Gianni Rosa, consigliere regionale di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale in una nota denuncia che “l’Arbea è stata soppressa perché non funzionava. Ma i collaboratori esterni e gli amici non si toccano”.
L’Arbea, nel suo momento di massima crisi, quando l’Europa revocava la qualifica di ente pagatore, diventava il carrozzone per collocare amici e ‘clientes’ con la scusa di implementarne le attività. A distanza di tempo i nodi vengono al pettine.
Infatti, con la Determina Dirigenziale del Dipartimento Politiche Agricole e Forestali n° 242 del 30/09/2014 la Regione approva la variazione in aumento del contratto stipulato con la R.T.I., composta dalle società KPMG Advisory S.p.A – Meridiana Italia S.r.l – Publisys S.p.A. Al 1.666.000,00 di euro iniziale, si aggiungono ulteriori 404.857,00 euro. La RTI nelle intenzioni dell’allora assessore Mazzocco doveva, con suo personale, supportare Regione e Arbea fino al 31 dicembre 2015 nell’attività di assistenza tecnica del PSR 2007-2013.
A tale fine nell’appalto, bandito nel 2010 e sottoscritto nell’ottobre del 2011, veniva individuato, in dettaglio, un Piano di lavoro che prevedeva l’impiego di 14 unità lavorative dotate dell’esperienza necessaria per svolgere le mansioni richieste. Però a distanza di un mese l’organico veniva aumentato a 47 unità, con la precisazione che tutto ciò non avrebbe inciso sulla spesa e sulla scadenza. Oggi, però, si chiedono altri soldi
A nostro avviso le motivazioni di tale aumento non sono chiare. Non sussisterebbero, infatti, le attività aggiuntive previste dalla legge per la variazione in aumento e per questo abbiamo presentato un’interrogazione al Presidente della Giunta Regionale.
La questione è semplice, all’epoca la “politica clientelare” chiedeva più “posti”. Oggi a distanza di due anni, non essendo i “soldi” sufficienti, ci si inventa l’emergenza: lo spettro del disimpegno dei fondi comunitari. Da qui l’aumento di 404.857,00 euro.
La verità, invece, è che i soldi, preventivati per l’esecuzione delle attività da parte di 14 unità, non sono bastati per coprire gli stipendi di 47 persone. La politica ingorda la quale, con l’escamotage dell’affidamento dei servizi di assistenza a società terze, aggira i vincoli all’assunzione negli enti pubblici e alimenta le solite filiere clientelari, ha fatto male i conti.
A tutto ciò si deve aggiungere un’ulteriore stranezza: la posizione del dott. Franco Bianchi che Ottati, in comunicato del 4 settembre, presenta come soggetto cui è stata affidata la responsabilità di guidare l’UECA nel processo di accreditamento quale ente pagatore. Ma il nome del dott. Bianchi compare solo il 16 settembre tra le persone convenzionate dalla R.T.I., con un compenso di 49.000 euro.
Forse in quindici giorni si sono accorti che il Bianchi non avrebbe potuto assumere incarichi diretti dalla Regione per il divieto dell’art. 6 del decreto legge 90/2014 (Divieto di incarichi dirigenziali a soggetti in quiescenza) che prevede che le pubbliche amministrazioni non possono “conferire ai medesimi soggetti [ovvero lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza] incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo delle amministrazioni … Incarichi e collaborazioni sono consentiti, esclusivamente a titolo gratuito.”. Ma come collaboratore della R.T.I., di un privato appunto, il divieto sarebbe aggirato. Fatto sta, in attesa di una risposta, che la cronologia dei fatti conferma che la politica “si serve” delle società private per cooptare, nelle postazioni di vertice, persone a lei gradite.
La verità, alla fine, è che l’ARBEA è stata soppressa perché non funzionava, il suo personale oggi dipendente della Regione non è ancora stato ricollocato, ma i collaboratori esterni e gli amici godono di attenzioni particolari e non si toccano.
Potenza, 4 novembre 2014
Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale