Il cittadino materano Mario Scalcione ha inviato alla nostra redazione il testo della lettera inviata ai massimi rappresentanti del Governo nazionale e degli enti locali per spiegare i motivi della protesta eclatante messa in scena durante la seduta del consiglio comunale in cui è stata celebrata la vittoria del titolo di capitale europea della cultura nel 2019, una città in cui secondo Scalcione l’indifferenza e l’ipocrisia regna sovrana. Scalcione al termine dell’intervento del presidente della Regione Marcello Pittella si è avvicinato agli scranni occupati dagli assessori, dal sindaco e dal presidente del consiglio comunale e si è rovesciato un barattolo di pomodori. Immediato l’intervento delle forze dell’ordine, che hanno accompagnato fuori dalla sala Mario Scalcione. La protesta è documentata da un video caricato da Mario Scalcione su youtube, disponibile cliccando qui. Di seguito le motivazioni alla base del suo gesto.
Al Presidente del consiglio
Al Ministro dell’interno
Al Ministro della giustizia
Al Presidente del senato
Al Presidente della camera
Al Presidente della commissione antimafia
Al Direttore dell’agenzia dei beni confiscati
Al Direttore del demanio
Al Prefetto di Matera
Al presidente della provincia di Matera
Al Sindaco di Matera
A tutti gli italiani
Oggetto:
CONFISCA EX LEGGE 575/65 IN DANNO DI LARGO DONATO MATTEO DI CUI AL DECRETO DEL TRIBUNALE DI MATERA SEZ. MIS. PREV. DEL 07/06/2001 RESO NEL PROCEDIMENTO N22/98RMSP DEFINITIVO IL 23/05/2003; BENI AZIENDA Già PERTINENZA DE”AL RISTORO CAVEOSO S.N.C.” BENE 82041 E 86806
Gent Signori,sono quel “Povero Cristo” che ha avuto il coraggio da “pazzo lucido” di chiedere un azienda confiscata ed abbandonata e di averla portata nel circuito della legalità. Non scrivo la presente per chiedere favori, ma per affermare i miei diritti di uomo di padre e di cittadino italiano. In questa vicenda, gli unici che hanno le colpe se la spassano ,gli unici che non hanno rispettato i patti sono gli stessi che ora dietro la loro autorità, si ergono a paladini della legge,gli unici che non meritano di coprire il loro incarichi nelle istituzioni, possono gioire delle loro nefandezze. La mafia, ha un suo ONORE, una sua moralità; possiamo dire lo stesso di questo STATO? Piuttosto che sottomettermi alla vostra strategia di logoramento e di istigazione al suicidio, preferisco morire ora, finite il lavoro che avete iniziato, “UCCIDETEMI” Sono anni che mi batto per il mio inalienabile diritto a salvaguardare la mio diritto al lavoro, crescere i miei figli dignitosamente, ho creato dal nulla senza avere avuto mai nessun aiuto pubblico, un iniziativa unica nel contesto locale. Faccio miei nello scrivere, nei fatti le parole di Pietro Calamandrei “Però, vedete, la costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La costituzione è un pezzo di carta:la lascio cadere e non si muove: Perché si muove bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla costituzione è l’indifferenza”
Bisogna metterci l’impegno, bisogna lottare perché la costituzione non sia solo un pezzo di carta
IO sono solo “un povero cristo”ma voglio ricordare ancora , sono uno dei pochi a livello nazionale, è riuscito dove in molti sono falliti, quello di rimettere nella legalità un bene e un azienda confiscata alla criminalità. Lo Stato che fa? Riesce dove la mafia fallisce far chiudere un azienda che produce reddito e lavoro, questo non è avvenuto per opera dello “Spirito Santo”ma opera di uno Stato forte con i deboli ma debole con i forti, uno Stato è l’artefice di calpestare la costituzione infrangerla e infangarla. Mio dovere ribellarmi a questo stato di cose, se no il sacrificio dei Partigiani hanno combattuto e sono morti per darci la costituzione sono morti in vano, è nel mio destino morire combattendo, la mia è una piccola battaglia , ma che uomo sarei se non lotto e muoio, per i miei diritti, per riprendermi quello che mi avete rubato, per dare una vita dignitosa ai miei figli.
Mi potrete togliere tutto,la casa avuta dai miei genitori , mi potrete togliere da mangiare, mi potrete incarcerare, mi spingerete a fare atti estremi, ma non rimarrò in silenzio, griderò il mio urlo di Giustizia e Libertà . SE siete capaci è in grado di mettere da parte la propria coscienza (anche quando essa continua a far sentire la sua presenza, provocando un senso di disagio),vi nascondete dietro la vostra autorità, non rispondete e non agite per riparare gli errori da voi commesse o da chi sta alle vostre dipendenze, commettete azioni palesemente malvagie.
La storia dei fatti ribadisce che l’uomo possiede naturalmente il criterio per distinguere il bene dal male (superiore a qualsiasi legge imposta dall’esterno) e quindi possibilità di scelta tra questi due opposti. Chi non attua questa scelta o compie una scelta sbagliata è da considerarsi colpevole. Non potrete nascondervi all’infinito, prima o poi darete conto della vostra indifferenza, della vostra ipocrisia.
Lascio a voi e alla vostra coscienza come agire.
Distinti saluti
Scalcione Mario