Un maestro elementare che dell’impegno nel sociale ha fatto il suo primo dovere morale e civile, ma anche un poeta e narratore che ha scritto per rappresentare il mondo degli ultimi, sono questi in sintesi i tratti principali della produzione di Domenico Bellocchio, Mimì per gli amici, secondo il critico letterario Giovanni Caserta. Della figura e dell’ opera di Bellocchio (nato a Ferrandina nel 1932 e scomparso nel 1988) si è parlato nei giorni scorsi in un incontro tenuto nel Complesso monumentale di S. Chiara della cittadina aragonese. L’incontro si è svolto a conclusione della rassegna estiva dell’associazione La Cupola Verde e del Centro di aggregazione giovanile. Nel saluto di apertura il presidente del sodalizio, Nicola Pavese, si è soffermato sugli appuntamenti culturali, musicali, sportivi e di promozione turistica realizzati a Ferrandina nei mesi scorsi. Inoltre, egli ha ricordato la sua frequentazione con Bellocchio, del quale illustrò nel 1985 alcune poesie raccolte in una cartella edita dall’impresa Diego Coscia. In proposito l’assessore comunale alla cultura Giovanni Sinisi, ha ringraziato i dirigenti giovani e meno giovani dell’Associazione dando atto della qualità del programma proposto da “La Cupola Verde”, che l’Amministrazione ha patrocinato. E nel quadro degli appuntamenti si sono inseriti anche alcuni dei seminari sui grandi poeti lucani del ‘900, iniziati con la presentazione del libro di Mario Trufelli “Quando i galli si davano voce” e poi continuati con i seminari su Rocco Scotellaro, Leonardo Sinisgalli, Albino Pierro, Michele Parrella, Giandomenico Giagni sino a Domenico Bellocchio. Tutte conferenze tenute con competenza e passione dal prof. Giovanni Caserta.
<Si è trattato- ha detto Filippo Radogna, direttore del mensile La Cupola Verde Notizie- di un interessante tragitto nell’opera di alcuni tra i più importanti autori lucani contemporanei, nella convinzione che la letteratura sia fonte impareggiabile di crescita culturale, impegno civile e politico fondamentale per la crescita della coscienza critica di ogni cittadino>. Caserta ha quindi effettuato un excursus sulla vita di Bellocchio, uomo umile e studioso autodidatta che proprio attraverso la maturità magistrale (come avvenuto per tanti altri maestri), e un continuo approfondimento culturale riuscì a riscattarsi tanto da scrivere numerose poesie e testi teatrali in dialetto che appartengono ormai alla memoria collettiva di Ferrandina.
E alle sue poesie e alle sue divertenti commedie è stata dedicata da Giuseppe Bitonto l’ultima parte dell’appassionante serata; mentre Luigi Porsenna ha recitato un proprio monologo che ha come protagonista proprio Bellocchio. Infine, Nicola Ambruso, Giuseppe Milano e Luigi Palestina hanno portato personali testimonianze di vita vissuta insieme all’amico Mimì Bellocchio. In chiusura Nicola Pavese ha consegnato al prof. Caserta una targa a ricordo del ciclo di seminari e a testimonianza della gratitudine dell’Associazione.