ciò che realizza, soprattutto se si legge in tempi più dilatati di quelli relativi al proprio arco di vita. Per la cella di Espoarte a The Others, Andrea Francolino rappresenta soltanto le crepe di quel processo di rottura che è la chiave per comprendere il suo lavoro. Una piccola anticipazione di un lavoro più ampio, che sarà presentato nel 2015: luoghi di potere e di contraddizione la cui vulnerabilità viene sottolineata dalla fragilità del cemento. Al centro della cella, invece, l’opera della serie: Performance di una pianta. Un sacco di cemento di 25 kg che l’artista ha lasciato in balia delle intemperie per mesi aspettando che, nel tempo, la natura, attraverso la vita, sottolineasse e marcasse l’impossibilità da parte dell’uomo di creare.