Idv, pur condividendo le ragioni comuni dei dimostranti della piazza e lo spirito di rivendicazione per i molti diritti umani calpestati, lamentati da tutte le forze che, a vario titolo hanno partecipato alla manifestazione di sabato, ha il coraggio e il dovere di dissociarsi apertamente da messaggi che tradiscono una notevole distanza dai valori costituzionali. Prendiamo le distanze da tutti coloro che in quella piazza hanno tirato fuori frasi offensive e ingiuriose nei confronti delle istituzioni locali e nazionali: lo afferma Maria Luisa Cantisani, segretaria regionale IDV, la quale in una nota ribadisce che molti Insulti gratuiti e non condivisibili, nonchè personali verso il governatore, non appartengono al linguaggio di protesta di IDV.
In piazza abbiamo rivendicato il riconoscimento costituzionale di quei diritti umani che secondo noi sono stati calpestati e che non vanno assolutamente sviliti nei contenuti grazie a questi comportamenti oltraggiosi verso le istituzioni. I problemi di incostituzionalità degli art.37 e 38, portati in piazza e rivendicati anche da noi, meritano sicuramente una riflessione che vada oltre la semplice enunciazione risentita, nel senso che occorrerebbe avviare urgentemente su tutto il territorio regionale un’opera di sensibilizzazione popolare che prescinda dalle gratuite esternazioni di persone esagitate, ossessionate solo dal protagonismo ingiurioso e non dalla denuncia pacata dei doveri costituzionali infranti, disattesi, non applicati, grazie a scorciatoie legislative violente che, se pur non giustificano in nessun modo le inclinazioni ingiuriose di taluni esagitati, mediante un linguaggio non consono alla decenza ed al rispetto per le istituzioni, finiscono il più delle volte a passare inosservate perché si continua a ripetere la stessa cantilena maniacale di insulti.
Questa vicenda, legata a doppio filo al futuro della Basilicata, merita percorsi urgentissimi che niente o poco hanno a che fare con le rivendicazioni, sicuramente personali, che qualcuno esterna in manifestazioni di piazza come quella di ieri. Ancora più fermamente ci dissociamo dagli insulti rivolti all’indirizzo dell’on. Speranza ad opera di qualche esagitato protagonista all’uscita del Palazzo della Regione, appena dopo la Conferenza Stampa convocata dal governatore nella Sala Stampa della Regione, al cui tavolo, oltre all’on. Speranza, siedeva anche l’ex sindaco di Potenza Santarsiero.
Noi di IDV non ci lasciamo trasportare nel vortice degli insulti. In piazza, abbiamo portato sul territorio regionale (e lo continueremo a fare nei prossimi giorni, informazione critica, legittime richieste e rivendicazioni costituzionali provenienti dal popolo lucano. Le rivendicazioni dei diritti negati al popolo lucano, le abbiamo portate in piazza con lo spirito di chi chiede giustizia, legalità e rispetto costituzionale che, lo ripetiamo a scanso di equivoci, sono mancati in questo provvedimento legislativo da rivedere.
L’incostituzionalità degli art. 37 e 38 del Decreto Sblocca-Italia fa solo il gioco dei nuovi sceicchi, in spregio della Carta Costituzionale. La qual cosa, a nostro avviso, fa molto comodo ai nuovi padroni di questa terra violentata, ovvero fa comodo solo ai petrolieri e alla Basilicata non ritorna alcun vantaggio nel calcolo Costo-Beneficio dell’Impatto economico, sociale e ambientale. E ci chiediamo ancora se le prerogative regionali, e la stessa riforma del Titolo V della Costituzione, siano ancora un Istituto o se siano state , di fatto, abrogate nella mente del legislatore. La “piazza” ha la grave responsabilità di portare e lamentare, con una sola voce, le istanze popolari, non personalismi o frustrazioni represse.
La richiesta del rispetto della Costituzione ci porterà a pretendere, a nome del popolo lucano, il rispetto delle ragioni di tutti i coloro che si sentono offesi e trattati alla stregua di animali da riserva. Le Associazioni, i Movimenti, le parti politiche interessate, unite da un unico interesse popolare, nella piena rappresentatività di ciascuna compagine, ma con voce popolare decisa, ferma e pacata, nel rispetto dei ruoli istituzionali, ovvero abbandonando l’abitudine all’ ingiuria come metodo di comunicazione e rivendicazione, ma solo dopo aver informato e coinvolto larghe fasce di popolazioni nei territori violentati, potremo ottenere ciò che oggi, purtroppo, viene richiesto con urla ingiuriose.
È compito della Repubblica, rispettare il dettato costituzionale, rimuovendo i gravi ostacoli che l’art. 37 e 38 rappresentano per la nostra Basilicata. Questa nostra regione è stata violentata e abusata dalle Compagnie petrolifere che oggi spadroneggiano, (domani ancora di più) in spregio dei diritti più elementari di un popolo ridotto ormai allo stremo. Immaginiamo solo cosa potrà succedere con il raddoppio delle estrazioni. Se solo, però, facciamo un calcolo delle estrazioni già avviate, autorizzate siamo ben oltre i 154.000 barili. Sempre che matematica non sia anche per UNMIG ed altri una scienza esatta.