“Il taglio di 150 milioni di euro ai patronati, previsto nella Legge di Stabilità, danneggia seriamente gli anziani”. Lo afferma in una nota la Direzione Nazionale di Cna Pensionati che mette in luce come i patronati siano punti di riferimento gratuiti degli over 65 per il riconoscimento dei diritti di pensioni, invalidità, assistenza.
“Per gli uffici dei patronati italiani transitano – spiega Angelo Buono Presidente provinciale di Cna Pensionati e componente della Direzione Nazionale – il 96% delle domande di assegno sociale, il 77% delle domande di indennità di accompagnamento, il 93% delle domande di pensione di anzianità o anticipata, il 96% delle domande di pensione ai superstiti, il 89% delle domande di pensione di inabilità, il 91% delle domande di pensione di vecchiaia, il 94% delle domande di pensioni supplementari, il 64% delle domande di ricostituzione pensione per contributi pregressi, il 94% delle domande di ricostituzione pensione per supplemento e il 32% delle domande di rinnovo assegno di invalidità”.
“Si tratta di servizi assolutamente gratuiti a cui gli anziani possono accedere senza problemi – continua – servizi che non potranno più essere garantiti se il taglio ai patronati sarà confermato. Se così fosse saremmo di fronte all’ennesimo colpo alle finanze degli anziani i quali dovranno, probabilmente, pagare per presentare una pratica di pensione, di invalidità o di assistenza in quanto i patronati non saranno più in grado di rispondere a tutte le richieste”.
“Ricordo – aggiunge – che in questo periodo di grave crisi in cui i redditi pensionistici sono stati erosi nel loro potere di acquisto, nella Legge di Stabilità 2015 non ci sono misure a favore dei pensionati. Pensionati che in larga parte (circa il 44%) percepiscono pensioni al di sotto dei mille euro. Non è stato esteso a questi ultimi il bonus di 80 euro, nonostante se ne fosse parlato, inoltre è stata disposta la soppressione della norma che prevede per i lavoratori autonomi, già in pensione presso l’Inps e con più di 65 anni di età, la riduzione del 50% della contribuzione obbligatoria ai fini previdenziali”.
“Speriamo infine – conclude Angelo Buono – che i tagli previsti dalla stessa Legge di Stabilità agli enti locali, le regioni e i comuni non vadano a incidere negativamente sui servizi, soprattutto sanitari, i cui fruitori sono per lo più anziani, ma si traducano davvero in una razionalizzazione e un efficientamento della spesa pubblica”.