Tra il milione e mezzo di persone che nel 2012 si sono spostate temporaneamente o definitivamente da Sud al Centro-Nord, secondo i dati del ‘Rapporto 2014 sulle migrazioni interne in Italia’ dell’Istituto di studi sulle società del Mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche (Issm – Cnr), ci sino alcune decine di migliaia di lucani. E’ il caso di riaccendere il dibattito sul fenomeno dell’emigrazione sicuramente sovrastato da quello degli arrivi di stranieri che però coinvolge solo marginalmente la nostra regione che quindi registra la continua emorragia demografica. E’ il commento di Giuseppe Potenza, segretario regionale DC-Libertas sottolineando che il fenomeno emerge solo occasionalmente, in riferimento al dualismo economico e sociale Nord-Sud, senza che se ne affrontino nel profondo le dinamiche. Uno studio scientifico, per la prima volta, affronta tre aspetti principali: il fenomeno coinvolge un milione e mezzo di persone nel 2012; il primato di Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige come destinazioni e della Campania come regione di partenza; l’altissima mobilità degli stranieri; l’importanza delle politiche pubbliche nel definire gli spostamenti. Le migrazioni interne all’Italia hanno una lunga storia ma negli anni più recenti, a seguito della crisi economica, hanno ripreso vigore e intensità. E se il primato negativo va a Napoli e alla Campania – continua il segretario DC-Libertas – non si può sottovalutare l’effetto in Basilicata incrociato al dato del recente rapporto Svimez secondo il quale circa 5mila lucani l’anno si spostano al Centro-Nord o all’estero per il lavoro e di questi ben il 29% è in possesso di laurea.
Il valore medio degli spostamenti nel biennio 2011-2012 ci segnala che in Basilicata per trasferimenti in altre regioni italiane, perdiamo il 2,8 su mille abitanti. Dobbiamo – conclude Potenza – correre ai ripari specie per non perdere le migliori energie intellettuali e professionali.