Dopo aver portato a casa il titolo di capitale europea della cultura nella città di Matera ritornano a galle antiche frizioni e fratture mai sanate all’interno della maggioranza. L’ultima conferma di quanto affermato è arrivata in occasione della seduta del consiglio comunale che si è svolta nel pomeriggio di martedì 18 dicembre quando era in programma la surroga del consigliere dimissionario Angelo Tosto con il primo dei non eletti di Alleanza Materana, Giovanni Tortorelli e la discussione di una serie di interrogazioni presentate dai consiglieri Michele Paterino, Doriano Manuello, Adriano Pedicini e Antonio Sansone su diversi argomenti di pubblica utilità, dal viadotto di via Gravina, allo sport, dal parcheggio al coperto di via Saragat-viale delle Nazioni Unite all’esproprio dell’area condominiale del palazzo di via Protospata al ripristino della fermata Sita presso il Liceo Artistico, dai disagi delle famiglie che hanno perso la casa in Vico Piave dopo il crollo della palazzina nel gennaio scorso all’intitolazione della Piazza, ex mercato ortofrutticolo, di via Marconi con realizzazione di un busto in memoria di Don Giovanni Mele”.
Prevista anche la discussione su diversi ordini del giorno presentati dal consigliere Adriaon Pedicini sulla ricognizione del contenzioso, sulla discarica di La Martella, sul cosiddetto “Ius soli a Matera e un altro di Michele Paterino sulla nomina del comitato di gestione degli asili nido comunali.
La discussione si è accesa in apertura quando il Consigliere comunale Angelo Cotugno del PD ha chiesto di anticipare la discussione di quello che riteneva il punto più importante della discussione, ovvero quella sulle scelte del Governo contenute nel Decreto Sblocca Italia relative alle estrazioni petrolifere. La richiesta è stata respinta, perchè probabilmente questa maggioranza è legata da un cordone ombelicale alle scelte assunte a livello regionale dal governatore Pittella e dopo aver discusso le interrogazioni il consigliere di opposizione Augusto Toto ha annunciato l’uscita dall’aula della minoranza. In questo modo la seduta del consiglio è stata sciolta ed è venuto meno il numero legale. Rinviata quindi sia la discussione sul Decreto Sblocca Italia, particolarmente attesa per verificare da che parte sta il governo Adduce, sia la definizione del programma e delle procedure per le attività connesse all’attuazione del dossier Matera 2019 anche in riferimento all’accordo di programma stipulato con la Regione Basilicata.
Michele Capolupo
Va in scena il teatro dell’assurdo nell’auditorium di San Domenico sede straordinaria del consiglio comunale voluto espressamente dalla maggioranza.
Unico punto all’ordine del giorno l’approvazione della delibera con la quale si chiede alla Regione di impugnare il Decreto “Sblocca Italia” davanti alla Corte Costituzionale e per attivare ogni azione per la tutela del nostro territorio e della salute pubblica.
Il documento predisposto dalla maggioranza e condiviso in riunione dei capigruppo con alcune modifiche richieste dal Movimento 5 Stelle di Venosa, approda in consiglio per la mera ratifica.
Al momento delle dichiarazioni di voto, davanti ad un centinaio di cittadini venuti per l’occasione a seguire la seduta, succede l’inaspettato. Il capogruppo in consiglio del PD infatti chiede di rinviare la discussione e l’approvazione del documento con argomentazioni per un verso ridicole, per altro verso , addirittura offensive dei cittadini presenti.
In realtà, dietro una richiesta di rinvio che smarca parte della maggioranza e lo stesso Sindaco che si era impegnato in prima persona, si cela il dissenso dei pittelliani dell’ultima ora, Digrisolo e Lettini, i quali pur di non scontentare il padrone,decidono di astenersi.
Anche oggi, al cospetto di un tema così importante come lo Sblocca Italia che mette a repentaglio la salute pubblica, l’ambiente, il sistema economico locale, si consuma il dramma di una maggioranza lacerata da divisioni interne sempre più evidenti.
Per l’ennesima volta il distinguo dei consiglieri Lettini e Digrisolo palesa la mancanza di unità della compagine amministrativa, mettendo in grande imbarazzo il Sindaco e la maggioranza, costretti ad inventarsi alibi pur di evitare l’approvazione della delibera.
Solamente la forte e decisa opposizione dei consiglieri del Movimento 5 Stelle e l’indignazione della gente presente in aula ha evitato alla maggioranza di ingannare ancora una volta i cittadini di Venosa e di perdere tempo prezioso nella corsa, tutta in salita, per arrivare all’impugnazione davanti alla Corte costituzionale del Decreto Sblocca Italia.
Alla fine il risultato del consiglio è stato il seguente: delibera approvata a maggioranza con 2 astenuti (Lettini e Digrisolo) ed un assente (Francabandiera).