Anche se il popolo lucano delle partite Iva sembra reggere meglio alla crisi rispetto ad altre realtà territoriali del Mezzogiorno, i dati presentati dall’Ufficio studi della CGIA ci dicono che la crisi ha colpito soprattutto le famiglie degli artigiani e dei commercianti. E’ il commento del Presidente di Rete Imprese Italia Potenza Antonio Miele sottolineando che in termini di partite Iva dal 2008 al 2014 sono oltre 1.500 quelle “scomparse” in Basilicata (-3,2%).
Dunque le famiglie con fonte principale da lavoro autonomo sono quelle più a rischio povertà. Nel 2013 il 24,9 per cento ha vissuto con un reddito disponibile inferiore a 9.456 euro annui (soglia di povertà calcolata dall’Istat). Praticamente una su quattro si è trovata in seria difficoltà economica. Per quelle con reddito da pensioni, il 20,9 per cento ha percepito entro la fine dell’anno un reddito al di sotto della soglia di povertà, mentre per quelle dei lavoratori dipendenti il tasso si è attestato al14,4 per cento (quasi la metà rispetto al dato riferito alle famiglie degli autonomi). Dopo quasi sette anni di crisi, il cosiddetto ceto medio produttivo è sempre più in affanno: oggi è il corpo sociale che più degli altri è scivolato verso il baratro della povertà e dell’esclusione sociale.
Inoltre, il reddito delle famiglie con fonte principale da lavoro autonomo ha subito in questi ultimi anni una “sforbiciata” di oltre 2.800 euro (-6,9 per cento), mentre quello dei dipendenti è rimasto pressoché lo stesso. In aumento, invece, il dato medio dei pensionati e di quelle famiglie che hanno potuto avvalersi dei sussidi (di disoccupazione, di invalidità e di istruzione) che sono stati erogati ai nuclei più in difficoltà.
Per superare questo difficile momento va sostenuta la proposta di Confartigianato della compensazione tra debiti e crediti delle pmi nei confronti della P.A. Essa – spiega il Presidente di Confartigianato – rappresenta la strada più semplice per restituire risorse e serenità agli imprenditori. Confartigianato la indica da tempo. Si tratta di fare leva proprio sulla doppia veste dello Stato: esattore e pagatore, consentendo agli imprenditori la compensazione tra i crediti che vantano nei confronti della Pubblica amministrazione con le imposte e i contributi da pagare al Fisco. Parliamo di una somma di 26 miliardi che equivale ai versamenti allo Stato effettuati in un anno dalle imprese fornitrici di beni e servizi alla Pa. Questa operazione equivarrebbe a una iniezione di liquidità, servirebbe ad allentare la morsa che schiaccia gli imprenditori e aprirebbe finalmente la stagione di rapporti di fiducia tra Stato, Regioni, Enti locali e imprese. Una volta risolto definitivamente il problema dei debiti accumulati in questi anni – sottolinea infine Miele – per evitare che il fenomeno si ripeta occorre finalmente adottare la compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti verso la PA”. E non sfugga che a differenza dei lavoratori dipendenti quando un artigiano chiude definitivamente bottega non dispone di alcuna misura di sostegno al reddito”.
PARTITE IVA: NAPOLI (FI), CONDIVIDIAMO PREOCCUPAZIONI RETE IMPRESE PZ
“Il continuo calo nel corso degli ultimi anni di partite Iva anche in Basilicata segnalato oggi da Rete Imprese Italia Potenza è un dato frutto della crisi, certo, ma anche di politiche sbagliate e punitive da cui il Governo nazionale non si è sottratto mentre quello regionale non è andato oltre sporadiche iniziative di natura assistenziale senza mai dare risposte efficaci alla forte domanda di credito agevolato”. E’ il parere del capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Michele Napoli che aggiunge: “condividiamo la preoccupazione che viene dalle associazioni di categoria delle piccole imprese, per lo più ditte artigiane e commerciali, sul “trascinamento” degli stessi titolari verso la povertà. La platea degli autonomi è stata infatti esclusa dai benefici fiscali del Dl Irpef, la tassazione resta soffocante, permane un clima di diffidenza che tende a far passare le partite Iva non come un popolo di lavoratori, che danno a loro volta lavoro, ma di potenziali evasori. E di recente è arrivato anche l’obbligo del Pos, che non fa ben sperare per il futuro. Insomma, siamo di fronte all’ennesima spia di una ripresa ben lontana dal giungere e di una politica che anziché sostenere le forze produttive del Paese le ostacola. Le proposte di Forza Italia – continua Napoli – riguardano prioritariamente l’introduzione di misure di rilancio a favore dei giovani professionisti e per i lavoratori autonomi, attraverso interventi di sostegno fiscale, d’integrazione al nuovo regime fiscale di vantaggio, in particolare elevando la soglia massima di fatturato nel cd.”regime dei minimi”.
Nell’evidenziare che il nuovo regime dei minimi, introdotto dalla legge n. 98 del 2011,ha determinato nel complesso importanti effetti economici positivi in termini di nuove aperture di partite IVA negli anni 2012 e 2013, il capogruppo di Fi afferma che “ulteriori interventi volti a rendere più appetibili i criteri di attuazione del nuovo regime fiscale di vantaggio risultano necessari quanto urgenti, in considerazione della fase economica estremamente critica che il sistema delle imprese sta affrontando”.”Favorire la costituzione di nuove imprese da parte di giovani, di coloro che hanno perso il lavoro, nonché di chi voglia intraprendere per la prima volta aprendo una Partita Iva – ha concluso il capogruppo azzurro – può infatti determinare dei validi effetti nell’aspettativa di ripartenza dell’economia italiana, favorendo l’incremento di nuove forme di imprenditorialità giovanile nel nostro Paese, in particolare nella fase di start-up”.